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Storia di un matrimonio
Titolo originale: Marriage Story
Anno: 2019
Paese di produzione: Usa
Genere: drammatico, sentimentale
Produzione: Heydey Films
Distribuzione: Netflix, Cineteca di Bologna
Durata: 136 min
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach
Montaggio: Jennifer Lame
Dop: Robbie Ryan
Musica: Randy Newman
Attori: Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta, Azhy Robertson, Julie Hagerty, Merritt Wever
Trama di Storia di un Matrimonio
Charlie (Adam Driver) e Nicole (Scarlett Johansson) sono sposati, hanno un figlio di nome Henry (Azhy Robertson) e vivono a New York, dove coltivano le rispettive carriere di regista e attrice nella medesima compagnia teatrale. Sembrano una famiglia felice; in realtà, il loro matrimonio è in crisi. Nonostante l’aiuto di un terapista di coppia, i due coniugi non riescono più a comunicare i loro sentimenti. Tutto precipita quando Nicole torna a Los Angeles – sua città natale – per girare una serie tv. Nello stesso momento, infatti, Charlie ha l’occasione di allestire il suo primo spettacolo a Broadway. I due iniziano a contendersi loro figlio: per Nicole, questo dovrebbe seguirla a Los Angeles; per Charlie, dovrebbe restare a casa sua, a New York. Nicole decide così di rivolgersi a un avvocato (Laura Dern) per chiedere il divorzio da Charlie e negoziare la custodia di Henry. È l’inizio di un percorso doloroso e frustrante, anche se Nicole e Charlie cercheranno comunque di restare una famiglia unita.
Scarlett Johansson in storia di un matrimonio Storia di un matrimonio
Recensione di Storia di un Matrimonio
Dopo Il calamaro e la balena del 2005, Noah Baumbach torna sul tema del divorzio in Storia di un matrimonio (Marriage Story), spostando la focalizzazione del racconto dai figli agli sposi. Se nel primo film aveva raccontato la separazione dei suoi genitori, per il secondo si è ispirato al divorzio con l’attrice Jennifer Jason Leigh. Marriage Story è stato presentato il 29 agosto 2019 in concorso, per il Leone D’oro alla 76° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Divorziare con un figlio può essere la cosa piu difficile della tua vita. È come una morte senza cadavere.
Storia di un matrimonio
Storia di un matrimonio inizia con Nicole e Charlie che raccontano, rispettivamente, cosa amano l’uno dell’altro, mentre le immagini della loro vita matrimoniale scorrono sullo schermo. Poi, veniamo catapultati nello studio del terapista di coppia: scopriamo che è stato quest’ultimo ad assegnare loro l’esercizio. In quel momento, le belle parole che Nicole e Charlie hanno appena speso l’uno per l’altro suonano come una farsa. Adesso il loro matrimonio è al capolinea, e i due hanno bisogno di ricordarsi quel che di bello c’è stato tra loro per andare avanti. La crisi matrimoniale di Nicole e Charlie è raccontata da Noah Baumbach come una tragicommedia. Tutte le fasi del divorzio assumono i contorni di una rappresentazione teatrale, di un gioco delle parti in cui gli attori sono i personaggi stessi.

Gli esempi più evidenti sono i protagonisti Nicole e Charlie. In quanto attrice e regista di teatro, la recitazione fa parte della loro vita professionale. Non solo: è il linguaggio attraverso il quale esprimono una parte di loro stessi anche nella “vita vera”. Infatti, in due scene diverse del film, entrambi manifestano il loro stato d’animo attraverso una canzone tratta da un musical di Broadway: Nicole con You Could Drive a Person Crazy, Charlie con Being Alive (entrambe da Company di Stephen Sondheim). Per ottenere la custodia di Henry – dato che l’amore non basta – Nicole e Charlie devono interpretare il ruolo dei genitori perfetti all’assistente sociale incaricata di decidere. Anche gli avvocati (Laura Dern e Ray Liotta) fingono di mettersi nei panni dei loro assistiti, ma in realtà seguono solo la logica secondo la quale vince chi provoca più dolore all’altro. Nicole e Charlie provano a nascondere le loro debolezze, con risultati tragicomici. Non sono preparati a gestire lo stress provocato dalla causa giudiziaria, come vediamo nella scena della loro discussione, dove le emozioni represse fino a quel momento esplodono in un dialogo molto teatrale (non a caso). Non è casuale neanche la scelta di mostrare Halloween, la festa americana del travestimento per eccellenza, per ben due volte nel corso del film. Baumbach sembra sfruttare questa festività non solo per creare un motivo di litigio tra Charlie e Nicole, costretti a dividersi il figlio, ma anche come pretesto per comunicare qualcosa in più della personalità dei suoi personaggi attraverso il travestimento. Infatti, Charlie indossa un costume da Uomo Invisibile e poi uno da fantasma, mentre Nicole si traveste da David Bowie e da Beatles.
La distanza emotiva tra Charlie e Nicole è rappresentata anche nello spazio. La regia mostra spesso i due personaggi agli estremi dell’inquadratura, oppure frappone tra loro un ostacolo, come l’emblematico cancello automatico. La contrapposizione dei personaggi è rappresentata anche dalla diversità tra l’affollata New York e la spaziosa Los Angeles, oltre che dalla differente forma di spettacolo dominante nelle due città – il teatro e il cinema. Attraverso il divorzio, NoahBaumbach esplora inevitabilmente anche il matrimonio. Infatti, sotto alla maschera da duri che Nicole e Charlie sono costretti a indossare, c’è ancora una forma di amore, che emerge in piccoli gesti e attenzioni. Ad esempio: spuntare i capelli, spingere il cancello automatico bloccato o allacciare le scarpe. Come ha affermato il regista,
Quando un matrimonio smette di funzionare, hai l’opportunità di guardarci dentro e capire cos’è veramente
cit. Noah Baumbach
Storia di un matrimonio riesce a mantenersi sempre sincero nella rappresentazione del divorzio come una messa in scena tragicomica, grazie alla scrittura empatica di Noah Baumbach e all’autenticità dei due meravigliosi interpreti principali, Scarlett Johansson e Adam Driver.
Note positive
- La sceneggiatura di Noah Baumbach
- Le interpretazioni di Scarlett Johansson e Adam Driver, ma anche di Laura Dern
- La colonna sonora di Randy Newman
Note negative
- La durata leggermente eccessiva