Prisoners (2013): il bene e il male di essere genitori

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Prisoners

Titolo originale: Prisoners

Anno: 2013

Paese: USA

Genere: Thriller

Produzione: 8:38 Productions, Alcon Entertainment, Madhouse Entertainment

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 153min.

Regia: Denis Villeneuve

Sceneggiatura: Aaron Guzikowski

Fotografia: Roger Deakins

Montaggio: Joel Cox | Gary Roach

Musiche: Johann Johannsson

Attori: Hugh Jackman, Jake Gyllenhall, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo, Paul Dano, Dylan Minette, Zoe Saul, Erin Gerasimovich

Trailer italiano di Prisoners

Dopo la candidatura agli Oscar (Miglior film straniero 2011) con La donna che canta”, Denis Villeneuve, torna sul grande schermo con Prisoners”. Si affida per questo thriller d’autore a Hugh Jackman, già affermato per l’intera saga degli X-Men, e a Jake Gyllenhall con cui nello stesso anno girerà anche Enemy”. La pellicola, uscita nella sale statunitensi il 20 settembre 2013, giunge in Italia in anteprima al Lucca Comics & Games il 1 novembre, venendo distribuita a livello nazionale dal 7 novembre.

Trama di Prisoners

Giorno del Ringraziamento. La famiglia Dover sta festeggiando a casa di amici di lunga data, i Birch. Nel bel mezzo dei festeggiamenti la più piccola dei Dover, Anna, e la figlia dei Birch, Joy, scompaiono senza lasciare traccia. L’attenzione iniziale nelle prime ricerche delle bambine, si focalizza su un camper bianco che sostava poco più giù dell’abitazione dei Birch.

Il detective Loki (Jake Gyllenhall), in servizio durante il Ringraziamento, sta trascorrendo in solitudine la serata, cibandosi a una tavola calda.  Avvertito via radio dell’accaduto, individua il camper in questione e preleva il suo proprietario, Alex Jones (Paul Dano), bizzarro ragazzo che evidenzia da subito chiari problemi di comunicazione e ritardi mentali. Dopo un lungo interrogatorio notturno, e in mancanza di fatti solidi che determinino la sua colpevolezza, Alex viene rilasciato e affidato alla zia, Holly Jones. Il fatto manda su tutte le furie il padre di Anna, Keller Dover (Hugh Jackman), che attende fuori il ragazzo e lo aggredisce: in quel medesimo momento Alex pronuncia una frase che determinerà poi l’andamento della vicenda.

Da questo momento partono due percorsi narrativi paralleli destinati a incontrarsi: le indagini del detective Loki, e la giustizia personale di Keller Dover. Dover, accecato dal dolore per la scomparsa della figlia e sfiduciato dalle autorità, rimane convinto della colpevolezza di Jones: in un momento di rabbia lo rapisce, deciso a trovare la verità a ogni costo, anche con metodi non convenzionali. Nello stesso momento Loki indaga sulla presenza di possibili pedofili in città. Le indagini lo portano alla cantina di un anziano sacerdote, dove viene rilevato il cadavere mummificato di uno sconosciuto serial killer di bambini. Da questo momento in poi le indagini di Loki saranno sempre più serrate e porteranno allo stesso tempo a buchi nell’acqua e scoperte sconvolgenti. Le torture inflitte da Dover al povero Alex Jones, risultano invece inutili e scoprono un lato umano e iracondo del personaggio. Il tutto culmina in un epilogo inaspettato e palpitante, in pieno stile thriller.

Recensione di Prisoners

Quando ho letto la sceneggiatura di Prisoners ho sentito una profonda connessione, ma l’ho buttata via perché avevo appena girato due film oscuri e non volevo tornarci. Ma alla fine ciò che mi ispira di più sono le storie tristi e oscure, e ammettiamolo, il mondo non è un posto facile in cui vivere in questo momento. Sento che il cinema è un modo per esplorare il mio rapporto con il mondo e ciò di cui ho paura”

Intervista a Villeneuve di SBS

La vicenda oscura è messa sullo schermo in maniera esemplare, le vicende narrative che seguono i due personaggi si intersecano alla perfezione arrivando a un finale potente quanto inaspettato. Nuovamente, come nelle opere precedenti, Villeneuve è maestro nell’analisi e nell’introspezione dei personaggi: Keller Dover (Hugh Jackman) ci viene presentato come la parte irrazionale, istintiva, emotiva di ognuno di noi. Il dolore provato per la scomparsa della figlia esplode spesso in reazioni esorbitanti, attacchi di rabbia improvvisi e scelte poco ponderate. D’altra parte, il detective Loki (Jake Gyllenhall), è la parte razionale. Le sue scelte sono logiche, dettate dall’intuito e dall’esperienza, risultando spesso apatiche e poco empatiche ma non prive di scatti d’ira improvvisi come accade durante l’interrogatorio di Alex Jones. Il loro essere in relazione allo sviluppo della vicenda è strettamente collegato all‘esito: senza uno dei due il caso sarebbe irrisolto, entrambi sono necessari al fine.

Come spesso il cineasta ci ha abituato non mancano, anche in Prisoners, gli oggetti simbolici: questa volta è il turno del fischietto, un oggetto all’apparenza semplice, donato dal protagonista, Keller Dover alla figlia Anna ma che si rivelerà fondamentale per la risoluzione dell’intreccio. Ciò che sicuramente risalta meno in questo film è il comparto tecnico: la fotografia (arma letale di Villeneuve) è cupa di notte e si adatta perfettamente all’atmosfera del film mentre un tono più freddo è utilizzato nelle scene di luce. Un film ottimo, un ritmo ora lento ora serrato, un’atmosfera al cardiopalma che ti lascia in sospeso fino alla fine. Consigliato fortemente.

Note positive

  • Introspezione dei personaggi
  • Fotografia stupenda
  • Interpretazioni ottime sia di Jackman che di Gyllenhall

Note negative

  • /
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