Soldado (2018): un film di Stefano Sollima ricco di suspense

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Trailer ita di Soldado (2018)

Volete arrivare fino in fondo? Allora dovrò sporcarmi.

Soldado

Dopo aver diretto con successo ACAB – All Cops Are Bastards (2012), Suburra (2015) e serie televisive del calibro di Romanzo criminale (2008-2010) e Gomorra (iniziata nel 2014), Stefano Sollima sbarca ad Hollywood dirigendo Benicio del Toro e Josh Brolin in Soldado. Del 2018, questo lungometraggio ricorda molto le opere solitamente dirette dal regista italiano ma stavolta mette in scena attentati terroristici, cartello messicano e governo statunitense in un trittico sensazionale.

Trama di Soldado

I terroristi islamici sfruttano l’aiuto del cartello messicano per infiltrarsi clandestinamente nel territorio statunitense per poi attuare i vari attentati. In un supermercato dei kamikaze si fanno esplodere uccidendo quindici persone e terrorizzando tutta Kansas City. Il governo americano affronta la situazione di petto: assolda l’agente della CIA Matt Graver e gli concede di applicare misure estreme per impedire ai cartelli della droga di aiutare i terroristi ad oltrepassare il confine. Graver convince il Dipartimento della Difesa a istigare una guerra tra le maggiori organizzazioni criminali messicane e per attuare il piano recluta Alejandro Gillick, un soldato smosso da motivi di vendetta.

Recensione di Soldado

Sequel di Sicario (2015, regia di D. Villeneuve), Soldado si dimostra un film degno di nota. La cinepresa di Stefano Sollima non lascia spazio a vuoti scenici, si addentra in un tunnel assordante, inquietando lo spettatore e trascinandolo in un’opera cinematografica dall’impatto sensazionale. Il sonoro è opprimente, inoculando dosi di tensione per tutta la visione. Il ritmo è calzante, capace di accompagnare l’azione in ogni sua parte. E se ciò non bastasse, l’obiettivo della telecamera non si ferma qui. Esso riesce a trasformare un action movie in un vero e proprio thriller.

Come ci riesce? Beh, non ci vuole solo un grande effetto sonoro o una fotografia con zone d’ombra ma altro. E quest’altro non si può solamente abbozzare in una sceneggiatura, è necessario percepirlo davanti ad uno schermo.

Ciò che si ravvisa infatti è cupezza, dinamismo e freddezza. L’inizio è allarmante e il senso di preoccupazione si estende fino ad avvolgere la pellicola, imperniata sul tema del terrorismo islamico e su come gli uomini kamikaze oltrepassino il confine messicano grazie all’aiuto del cartello. Traffici loschi, attentati e omicidi prendono forma da una sceneggiatura efficace e densa che assume pienezza rifrangendo la nitida lente del cineasta. Benicio del Toro, nelle vesti del soldato, Alejandro Gillick, riesce a imprimere nel personaggio un senso di ombrosità che cela sofferenza restituendo al pubblico un’interpretazione impeccabile. Questa pellicola, imbevuta di tensione e contraddistinta da scene impressionanti, conferma il talento di Sollima che non fa rimpiangere assolutamente la regia di Villeneuve in Sicario.

Note positive

  • Sonoro
  • Regia

Note negative

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