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Perhaps Love
Titolo originale: Jangleuman Lomaenseu
Anno: 2021
Nazione: Corea del Sud
Genere: Commedia, Sentimentale
Casa di produzione: Belief, Next Entertainment World, Library Pictures International
Distribuzione: –
Durata: 1h 53min
Regia: Eun-ji Jo
Sceneggiatura: Kim Na-deul
Fotografia: Kim Tae-su
Montaggio: –
Musiche: Lee Dong-jun
Attori: Ryu Seung-ryon, Oh Na-ra, Kim Hee-won, Lee Yoo-young, Sung Yoo-bin, Mu Jin-sung
Perhaps Love è il film di debutto alla regia per l’attrice Jo Eun-ji. Dopo aver conquistato un buon successo in patria, debuttando al primo posto nel box office nella settimana d’uscita e finendo l’anno al 28° posto (al 10° se si guarda ai soli film coreani), arriva in Italia grazie al Far East Film Festival (dal 22 al 30 aprile 2022 a Udine e online grazie alla piattaforma MyMovies).
Trama di Perhaps Love
Kim Hyeon è uno scrittore di una certa fama; la scadenza per la consegna del prossimo romanzo si avvicina sempre più, ma egli non riesce a trovare l’ispirazione. Mentre la moglie e la figlia sono all’estero, conosce un giovane di bell’aspetto che in poco tempo gli confessa il proprio amore per lui, e gli chiede di leggere un suo scritto. Nel frattempo, l’ex moglie, che ha da tempo una storia con l’amico ed editore di Kim, lo accusa di non dare abbastanza attenzione al figlio, il quale fa amicizia con l’estroversa vicina di casa.

Recensione di Perhaps Love
Perhaps Love è sicuramente un buon esordio, confermato dai buoni risultati raggiunti in patria. Nonostante ciò, sembra difficile immaginarlo avere successo con un pubblico che vada molto oltre la Corea del Sud.
Il film come gioco delle coppie
La scena è divisa tra varie coppie, che si succedono e solo in poche occasioni convivono nello schermo (di solito, nelle scene più movimentate): Kim Hyeon e Yoo-jin (studente e aspirante scrittore), Kim Hyeon e la moglie Hye-jin, Kim Hyeon e l’ex moglie Mi-ae, Mi-ae e l’editore Soon-mo, il figlio di Kim e Mi-ae Kim Seong-kyeong e la vicina Jeong-won. In comune, il rapporto con lo scrittore, che è in effetti il vero protagonista del film, ma soprattutto l’amore: un amore che in ognuno di questi casi è problematico, spesso inaspettato e sembra andare a velocità diverse all’interno delle coppie stesse, creando così problematiche e incomprensioni varie.
Questa sorta di gioco delle coppie mantiene il ritmo del film serrato, ma allo stesso tempo rende più complesso trovare un equilibrio nella suddivisione del tempo filmico, che a tratti infatti pende in modo preponderante verso Kim Hyeon e la sua sottotrama con il giovane corteggiatore. Sembra insomma che questo prodotto non sappia decidersi se raccontare le vicende di un personaggio oppure diventare compiutamente corale.

L’uomo senza qualità coreano
Il nostro Kim Hyeon (Ryu Seung-ryong), che dalle prime, poco chiare e finanche scollegate, scene, si posiziona al centro del racconto, è uno scrittore che ha avuto successo ma si trova in piena crisi, sta finendo i soldi guadagnati con i precedenti successi e anche il tempo accordato con l’editore prima della nuova consegna, insegna scrittura creativa ed è invidioso della collega che sta guadagnando più successo di lui, non si cura di sé né in particolar modo degli altri, si è sposato due volte ma non dà attenzione a nessuna delle mogli, o ai suoi figli, non è simpatico, o particolarmente bello o prestante, e a pochi minuti dall’inizio scopriamo anche che ha pubblicato una recensione particolarmente feroce del libro scritto da quello che fino a poco tempo prima era il suo migliore amico, forzandone il coming out.
Kim Hyeon sembra, insomma, in linea con il topos dell’ “uomo senza qualità” sudcoreano, di mezza età, che ormai troviamo al centro di moltissimi successi di questo paese, a cominciare dai celebri Squid Game e A taxi driver. A differenza dei protagonisti di questi, però, la sua condizione economica non è particolarmente sfavorevole, anzi: egli è tutto sommato un privilegiato, che non è costretto a enormi sacrifici per sopravvivere e per guadagnarsi l’affetto dei propri cari; allo stesso tempo, rispetto al concorrente e al tassista, tutti sembrano adorarlo, malgrado egli non faccia assolutamente nulla per meritarselo.

Anche l’amore del giovane Yoo-jin (Mu Jin-sung) funziona in questo modo: nato come un’infatuazione letteraria, non cede dopo la conoscenza dello scrittore, resiste gentile come chi lo prova, nonostante Kim non ne sia assolutamente degno. La sua unica azione effettivamente positiva è probabilmente quella di aiutare il ragazzo a migliorare la propria bozza di libro, dando seguito a un’ammirazione professionale, che pian piano si trasforma in sincero affetto.

Le qualità tecniche
Se, come accennato, i primi minuti risultano poco chiari e finanche superflui, man mano che il film prosegue diventa più fluido. Ciò malgrado la colonna sonora spesso non aiuti, con brusche fermate e collegamenti poco funzionali.
La fotografia dai toni pastello e dai contrasti accentuati ben si adatta allo spirito del prodotto, dando risalto soprattutto ai visi delle due donne e alla bellezza del giovane spasimante.
Il vero problema sta insomma nella scrittura, che solo a tratti trova costanza e misura; inoltre, come spesso succede per le commedie, le parti comiche sono poco recepibili da un pubblico straniero, e italiano in particolare: la sensibilità in quest’ambito cambia molto da cultura a cultura, e ciò vale anche per alcuni momenti di questo film, che inevitabilmente risulteranno poco divertenti, se non addirittura cringe, per il pubblico nostrano.

In conclusione
Perhaps Love è insomma un film piacevole, che cerca di raccontare in modo leggero alcune storie d’amore che corrono a velocità diverse e ruotano, in un modo o nell’altro, attorno al personaggio di Kim Hyeon. Malgrado sia sicuramente un buon debutto alla regia per Eun-ji Jo, e abbia raggiunto buoni risultati in patria, alcune caratteristiche lo rendono un prodotto piuttosto ostico da esportare in Occidente, e in Italia in particolare: un ritmo e una scrittura non sempre lineari ed equilibrati e alcuni momenti comici poco efficaci al di fuori del contesto di appartenenza.
Note positive
- La fotografia
- Il ritmo serrato quando il film riesce a trovare il proprio equilibrio
Note negative
- L’incertezza tra coralità e centralità del personaggio di Kim Hyeon
- La colonna sonora
- La comicità a tratti poco esportabile