Resident Evil: La serie – prima stagione (2022). Confuso reboot in salsa Netflix.

Resident Evil La serie locandina

Resident Evil: La serie

Titolo originale: Resident Evil

Anno: 2022

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Horror, Azione

Casa di Produzione: Constantin Television

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Andrew Dabb

Stagione: 1

Puntate: 8

Regia: Rachel Goldberg, Bronwen Hughes, Rob Seidenglanz, Batan Silva.

Sceneggiatura: Andrew Dabb, Tara Knight, Garett Pereda, Shane Tortolani, Lindsey Villarreal.

Fotografia: Carmen Cabana

Montaggio: Todd Desrosiers

Musica: Gregory Reveret

Attori: Lance Reddick, Ella Balinska, Tamara Smart, Adeline Rudolph, Siena Agudong, Paola Núñez

Trailer ufficiale della prima stagione di “Resident Evil: La serie”

Dalla mente dello showrunner Andrew Dabb prende forma Resident Evil: La serie, costituita da una prima stagione di otto puntante, disponibili su Netflix a partire dal 14 luglio 2022, facente parte del longevo franchise Horror/Action multimediale Biohazard, che ha visto la luce nel 1996 in Giappone grazie al videogioco Capcom “Resident Evil” creato dal duo Shinji Mikami e Tokuro Fujiwara, ambientato nel 1998 a Raccoon City, una fittizia cittadina del Midwest amricano, in cui il giocatore deve indagare su alcune vicende riguardanti la misteriosa Umbrella Corporation, un luogo dove vengono svolti esperimenti biologici illegali per scopi militari. Dal successo del videogioco l’universo Resident Evil si espanso in fumetti, libri, drammi audio e soprattutto in film live – action e d’animazione. Proprio riguardo al cinema è d’obbligo citare la serie Resident Evil di Paul W. S. Anderson costituita da sei film che vanno dal 2002 al 2016 con Milla Jovovich nei panni della protagonista.

Per comprendere al meglio Resident Evil: La serie si deve partire dal presupposto che la Capcom ha deciso di rinnovare l’intero franchise come è visibile in Resident Evil 7 in cui è evidente la scelta di abbandonare la classica deriva action degli ultimi videogiochi per avvicinarci a delle atmosfere survival horror degli inizi del franchise. A livello cinematografico invece, al termine della roboante saga di Paul W. S. Anderson, la Capcom ha optato per un riavvio della saga così da andare a realizzare nel 2021 “Resident Evil: Welcome to Raccoon City” adattamento cinematografico della saga videoludica di Capcom, in particolare di Resident Evil (1996) e Resident Evil 2, che si dimostra molto più fedele ai videogiochi e con una maggior presenza di elementi horror e meno d’azione. Successivamente è stata realizzata la miniserie anime “Resident Evil: Infinite Darkness“, rilasciata nel 2021, con protagonisti i personaggi del videogioco Resident Evil 2. Quindi la serie Netflix del 2022 come si colloca? Sostanzialmente cerca di reinterpretare tutto il materiale uscito fino a questo momento “In chiave Netflix” partorendo una creatura confusa e mostruosa degna delle varie aberrazioni biologiche che hanno reso famosa la saga.

Trama di Resident Evil: La serie

La serie racconta le vicende delle due gemelle Jade e Billie Wesker attraverso due linee temporali: il nostro presente, in cui sono adolescenti e vivono nella città sudafricana di New Raccoon City, costruita dall’Umbrella Corporation dopo la distruzione dell’omonima città americana nel 1998 e il 2036, dove il mondo è sprofondato nel caos in balia di “Zero” (così vengono chiamati gli infetti) e altre creature mostruose (già viste nella saga come ad esempio i Licker). Inizialmente unite, si troveranno rivali in schieramenti opposti: c’è chi lotterà per la libertà e preservare la cultura, chi per difendere lo status quo della malvagia Umbrella.

RESIDENT EVIL. (L to R) SIENA AGUDONG as YOUNG BILLIE, TAMARA SMART as YOUNG JADE, SIENA AGUDONG as YOUNG BILLIE in RESIDENT EVIL. TAMARA SMART as YOUNG JADE in RESIDENT EVIL. Cr. MARCOS CRUZ/NETFLIX © 2021
RESIDENT EVIL. (L to R) SIENA AGUDONG as YOUNG BILLIE, TAMARA SMART as YOUNG JADE, SIENA AGUDONG as YOUNG BILLIE in RESIDENT EVIL. TAMARA SMART as YOUNG JADE in RESIDENT EVIL. Cr. MARCOS CRUZ/NETFLIX © 2021

Recensione di Resident Evil: La serie

La prima serie Resident Evil in live action possiede un evidente problema: la realizzazione tecnica. La regia e il CGI mostrano delle importanti lacune nel riuscire a narrare nei migliori dei modi le scene d’azione ambientate nella linea temporale post – apocalittica. A causa di un budget piuttosto basso, il mondo apocalittico non si dimostra minimamente all’altezza delle aspettative riguardo agli effetti speciali, piuttosto scadenti. Più riuscita si dimostra invece la linea temporale ambientata quattordici anni prima, ritraente New Raccon City. In questa linea narrativa si avverte pesantemente il marchio Netflix, che quasi in maniera obbligatoria, immette all’interno delle sue produzioni seriali e filmiche quel timbro multiculturale fatto di tematiche LGBT+, che più volte vengono rimarcati senza una vera esigenza artistica/narrativa, oppure con l’uso delle melodie Pop sparate l’una dietro l’altra come una playlist di spotify. Nonostante questa impronta Netflix, la regia appare maggiormente curata e, all’interno di questa linea temporale/narrativa, abbiamo dei momenti maggiormente legati al franchise che i fan hanno imparato ad amare, soprattutto riguardo al genere, anche se il tutto è inebriato da quel sapore di Teen Drama, dovuto al fatto che le protagoniste sono due gemelle di quattordici anni. Se la parte pre – fine della società canonica possiede dei richiami a Resident Evil in cui ci viene raccontata la storia di Albert Wesker (personaggio fondamentale della saga) e gli avvenimenti dell’incidente di Raccoon City, la linea temporale ambientata quattordici anni dopo si ispira maggiormente a opere come “28 giorni dopo” o “Army of the dead” perdendo così contatto con l’universo da cui trae origine.

Un aspetto che genera perplessità nelle otto puntante è il tono generale dell’opera. Per gran parte del tempo si ha un atmosfera seria ma di tanto in tanto la sceneggiatura si concede degli scivoloni nel grottesco che arrivano sempre nel momento sbagliato, spezzando il ritmo che già di per sé è poco omogeneo, tanto da chiedersi se siano volontari o meno questi improvvisi sbalzi grotteschi. Va detto però che per coloro che amano il trash questi istanti saranno senz’altro i momenti più apprezzati, però, considerando l’economia generale del racconto, queste scene indeboliscono ulteriormente una serie già alquanto con problemi di struttura e di narrazione, oltre che tecnici. Per fortuna però viene in nostro aiuto il sonoro, l’elemento più interessante e accattivante del prodotto audiovisivo, e la scrittura dei personaggi. Riguardo alla colonna sonora viene fatto un uso massiccio di canzoni pop rivisitate che vengono usate nei momenti giusti aiutando a risollevare le sorti dell’opera, in quei momenti in cui si tende alla noia. Per quanto riguarda i personaggi questi risultano essere sgradevoli e grotteschi, probabilmente a causa di una scrittura non all’altezza, ma ciò li rende tutti memorabili (anche se non per merito degli sceneggiatori), a causa dei loro comportamenti che fuoriescono da ogni logica (in primis quasi tutto ciò che fa Jade e Bea nel finale) che si dimostrano in grado di riaccendere l’interesse nella visione della serie nei vari momenti di fiacca.

Corri scappa, non c’è (purtroppo) il Nemesis!

In conclusione

Purtroppo questo adattamento in live action delude sostanzialmente per due motivi: regia ed effetti speciali nelle scene d’azione non all’altezza e una generale confusione a livello contenutistico. Infatti per cercare di accontentare più pubblico possibile (Teenager, fan di vecchia data, pubblico casual, etc…) lascia sostanzialmente tutti perplessi. Colonna sonora a parte, che risulta essere valida, la serie intrattiene per i motivi sbagliati, ovvero per l’incapacità di gestire il registro e i personaggi dell’opera. Non si sente l’esigenza di una seconda stagione, a meno che non siate fan del trash o della saga a prescindere e non vi vogliate perdere nessuna uscita collegata a questa.

Note positive

  • Colonna sonora azzeccata.
  • Riuscito mix tra horror e teen drama.
  • Momenti che risulteranno “cult” per gli amanti del trash.

Note negative

  • Regia action ed effetti speciali non all’altezza.
  • Tono generale dell’opera confuso.
  • L’affinità al materiale originario, pur presente risulta poco convincente.

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