Scheda Film
Recensione film
Scheda Film
I contenuti dell'articolo:
Piccole Donne – un romanzo che prende vita: scheda film
Titolo originale: Little Women
Anno: 2019
Genere: sentimentale, drammatico, storico
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Lingua: Inglese
CAST TECNICO
Regista: Greta Gerwig
Soggetto: Louisa May Alcott (romanzo)
Fotografia: Yorick Le Saux
Montaggio: Nick Houy
Produzione: Pascal Picture
Distribuzione in Italia: Warner Bros. Italia
Durata: 134 min.
CAST ARTISTICO
Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Timothée Chalamet, Meryl Streep, James Norton, Bob Odenkirk, Chris Cooper, Jayne Houdyshell.
Recensione film
Piccole Donne – Un romanzo che prende vita: recensione film
Piccole Donne è un film del 2019 che vede il ritorno alla regia di Greta Gerwig, già incontrata in Lady Bird nel 2018. Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di Louisa May Alcott pubblicato per la prima volta nel 1868. Parteciperà agli Oscar 2020 con ben sei nomination: miglior attrice protagonista per Saoirse Ronan, miglior fotografia, miglior costumi per Jacqueline Durran, miglior attrice non protagonista Florence Pugh, miglior colonna sonora per Alexandre Desplat e miglior adattamento.
TRAMA
Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Louisa May Alcott, il film racconta le vicende delle sorelle March, Jo, Beth, Meg e Amy, alle prese con la propria adolescenza e i propri sogni, sullo sfondo della Guerra Civile Americana. La storia di ognuna di loro ci dirà quanto a volte sia difficile per una donna attenersi alle convenzioni sociali e allo stesso tempo inseguire i propri desideri.
Analisi Filmica
L’adattamento cinematografico di un romanzo, specialmente se molto conosciuto nel panorama letterario, porta con sé il rischio di stravolgerne la trama e il contenuto andando a scontrarsi con i gusti e le aspettative del pubblico. Grazie alla sua abilità, la regista Greta Gerwig è riuscita a evitare questo enorme scoglio, sviluppando narrazione e personaggi coerenti con l’opera scritta.
Per quanto la trama in sé sia semplice e lineare, leggere il libro prima di vedere il film aiuta a comprendere meglio non solo la successione degli eventi, ma anche il ruolo dei personaggi. L’edizione italiana prevede due volumi, Piccole Donne e Piccole Donne crescono, mentre l’originale è un volume unico.
La narrazione si sviluppa su due binari paralleli, i quali dapprima ci presentano le protagoniste da adulte e solo in seguito, attraverso ampi flashback, quando erano bambine. Questo metodo rende dinamico il film, obbliga lo spettatore a tenere alta l’attenzione e illustra la crescita di ogni singolo personaggio, ricordandoci che spesso sogni e realtà sono ben diversi.
L’unicità del girato si nota sotto più aspetti; innanzitutto, l’aver ricreato il medesimo piglio narrativo dato dalla Alcott: spigliato, divertente, energico, ma anche doloroso e duro perché alla fine è di vita che stiamo parlando e non di una fiaba qualsiasi. Questo tratto è riscontrabile perfino nei protagonisti; il legame di amore – amicizia che lega Jo e Laurie incarna in modo mirabile quello del libro, come se quei ruoli fossero stati appositamente studiati per i due attori. Quando saranno costretti a confrontarsi, Saoirse e Timothée sono riusciti e mettere la stessa enfasi e la stessa passione e a coinvolgere emotivamente lo spettatore come accade nel libro. Degno di nota è anche il rapporto tra la fragile Beth e la forte Jo. Nel libro si percepisce che ciò che lega è qualcosa di fragile e indissolubile, qualcosa di non detto, ma che sa parlare forte e chiaro. Ne è un esempio la scena del mare: Jo si accorge che Beth sta sempre più male e che poco alla volta se ne sta andando: le due si capiscono con un semplice gioco di sguardi e silenzi. Nel film di Gerwig non è cambiato nulla, sono state aggiunte solo un po’ più di confidenza e dialogo.
Fondamentale è il ruolo della madre. Anche qui la meravigliosa interpretazione di Laura Dern ha reso giustizia ad un personaggio di tali dimensioni. Come lo è nel libro, nel film Mrs. March è una donna paziente, saggia, altruista e una guida per le sue figlie: riconosce perfettamente i momenti in cui è necessario rimproverare e quelli in cui invece prevale il conforto. Infine, non possiamo non parlare delle quattro sorelle. Grazie alla loro diversità e al personale approccio alla vita, ci mostrano quattro modi con cui viverla e solo alla fine saremo in grado di dire quale ci assomiglia di più, chi vorremmo essere: in cerca di sé stessi e determinati come Jo, eterei e coraggiosi come Beth, artisti e fiduciosi nelle proprie capacità come Amy o ligi al dovere e amorevoli come Meg?
La luce all’interno di Piccole donne
Da un punto di vista tecnico invece, la fotografia è stata studiata in ogni dettaglio, sfruttando negli interni la luce del fuoco, elemento indispensabile e caratteristico dell’epoca, racchiuso nei caminetti e nelle candele e negli esterni la luce diurna sia del sole a mezzogiorno sia del tramonto, in generale perfettamente coerente con l’ambientazione e la scena. Molto bella è la battuta finale, quel romantico contrasto che si crea tra il buio della sera, reso ancora più impenetrabile da una fitta pioggia e la luce della stazione che, con quel colore giallo caldo e intenso sembra riscaldare l’intera stanza, simbolo dell’amore appena nato tra Jo e il Professor Bhaer.
In conclusione, non ci resta che ammirare la bellezza e la semplicità di una storia che, per quanto a un primo impatto sembri scontata, ci parla della realtà, della vita senza fronzoli e invenzioni.
– Jo March: Voglio farmi la mia strada nel mondo!
– Zia March: Nessuno si fa strada da solo, men che meno una donna! Devi trovare un buon partito!
– Jo March: Ma tu non sei sposata, zia March!
– Zia March: Ma che c’entra?! Io sono ricca!cit. Piccole Donne
NOTE POSITIVE
- Interpretazione degli attori.
- Fotografia
- Set
NOTE NEGATIVE
- Da rivedere e approfondire la figura del Professore, l’unica veramente diversa rispetto a quella del libro.