Noi – Prima stagione (2022): un vortice di emozioni attraverso i decenni

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Noi (2022)

Titolo originale: Noi

Anno: 2022

Paese: Italia

Genere: Drammatico

Casa di Produzione: Cattleya, Rai Fiction

Distribuzione: Rai Fiction

Stagione: 1

Ideatore: Dan Fogelman

Puntate: 12

Regia: Luca Ribuoli

Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Flaminia Gressi, Michela Straniero

Fotografia: Fabrizio La Palombara

Montaggio: Pietro Morana

Musica: Andrea Frassi, Nada

Attori:  Lino Guanciale, Aurora Ruffino, Dario Aita, Claudia Marsicano, Livio Kone, Angela Ciaburri, Leonardo Lidi, Flavio Furno, Timothy Martin, Francesca Agostini, Liliana Fiorelli, Giordana Faggiano e Massimo Wertmüller

Teaser trailer di “Noi”

Noi è il remake dell’acclamatissima serie americana This is us giunta alla sua sesta e ultima stagione. La serie è stata trasmessa in prima serata su Rai Uno dal 6 marzo al 10 Aprile 2022, per la regia di Luca Ribuoli (L’allieva del 2016, La mafia uccide solo d’estate del 2016, Speravo de morì prima del 2021). Qui le dichiarazioni della conferenza stampa della serie tv.

Trama di Noi

Negli anni ‘80 Pietro e Rebecca sono in attesa di tre gemelli. Durante il parto però uno non sopravvive, in quello stesso giorno viene portato in ospedale un bambino di colore che è stato abbandonato. Pietro decide di adottarlo. Ha inizio così la storia della famiglia Peirò attraverso i decenni. Dall’ infanzia, alle incertezze adolescenziali fino alle preoccupazioni dell’età adulta, dove i tre fratelli, Cate, Claudio e Daniele affrontano i problemi quotidiani per costruirsi un futuro.

Fotogramma di Noi
Fotogramma di Noi

Recensione di Noi

Portare sugli schermi italiani il remake di una delle serie più emozionanti degli ultimi anni su una famiglia americana e adattarla all’Italia è un progetto tanto ambizioso quanto rischioso. Seguire per sei anni la storia dei Pearson ed empatizzare con i personaggi per poi vederla riadattata, non è stato semplice. L’ostacolo più grande è il primo episodio dove inevitabilmente si azzardano paragoni e si nota una rappresentazione troppo simile all’originale tra dialoghi e persino inquadrature. Ma andando avanti si può notare come il riadattamento è più che soddisfacente, nonostante i dialoghi rimangano identici e si rivivono quasi le stesse emozioni provate in this is us. La serie mescola i piani temporali tra anni ‘80, ‘90 e 2000 e questa è una prerogativa unica che ha reso This is us iconica e dà anche a Noi la sua iconicità in quanto si presenta come un rappresentazione nuova nel panorama delle fiction italiane. La storia è molto sentimentale e ruota principalmente intorno all’amore: per i figli, per i genitori, tra fratelli. Si parte dagli anni ‘80, periodo in cui si incontrarono Pietro e Rebecca, due giovani appartenenti a due ceti sociali completamente opposti ma il destino li ha fatti incontrare e innamorare. Quattro anni dopo Rebecca aspetta tre gemelli, lei che non voleva figli e che fu agli inizi della loro relazione oggetto di continue discussioni. Durante il parto uno dei gemelli non sopravvive ma il destino vuole che quello stesso giorno viene abbandonato un bambino di colore e portato in quello stesso ospedale. Così anche grazie ad una chiacchierata con il dottore, Pietro decide di adottarlo per tornare a casa con tre bambini come avevano previsto. E da qui vediamo il corso degli anni e la difficoltà nel crescere tre figli. Ci sono vari piani temporali dove si assiste alla crescita dei ragazzi fino ad arrivare al presente, dove ormai adulti devono affrontare le sfide quotidiane avendo però nel cuore una ferita grandissima ancora aperta la quale origine si scoprirà pian piano. Nonostante sia una serie godibile non manca certo di difetti, sarebbe stato per esempio preferibile un cambio di attrice per una Rebecca più anziana in quanto il trucco non rende giustizia. E tutta la storia di Daniele si adatta ben poco a un paese come l’Italia, un ragazzo di colore che ha una buona posizione lavorativa e integrato così bene è purtroppo poco credibile. 

Fotogramma di “Noi”

Nella vita non esiste un limone così aspro da non poterci fare una buona limonata.

Pietro Peirò

Differenze con “This is us”

Le differenze con “This is us” sono soprattutto a livello di ambientazione, per potersi avvicinare al pubblico italiano. E così che un evento importantissimo per la famiglia Pearson come il Superbowl, per i Peirò diventano i mondiali di calcio, dove nel ‘82 Rebecca e Pietro decidono di diventare genitori. Il giorno del Ringraziamento costellato da una serie d’intoppi ma trasformato negli anni in una tradizione per i Pearson, viene ambientato a Natale. Riadattate naturalmente anche le canzoni, così la preferita di Kate nonché “Time after time” di Cindy Lauper diventa “Almeno tu nell’universo” diMia Martini. Pittsburgh, dove Jack e Rebecca crescono i gemelli diventa Torino, luogo dove si svolgono anche le vicende di Daniele e invece Los Angeles si trasforma in Roma. Ma la differenza sostanziale che cade subito all’occhio riguarda la storia di Daniele, in quanto la moglie Betta, che nella versione originale è una donna di colore, qui invece è bianca e lo stravolgimento nella storia del padre biologico, dove viene completamente eliminata la sua bisessualità. Il pubblico italiano non è ancora pronto a una storia del genere in prima serata?

“Il personaggio di Betta non è nera perché in Italia le probabilità che due famiglie di colore si incontrassero a fine anni Ottanta erano davvero poche. Se Betta fosse stata nera in Noi sarebbe stata una forzatura, quindi abbiamo cercato di evitarla. In fin dei conti sarebbe stata una “coppia benestante” fuori dalle righe. L’eccezione è già Daniele che “è il primo della classe, va a studiare e vince delle borse di studio”, laureandosi anche a Londra. Immaginare una moglie architetto nera anche lei, sarebbe stato una scelta “poco italiana”.

Il regista Luca Ribuoli
noi
Lino Guanciale e Aurora Ruffino in una scena di “Noi”

In conclusione

Nel bene e nel male queste tipo di storie dovrebbero essere raccontate più spesso. Questa narrazione nel corso degli anni è motivo di riflessione per ciò che abbiamo perso e ciò che avremmo potuto fare. Quindi che ben vengano i Pearson riadattati all’Italia e a qualunque parte del mondo. 

Note positive

  • La storia raccontata nel corso degli anni
  • La musica
  • Le interpretazioni di Lino Guanciale, Dario Aita e Leonardo Lidi

Note negative

  • Interpretazione di alcuni attori
  • Trucco per niente convincente
  • Dialoghi e inquadrature troppo uguali all’originale


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