SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano (2021): la docuserie Netflix di Gianluca Neri

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SanPa - Luci e tenebre di San Patrignano locandina

SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

Titolo originale: Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano

Anno: 2020

Paese: Italia, Stati Uniti d’America

Genere: documentario

Casa di Produzione: 42

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Gianluca Neri

Stagione: 1

Puntate: 5

Regia: Cosima Spender

Sceneggiatura: Carlo Gabardini, Gianluca Neri, Paolo Bernardelli

Fotografia: Diego Romero

Montaggio: Valerio Bonelli

Musica: Eduardo Aram

Trailer di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

Trama di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano narra la storia della comunità di recupero fondata dal carismatico Vincenzo Muccioli nel 1978, dagli inizi fino a quando è divenuta la maggiore d’Europa. Le interviste si alternano a filmati d’archivio che raccontano i momenti salienti della storia della comunità e del suo fondatore. Vincenzo Muccioli era amato per i valori in cui credeva, come la lotta contro l’emarginazione, la speranza di un recupero e il ritorno a una vita migliore in società per migliaia di giovani passati per San Patrignano. Tuttavia, è stato anche accusato di usare metodi poco ortodossi per tenere i tossicodipendenti lontani dalle droghe, come ad esempio l’uso delle catene.

SanPa - Luci e tenebre di San Patrignano
Fotogramma di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

Recensione di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

Fino a che punto un uomo può spingersi a fare del male a fin di bene? Fino a dove il fine giustifica i mezzi? Quanto male può essere inflitto a un individuo per donargli pace e libertà? Queste sono le domande che emergono dalla visione della docu-serie originale Netflix Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano. La serie, diretta da Cosima Spender, racconta in cinque episodi e 180 ore d’interviste la storia della comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978. La regista affronta in ordine cronologico le cinque tappe principali della storia della comunità, dall’origine fino al lento declino dopo la morte del suo fondatore. Attraverso le interviste a ex membri della comunità, testimoni diretti e non, giornalisti e psicologi, la serie Netflix offre un quadro completo e chiaro della situazione, rimanendo però sempre neutrale e invitando gli ascoltatori alla riflessione. Vincenzo Muccioli era un salvatore o un carnefice? Un eroe o un criminale?

In Italia, alla fine degli anni ‘70, arriva improvvisamente per le strade una nuova droga, l’eroina, che diventa unica ragione di vita per moltissimi giovani. I tossicodipendenti crescono in un tempo incredibilmente breve, fino a riempire i quartieri e le città. Sono considerati dei rifiuti della società, degli esseri privi di ogni dignità e rispetto. Come risolvere la situazione? Nessuno sa come fare, nessuno prende posizione, nessuno tranne Vincenzo Muccioli, l’uomo che non solo accoglie i tossicodipendenti sotto la sua ala, ma dà loro anche la possibilità di ripulirsi e tornare a vivere. È considerato come un santo, come la reincarnazione di Cristo, è la speranza. Ma, non avendo nessuna competenza a riguardo, come offrire una giusta cura? Quali mezzi adoperare? Abbiamo le prove che a San Patrignano la vita non fosse facile: segregazioni, catene, ceffoni e umiliazioni erano l’antidoto per la disintossicazione. Ma, se l’alternativa è la morte per overdose, perché no? L’articolo 13 della Costituzione italiana recita “La libertà personale è inviolabile”, ma se un individuo non è capace d’intendere e di volere il suo bene, quanto si può intervenire per indirizzarlo verso la giusta via? Quali mezzi superano questo limite di libertà? Sanpa non risponde a queste domande, ma ci pone davanti agli occhi un’importante riflessione.

SanPa - Luci e tenebre di San Patrignano
SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano

Oltre alle continue ripercussioni fisiche e psicologiche, i tossici in cura sono tenuti anche a lavorare come contadini, allevatori, macellai e sarti per la comunità e senza retribuzione, al contrario di quanto afferma l’articolo 36 della Costituzione “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Il lavoro è utilizzato a scopo terapeutico e per preparare i ragazzi alla dura realtà al di fuori di San Patrignano o funge come mezzo di sfruttamento per permettere alla figura di Muccioli d’istituire un impero miliardario all’insaputa di tutti? Un’altra importante riflessione alla quale la docu-serie non dà risposte.

Quando la comunità cresce e Muccioli non può più seguire tutti i suoi “figli”, i problemi aumentano: la violenza, i ceffoni paterni, le umiliazioni e le segregazioni diventano atti persecutori spesso gratuiti, attuati da subordinati di Muccioli, che aumentano fino a provocare l’omicidio di Roberto Maranzano. Non sappiamo se Muccioli fosse coinvolto nell’omicidio, anche se il suo autista e guardia del corpo, nonché ex-ospite di San Patrignano, Walter Delogu, lo accusa apertamente. Sappiamo però che Muccioli commette uno sbaglio: pecca di presunzione. Il suo carisma lo ha portato a diventare una delle figure più importanti d’Italia per ben vent’anni: è idolatrato, ritenuto un messia, un padre. Tuttavia, a causa di questa fama, la brama di potere gli fa perdere la via della ragione, gli fa dimenticare il suo intento primario, portando la sua comunità al declino dopo la morte a causa di AIDS nel 1995.

Egli non è l’unico responsabile. Il problema fondamentale di questa storia, che per molti anni è stata dimenticata ed è riaffiorata solamente in questi giorni grazie a Cosima Spender, non è solo la sottile e impercettibile distinzione che c’è tra male e bene, ma è anche il fatto che lo Stato non si preoccupò dei tanti giovani tossicodipendenti italiani che si aggiravano per le strade, non trovò soluzioni al problema e decise di non intervenire. San Patrignano si è fatto carico di una responsabilità troppo grande che non poteva riuscire a gestire da solo. Se ci fosse stata più comprensione e voglia di agire da parte dello Stato, magari tutto ciò non sarebbe successo. Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano ci pone questa riflessione: che cosa si sta facendo ancora oggi per eliminare il problema della tossicodipendenza? Una domanda che tutt’oggi cerchiamo di evitare, perché la droga è rimasta un argomento tabù, un problema di cui si preferisce non parlare, ma che rimane sempre lì, dietro l’angolo, all’oscuro.

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