Paterson (2016): La poesia sullo schermo

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poster paterson

Paterson

Anno:2016

Paese: USA 

Lingua: inglese 

Genere: drammatico

Casa di produzione: Amazon Studios, Animal Kingdom, K5 Film

Regia:Jim Jarmusch

Sceneggiatura: Jim Jarmusch 

Montaggio: Affonso Gonçalves 

Fotografia: Frederick Elmes 

Musica: Jim Jarmusch, Carter Logan, Squrl 

Attori: Adam Driver, Golshifteh Farahani, Barry Shabaka Henley, William Jackson Harper, Chasten Harmon, Rizwan Manji

Trailer italiano di Paterson

Trama di Paterson


Paterson
 è un autista di bus a Paterson, New Jersey. Le sue giornate sono ripetitive, scandite dall’incontro con i passeggeri dell’autobus numero 23, dalla passeggiata dopo cena con il suo cane Marvin, dalle chiacchiere con gli amici al bar. Tra le azioni di routine, c’è anche quella di scrivere poesie: queste prendono spunto da una scatola di fiammiferi, dalle lancette che scorrono sull’orologio al polso, dalla cascata davanti la quale Paterson si ferma sempre prima di rientrare a casa da lavoro. Le poesie di Paterson rimangono confinate tra le pagine del suo taccuino e ne possono godere soltanto lui e sua moglie, artisticamente più ambiziosa. Laura passa il tempo a dipingere le tende di casa, cucinare cupcakes da vendere al mercato e – ultima delle sue aspirazioni – imparare a suonare la chitarra per diventare una cantante country. Proprio Laura sprona il marito a credere nelle sue capacità di poeta, pregandolo anche di fare delle fotocopie delle sue poesie. Paterson non sembra avere una grande stima di se stesso, e forse per questo non ha mai pensato di fare delle copie né tanto meno di pubblicare i suoi componimenti. ( Piccolo breve spoiler) Con loro vive Marvin, un simpatico bulldog inglese con cui Paterson ha un rapporto di velata diffidenza. Sarà proprio Marvin a distruggere il taccuino del suo padrone prima che questo riesca a fare le copie delle sue poesie.

A volte una pagina vuota presenta molte possibilità

cit. Paterson

Quando Paterson perde tutte le sue poesie è evidentementeb amareggiato ma, grazie al nuovo taccuino regalatogli da un turista giapponese incontrato per caso, vediamo che ricomincia subito a scrivere. Per Paterson, l’ordinario è straordinario: i suoi versi si nutrono di quotidianità. Lo spettatore viene quindi lasciato con la speranza che per il protagonista non sarà difficile cogliere le infinite possibilità offerte dalla pagina bianca, lasciandosi ispirare ancora dalla città che ha il suo stesso nome, dai passeggeri dell’autobus 23, dalla dolcissima e fantasiosa moglie, dagli amici incontrati al bar dopo aver portato a spasso quella canaglia di Marvin. 

Recensione di Paterson


Paterson
, per la regia di Jim Jarmush, è stato presentato al Festival di Cannes nel 2016, ricevendo il plauso di pubblico e critica. In particolare, sono state lodate le doti interpretative di Adam Driver, già vincitore nel 2014 della Coppa Volpialla Mostra del Cinema di Venezia con il film Hungry Hearts di Saverio Costanzo e candidato all’Oscar nel 2018 per il suo ruolo in Blackkklansman di Spike Lee.


In Paterson la poesia non è soltanto l’argomento principale, ma è anche lo stile del film stesso. Il regista Jim Jarmusch parla di poesia attraverso uno stile poetico. I versi che Paterson si appunta prima di mettere in moto l’autobus – scritti appositamente per il film dal poeta americano Ron Padgett – vengono riportati sullo schermo in sovrimpressione e, attraverso le dissolvenze incrociate del montaggio di Affonso Gonçalves, si confondono con le immagini delle loro fonti d’ispirazione (la cascata, Laura, i fiammiferi, l’orologio). Lo spettatore è portato a osservare la realtà con lo sguardo del protagonista, quindi a trovare della poesia anche nelle cose più banali e insignificanti  così come nei dialoghi ordinari e minimalisti.

 La scelta di ambientare il film nella città di Paterson non è casuale: questa ha dato i natali e ha ospitato numerosi poeti che, a loro volta, hanno parlato di Paterson nei loro versi. Per esempio, il poeta e medico William Carlos Williams (tra l’altro letto e amato da Paterson) dedicò alla città del New Jersey ben cinque volumi di poesie.

Quando sei bambino impari che ci sono tre dimensioni: altezza, larghezza e profondità. Come una scatola da scarpe. Più tardi capisci che c’è una quarta dimensione: il tempo. Hmm. Poi alcuni dicono che forse ce ne sono cinque, sei, sette… Stacco dal lavoro, mi faccio una birra al bar. Guardo il fondo del bicchiere e sono contento.

cit. Paterson

L’altro tema che attraversa tutto il film è il tempo e, più in particolare, la percezione che abbiamo di questo. Il film si svolge nell’arco di una settimana, dal lunedì al lunedì successivo, e seguendo una struttura circolare. Ogni giorno si apre con l’inquadratura dall’alto di Paterson e Laura a letto dove lui si sveglia sempre alla stessa ora. Con l’autobus 23, Paterson segue sempre il medesimo percorso, e anche quando rientra a piedi a casa passa sempre dalla stessa strada. Poi lo vediamo alle prese con i nuovi passatempi di Laura, in strada insieme a Marvin e, infine, al bar. Insomma, le giornate di Paterson seguono sempre lo stesso schema ma non sono mai uguali a se stesse, a causa di piccoli imprevisti, incontri inaspettati e nuove conversazioni.

Perfino il ritmo del film segue quello di Paterson e delle sue poesie, infondendo nello spettatore un senso di calma e tranquillità che per qualcuno può risultare effettivamente troppo pacato, ma è altrettanto innegabile che è raro trovarsi di fronte a pellicole in cui il tema trattato e lo stile adottato hanno una così forte attinenza come in questo caso. 

Note positive:

  • Il tono delicato ma non stucchevole del film
  • Le interpretazioni di Adam Driver e Golshifteh Farahani
  • La lieve vena ironica della sceneggiatura


Note negative

  • Il minimalismo di Jarmusch può risultare monotono
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