Sette video musicali da vedere

Film e serie tv sono di certo un ottimo modo per passare questi lunghi giorni trascorsi a casa. Grazie alle molteplici piattaforme streaming, la tv e il digitale stiamo riscoprendo titoli di vecchie pellicole oppure nuove stagioni di serie televisive rilasciate ultimamente. Tuttavia, possiamo riscoprire l’arte cinematografica anche attraverso un videoclip che riesce a condensare in pochi minuti la bellezza visuale e quella sonora. Ecco una lista di sette videoclip dagli anni 2000 ad oggi, da vedere o (ri)vedere.

When I Get Home, Solange Knowles (Solange Knowles, Alan Ferguson, Terence Nance, Jacolby Satterwhite e Ray Tintori 2019)

Cantante, attrice, ballerina, modella, produttrice e regista. Solange Knowles non è solo la sorella della più celebre Beyoncè ma è una delle artiste più apprezzate del panorama R&B contemporaneo. Il suo quarto album in studio When I Get Home è stato accompagnato da un visual album di 41 minuti che Solange scrive, dirige, e monta con il contributo di altri registi tra cui l’ex marito Alan Ferguson.  Un’opera complessa sull’identità black, la libera espressione della femminilità e la ricerca delle proprie radici nella sua città natale di Houston. Il video/film fonde diverse arti performative dalla danza contemporanea, l’estetica del Rodeo, la pole dance e il ritorno della concentricità come movimento fluido e continuo che si ripete in tutto il film. Ambientato tra distese desertiche del Texas e l’apparente austerità degli interni, When I Get Home è un’ode alla “black culture”, alla meditazione e alla performance artistica come espressione diretta d’identità.

Nikes, Frank Ocean (Tyrone Lebon, 2016)

Nella sua fantasmagorica esistenza nel mondo musicale, Frank Ocean è uno spettro che appare e scompare scegliendo l’assenza come arma più affascinante. Delle 17 tracce presenti in Blonde il suo ultimo album rilasciato nell’agosto del 2016, Nikes è l’unica con un video musicale. Il videoclip (diretto da Tyrone Lebon che aveva già collaborato con il cantautore californiano per la campagna di Calvin Klein nello stesso anno) è un ipnotico e provocante montaggio di immagini e scene che vedono protagonisti simboli, artisti famosi e riferimenti alla cultura hip-hop. Frank Ocean appare subito seduto dietro una macchina costosa, il viso truccato da un vistoso eyeliner per poi vederlo completamente ricoperto di brillantini in un teatro vuoto con indosso una scintillante tuta d’astronauta. Il video NSFW è un’esperienza visuale e sensoriale nata da impressioni e immagini derivanti dalle musiche e dai testi di Ocean come ha affermato lo stesso Lebon in un’intervista: “Ho interpretato la canzone come un flusso di coscienza di Frank – ricca di frammenti di storie, emozioni e idee. La grafica è arrivata immediatamente quando ho ascoltato per la prima volta la canzone – […]”

White Labels, Vitalic (Pleix, 2006)

Il collettivo di artisti francesi Pleix famosi soprattutto per spot, video e istallazioni, nel 2006 ha girato Birds, video per il brano White Labels del dj francese Vitalic. Protagonisti assoluti sono cani di ogni razza e taglia che vengono lanciati in aria e fatti attraversare da luci laser coloratissime. Il video sfrutta l’uso dello slow motion e del ralenti per enfatizzare le zampe, le code e i musi facendoli vibrare in aria come fossero appunto, uccelli. Birds è un’esplosione di allegria che ci fa vede i migliori amici dell’uomo in una dimensione spaziale priva di gravità.

What It Feels Like For a Girl, Madonna (Guy Ritchie, 2001)

Prima del loro divorzio avvenuto nel 2008, Guy Ritchie e Madonna hanno collaborato a diversi progetti tra cui il video del singolo What It Feels Like For a Girl contenuto nell’album Music del 2000. Nel video la cantante è una criminale intenta a vendicarsi contro ogni uomo che incontra in un rutilante viaggio in cabriolet accanto ad una anziana presa in una casa di cura. Il video sembra un vero e proprio rape revenge movie in cui Madonna interpreta la bad girl che compie numerosi infrazioni stradali, usa armi, ruba dei soldi, falcia un gruppo di giocatori di hockey. Il netto contrasto fra la criminalità esposta e fiera di Madonna, e la passività e tenerezza della vecchia anziana che subisce rende tutto drammatico ma nello stesso tempo fortemente ironico. A causa del suo contenuto violento il video fu trasmesso solo di notte durante gli anni di MTV prima di essere censurato definitivamente nel 2002.

Hello, Adele (Xavier Dolan, 2015)

Le scelte musicali di Xavier Dolan nei suoi film sono state spesso criticate (troppo pop? troppo commerciali? troppo azzardate?). Eppure il regista canadese, ad oggi, è quello che ha saputo utilizzare al meglio la modalità del racconto tipica del videoclip in un lungometraggio. Nel 2015, sulla piattaforma VEVO, viene rilasciato il video del brano di Adele contenuto nell’album 25 diventando subito un fenomeno raggiugendo in sole 24ore ben 27.7 milioni di visualizzazioni. Nel video Dolan inserisce la cantante in un’atmosfera rarefatta fra memoria e presente, dove si alternano primi piani del bellissimo volto della cantante, uso di soggettive e momenti quotidiani trascorsi in una casa polverosa e abbandonata di Montreal. Girato con i colori seppia e bianco e nero Hello è in pieno stile dolaniano per far emergere il lirismo, la poeticità e il sentimento di solitudine che si prova dopo l’abbandono d’amore.

Mystery of Love, Sufjan Stevens (Ferdinando Cito Filomarino, 2017)

Per Call Me By Your Name il cantautore e musicista indie Sufjan Stevens ha scritto e composto due brani. Il primo, Visions of Gideon, utilizzato nel film nella ormai famosa sequenza finale di Elio difronte al camino, e il secondo Mystery Of Love rilasciata anche con un videoclip.  Girato dal regista 33enne milanese Ferdinando Cito Filomarino, il video musicale unisce alcune sequenze del film di Guadagnino con le immagini di statue greche e romane conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il regista di Antonia (2015) e Diarchia (2010) riprende soprattutto i dettagli di volti e dei corpi delle statue anche grazie alle ombre e alle luci che ne esaltano la tonicità e le forme. Il video è riuscito a rievocare l’atmosfera del film e del libro di Aciman in cui la storia dell’arte e la bellezza ellenistica sono parte metaforica del racconto d’amore fra Elio e Oliver.

On the Nature of Daylight, Max Richter (George Belfield, 2019)

Ad Elisabeth Moss basta solo il volto. L’attrice di Handmaid’s Tale e The Invisible Man è fra le migliori della sua generazione e non smette di mostrare la sua capacità e facilità interpretativa nel recitare soprattutto con il viso. Nel video del brano di Max Richter la Moss viene ripresa in una lunga carrellata che segue il suo lento e faticoso errare notturno in una città che sembra non accorgersi di lei. Il video si apre in un bar con una chiamata che si conclude probabilmente con una notizia sconvolgente. per poi proseguire tra lo smarrimento e la solitudine che la protagonista sta provando. Rabbia, isolamento e dolore che infine esplodono in un pianto dirotto all’alba di una giornata che sta per iniziare. George Belfield ha diretto anche per i brani di Tom Odell e Ed Sheeran.

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