Prayers for the Stolen (2021): la crescita di un fiore in un deserto infernale

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Prayers for the Stolen

Titolo originale: Noche de fuego

Anno: 2021

Nazione: Messico

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Pimienta Films

Distribuzione: MUBI

Durata: 1 hr e 50 (110 min)

Regia: Tatiana Huezo Sánchez

Sceneggiatura: Tatiana Huezo Sánchez

Fotografia: Dariela Ludlow 

Montaggio: Miguel Schverdfinger

Musiche: Leonardo Heiblum, Jacobo Lieberman

Attori: Memo Villegas, Mayra Batalla, Norma Pablo, Eileen Yañez, Ana Cristina Ordóñez González

Trailer del film Prayers for the Stolen

Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice americana Jennifer Clemente, Prayers for the Stolen è un film di genere drammatico ambientata nelle zone più avverse e povere dello stato del Messico. La pellicola, che ha ricevuto un plauso da parte della critica mondiale, sarà disponibile sulla piattaforma streaming MUBI a partire dal 29 Aprile.

Trama del film Prayers for the Stolen

In un paese situato ai confini delle foreste messicane, martoriato da guerra e criminalità, Ana e le sue due migliori amiche cercano di adattarsi a un mondo che non gli appartiene, un mondo dove le ragazze sono costrette a tagliarsi i capelli come i maschi, e dove fin dalla tenera età esse devono imparare a sopravvivere alla più feroce crudeltà umana. Per queste giovani donne il futuro è incerto e sembra portare verso una strada dove la luce non è altro che un piccolissimo lume.

Recensione del film Prayers for the Stolen

Prayers for the Stolen è una pellicola del 2021, diretta dalla regista salvadoregna Tatiana Huezo Sánchez, che attraverso gli occhi di una giovane ragazza sudamericana vuole raccontare i drammi di un popolo, quello sottostante al confine statunitense, martoriato da povertà, guerre criminali e traffico di esseri umani. Il tutto è messo in scena in maniera eccellente dalla regista, che qui sfodera il proprio passato da documentarista per mostrarci, nel modo più reale e diretto possibile, tutta la crudeltà, il terrore e la violenza che accompagnano la crescita della giovane Ana (Ana Cristina Ordóñez González). La pellicola sbatte in faccia dello spettatore non solo le difficoltà che la protagonista deve affrontare lungo tutta la sua vita, ma si focalizza anche sui sacrifici che i genitori di questi bambini e ragazzi devono affrontare per riuscire a fargli vivere una vita che possa definirsi come tale e permettergli di non perdere il sogno e la speranza di un futuro migliore. Per fare ciò la regista mette in scena delle sequenze davvero agghiaccianti, come quella in cui la piccola Ana e le sue amiche Maria e Paula sono costrette a tagliarsi i capelli per via dei pidocchi o quando la madre di Ana, Rita, mostra alla propria figlia il luogo in cui nascondersi nel caso in cui qualcuno tenti di rapirla.

Nella seconda parte del film vediamo il trio di amiche cresciuto di qualche anno, che affronta i problemi tipici dell’adolescenza, come i cambiamenti del proprio corpo e i primi amori, sotto un alone di tristezza e paura per questi eventi, che segnano sì un nuovo inizio, ma che proiettano verso nuove realtà forse più spaventose e pericolose di quelle lasciate. Ottimo anche tutto il comparto tecnico, a partire dalla fotografia di Dariela Ludlow che ci immerge in questo mondo lussureggiante, ricco sì di natura e vegetazione ma altrettanto oscurato e reso freddo da grandissime coltri di nebbia. Nulla da dire anche sulla colonna sonora di Leonardo Heiblum e Jacobo Lieberman che aumenta la drammaticità dell’opera e ne aumentano l’impatto emotivo sullo spettatore. Davvero brave anche le sei attrici che interpretano Ana, Paula e Maria, ben dirette e messe in scena in ogni sequenza in cui hanno preso parte.

In conclusione

Insomma, Prayers for the Stolen è un film da vedere, un opera cruda e reale, che ci mostra realtà a noi sconosciute, o che forse conosciamo ma preferiamo voltare lo sguardo altrove.

Note positive

  • Regia
  • Tematiche trattate
  • Fotografia

Note negative

  • /
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