I contenuti dell'articolo:
Old Henry
Titolo originale: Old Henry
Anno: 2021
Paese: USA
Produzione: Hideout Pictures
Distribuzione: Shout! Studios
Durata: 98 minuti
Regia: Potsy Pinciroli
Sceneggiatura: Potsy Pinciroli
Fotografia: John Matysiak
Montaggio: Jamie Kirkpatrick
Musiche: Jordan Lehning
Attori: Tim Blake Nelson, Scott Haze, Gavin Lewis,
Richard Speight Jr., Max Arciniega, Brad Carter, Trace Adkins, Stephen Dorff
Old Henry è stato presentato nella sezione fuori concorso alla 78° Mostra del Festival di Venezia 2021.
Il film è stato scritto e diretto da Potsy Pinciroli, veterano di TV e cinema, noto per aver prodotto Jay e Silent Bob.
Trama di Old Henry
Old Henry segue la storia di un contadino vedovo e di suo figlio Wyatt.
Un giorno Henry si imbatte casualmente in uno sconosciuto gravemente ferito che ha con sé una borsa piena di soldi; inizialmente è titubante se soccorrerlo o meno, ma alla fine lo porta a casa per curarlo.
Molto presto lo sceriffo di un’altra contea ed un gruppo di suoi uomini bussano alla porta di Henry per reclamare i soldi dello sconosciuto, il fattore dovrà decidere a chi credere.
Recensione di Old Henry
La pellicola Old Henry torna alle origini, con una storia che lavora di sottrazione sia a livello narrativo che a livello di regia.
Ma se da una parte ritroviamo il tipico western di frontiera con risvolti action in un’ambientazione agreste, dall’altra parte il regista ci propone il rapporto difficile tra un padre e un figlio.
Un padre ormai vedovo che cerca di non far ripetere al figlio i suoi errori del passato, un passato che lo tormenta e che prima o poi dovrà affrontare. Un figlio che vorrebbe conoscere di più il padre, ma che si sente bloccato perché questa distanza che è stata creata gli impedisce di seguirne le orme.
Tra scene d’azione e di riflessione il regista cerca di sviluppare una storia interiore, fatta di pentimento e di redenzione e perdono; uno spaccato di vita nella frontiera legato a personaggi con un passato iconico.
Uno degli elementi chiave rimane la fotografia che gioca su più elementi, facendo sempre riferimento ai western di un’altra epoca. Funzionale la colonna sonora che viene utilizzata nel film interconnessa profondamente alle tematiche trattate.
La narrazione scorre lenta e inesorabile con un ritmo sempre costante, fino ad arrivare al colpo di scena finale che riesce a dare quel quid in più ad una storia abbastanza classicheggiante. Il regista gioca ed alterna le inquadrature, tra ambientazioni aperte con le infinite preterie e fitti bosco alla casa di Henry che si trasforma da luogo sicuro ad una sorta di prigione da cui dover scappare.
Ad interpretare il contadino Henry troviamo un ottimo Tim Black Nelson che riesce ad essere sempre convincente in questo ruolo e a tramettere le varie sfaccettature che ha il personaggio. Gavin Lewis si cala nei panni del giovane figlio Wyatt, una figura che poteva essere analizzata più approfonditamente perchè tra tutti i personaggi per quanto funzionale rimane quasi sempre in secondo piano.
Affidato a Scott Haze l’interessante ed ambiguo Curry, un personaggio che ha un passato molto più complesso di quello che traspare; ritroviamo anche Stephen Dorff in un ruolo a lui congeniale che interpreta con intensa crudeltà.
In conclusione il film Old Henry risulta essere un western essenziale, che porta sullo schermo una una piccola(grande) storia che parte da una relazione familiare, ma che man mano si sviluppa in uno scontro tra buoni e cattivi che si confrontano tra il bene e il male.
Note positive
Note negative
- fotografia
- personaggi
- colonna sonora