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Pompei. Eros e mito
Titolo originale: Pompei. Eros e mito locandina
Anno: 2021
Paese: Italia
Genere: documentario
Produzione: Sky, Ballandi, Nexo Digital
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 81 minuti
Regia: Peppi Corsicato
Sceneggiatura: Andrea Rizzoli, Jacopo Magri, Pappi Corsicato
Fotografia: Luigi Martinucci
Montaggio: Natalie Cristiani
Musica: Remo Anzovino
Attori: Isabella Rossellini
Pompei. Eros e mito esce nelle sale italiane il 29, 30 novembre e l’1 dicembre, come evento speciale, ed è distribuito da Nexo Digital all’interno del proprio progetto esclusivo La Grande Arte al Cinema.
Trama di Pompei. Eros e mito
L’opera diretta da Pappi Corsicato ripercorre la storia e il mito, tramandati negli anni, di Pompei, città romana risorta in seguito all’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C. Oggi è il sito archeologico più famoso nel mondo, capace di ospitare ogni anno più di quattro milioni di visitatori, incantati nell’assistere agli affreschi (magistralmente recuperati negli ultimi anni grazie a tecnologie sempre più all’avanguardia) e ai reperti del tempo.
Recensione di Pompei. Eros e Mito
Il film si basa su tre elementi fondamentali: la voce narrante di Isabella Rossellini, figlia d’arte e attrice in grandi capolavori cinematografici (Velvet Blue su tutti), gli interventi di esperti (Massimo Osanna, Andrew Wallace-Hadrill, Catharine Edwards, Darius Arya, Ellen O’Gorman) e la realizzazione di scene di finzione collegate alla narrazione. La figura della Rossellini ci conduce all’interno di questa città sopravvissuta al tempo e in costanza riscoperta, adornata da eloquenti dipinti che tramandano il modo d’essere e la prospettiva sul mondo degli antichi abitanti pompeiani. Gli esperti espongono con precisione scientifica alcuni dei tratti salienti del passato della città, snocciolando ipotesi sulle interpretazioni legate alle rappresentazioni del tempo. Tutto il film gioca su un rapporto costante tra passato e presente, tra mito e realtà odierna; ciò è racchiuso nella presentazione di scene esterne al tempo e al luogo pompeiano, in cui giovani attori recitano all’interno di luoghi naturali e non abitati dall’uomo, riprendendo metaforicamente i temi del mito proposti nel racconto.

Facente parte di un progetto che vuole riportare la narrazione dei grandi beni culturali italiani al cinema andando ad aggiungersi all’insieme di contenuti ‘altri’ che giungono ogni anno nelle sale italiane con svariati temi (concerti, arte, documentari, eventi di varia tipologia) e che stanno prendendo sempre più piede all’interno dell’industria e delle quote di mercato, Pompei. Eros e mito è una rivisitazione originale e moderna del grande patrimonio insito nella cittadina campana.
Basandosi su una figura d’indubbio spessore all’interno del mondo del cinema, Isabella Rossellini, il prodotto audiovisivo vuole fare emergere il fascino e la sensualità del sito archeologico. I due elementi su cui si fondava la civiltà pompeiana vengono eretti a elementi drammaturgichi della narrazione: parliamo di eros e mito, due parole che al loro interno contengono molteplici significati: violenza, sesso, potere, passioni perverse, morte, superstizione.
Così la cinepresa segue la narratrice che si muove all’interno dei reperti e sfiora i dipinti caratterizzati dal proverbiale rosso intenso che ispirerà grandi artisti rinascimentali e non. Accanto a queste scene, girate spesso attraverso l’utilizzo di droni, vengono montati gli interventi degli esperti, ripresi (mai frontalmente per evitare di assomigliare a statiche interviste) all’interno di un teatro di posa con uno sfondo nero sul quale si stagliano, dando vita a un insieme di precisione teorica e narrazione filmica. La regia sceglie, durante i loro interventi, di eseguire diverse inquadrature di dettagli (mani, elementi del viso) per coinvolgere maggiormente lo spettatore ed evitare di provocare una sensazione di eccessivo distacco da ciò che è raccontato. I vari miti raffigurati a Pompei e raccontati attraverso la voce dei presenti si mescolano ad alcune sequenze di girato all’interno della natura circostante Pompei, in cui giovani attori vestiti con abiti moderni propongono una nuova versione del mito, adattata e riproposta in base alla realtà odierna. Così vengono trattati il tema della guerra, dell’amore (in ogni sua forma) e della violenza. Il regista sceglie di ambientare queste scene all’interno di luoghi vergini, esterni al passaggio dell’uomo, per riportare una dimensione antica e libera, come era Pompei.
