Poseidon (2006): Il “Titanic” di Wolfgang Petersen

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Poseidon

Anno: 2006

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Avventura

Casa di produzione: Warner Bros. Pictures, Virtual Studios

Prodotto da: Wolfgang Petersen, Duncan Henderson, Mike Fleiss, Akiva Goldsman

Durata: 1 hr e 36 min (96 min)

Regia: Wolfgang Petersen

Sceneggiatura: Mark Protosevich

Montaggio: Peter Honess

Dop: John Seale

Musica: Klaus Badelt

Attori: Josh Lucas, Kurt Russell, Richard Dreyfuss, Emmy Rossum, Mike Vogel, Mìa Maestro, Jacinda Barrett, Jimmy Bennett, Freddie Rodriguez, Kevin Dillon, Stacy Ferguson, Andre Braugher

Trailer di Poseidon

RECENSIONE DI POSEIDON

Non si può certo dire che il pregevole regista tedesco Wolfgang Petersen non si sia mai impegnato spesso confezionando alcune opere notevoli per stare al passo con le mode cinematografiche del momento. Se con La storia infinita aveva segnato un tassello fondamentale nello sviluppo del fantasy cinematografico degli Anni Ottanta e il più recente Troy si inseriva con coerenza nel filone dei peplum post-moderni inaugurato da Il Gladiatore, Poseidon guarda invece a Titanic e chiude un’ideale “trilogia dell’acqua” firmata da Petersen e composta da due apprezzabilissimi cult come il bellico U-Boot 96 e La tempesta perfetta.

Secondo adattamento (il primo risale addirittura agli Anni Settanta, con protagonisti Gene Hackman e Shelley Winters) di un romanzo di successo di Paul Gallico, Poseidon presenta più di una somiglianza con il capolavoro di James Cameron: in entrambi c’è una nave di lusso, una serie di personaggi appartenenti ai contesti sociali più disparati e l’inevitabile disastro in alto mare che innesca l’eterno conflitto tra l’Uomo e la Natura. Le somiglianze però si fermano qui, perché questa comunque passabile pellicola di Petersen non solo non raggiunge gli stessi livelli d’ispirazione dei due precedenti capitoli della trilogia dell’acqua, ma soffre del paragone con Titanic in virtù di una serie di mancanze che ne abbassano vertiginosamente la qualità.

TRAMA DI POSEIDON

Non c’è niente di giusto in chi vive e chi muore.

CIT. ROBERT (KURT RUSSELL) – POSEIDON

Sul Poseidon, lussuoso transatlantico di ultima generazione alto venti piani e con oltre tredici ponti e ottocento cabine, sono in corso i festeggiamenti della vigilia di Capodanno e i passeggeri brindano spensierati al futuro. Quando un’onda anomala di cinquanta metri impatta contro la nave questa si rovescia, scatenando il panico e dando vita a una disperata lotta per la vita.

Tra i pochi sopravvissuti c’è il giocatore d’azzardo Dylan (Josh Lucas), che decide di cercare una via di scampo trasgredendo agli ordini del comandante Bradford (Andre Braugher), che invece sceglie di attendere i soccorsi rimanendo nell’unico posto sicuro della nave. A lui si uniranno alcuni personaggi come l’ex sindaco di New York Robert (Kurt Russell), la madre single Maggie (Jacinda Barrett), la clandestina Helena (Mìa Maestro) e l’architetto gay Nelson (Richard Dreyfuss).

Il Poseidon
Josh Lucas, Emmy Rossum and Kurt Russell in Poseidon

ANALISI DI POSEIDON

Per giustificare lo spettacolo della tragedia, Petersen assembla un cast ricco di veterani di un certo calibro (Kurt Russell, Richard Dreyfuss), indubbie presenze sceniche (Lucas) e notorietà cine-televisive (Emmy Rossum di Shameless, Freddie Rodriguez di Six Feet Under). Purtroppo ciò che latita è una sceneggiatura degna di questo nome: i personaggi non sono tridimensionali, i conflitti tra loro non sono mai davvero ficcanti (l’accenno all’omosessualità del personaggio di Dreyfuss non serve a nulla ai fini del racconto) e in più di qualche passaggio l’inverosimiglianza smaccata è di casa. Tutto è trattato superficialmente per arrivare il più in fretta possibile alla catastrofe (che giungerà puntuale dopo neanche un quarto d’ora) e al susseguirsi di locali inondati e fiammate.

Come è lecito aspettarsi da un film catastrofico, Poseidon segue il dettame dell’autenticità della natura umana che di fronte al disastro fa emergere in egual misura eroismo disinteressato e ripugnante codardia. Il problema è che la superficiale caratterizzazione dei personaggi rischia di tappare le ali al pathos, ed è solo grazie all’ottimo lavoro degli attori se ci sono delle occasioni, pur sporadiche, in cui si riesce a temere per la vita dei protagonisti. Molto buone, inoltre, le musiche di Klaus Badelt, anche se sembra rifarsi un po’ troppo allo stile del suo maestro Hans Zimmer.

Mancando del sottotesto sul confronto tra fede e ragione della prima versione con Hackman, di cui si consiglia e preferisce la visione, Poseidon di Wolfgang Petersen ambisce a essere più essenziale e commerciale possibile, non aggiunge nulla di nuovo al genere se non un passo avanti per quanto concerne la bellezza magnetica degli effetti speciali e la profusione di stereotipi hollywoodiani. Insomma, uno spettacolo di un’ora e mezza tecnicamente eccellente (Petersen conferma le sue notevoli doti di onesto artigiano), con alcune sequenze di buona suspense, ma concepito per una fruizione rapida e leggera come per scemare in fretta dalla mente di chi l’ha visto.

NOTE POSITIVE

  • Wolfgang Petersen è molto bravo a costruire la suspense nei momenti giusti e a infondere una discreta spettacolarità.
  • Buon lavoro da parte degli attori.
  • Buone le musiche di Klaus Badelt.

NOTE NEGATIVE

  • I personaggi non sono troppo caratterizzati, così come non sempre efficaci sono le loro interazioni.
  • Inverosimiglianza di alcuni passaggi.
  • Il confronto con Titanic e i precedenti film della “trilogia dell’acqua” di Petersen, ben più curati, è schiacciante.
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