Survivers (2020): l’ignoranza e l’arroganza sono la fine della specie umana | Ravenna Nightmare Film Festival

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Survivers

Survivers

Titolo originale: Survivers

Anno: 2020

Paese: Spagna

Genere: Fantascienza

Produzione: Masala Studio, N3Films

Distribuzione: Carlos Gómez-Trigo

Durata: 6 min

Regia: Carlos Gómez-Trigo

Sceneggiatura: Carlos Gómez-Trigo

Produttori: Carlos Gómez-Trigo

Fotografia: Marino Pardo

Montaggio: David Castro González

Musica: Christian Azuaje

Attori: Stéphanie Magnin, Maarten Dannenberg, Alex Moreu

Trailer del cortometraggio Survivers

Survivers è un cortometraggio diretto dallo spagnolo Carlos Gómez-Trigo (anche regista del corto Maelstrøm) in concorso al Ravenna Nightmare Film Festival 2021. Ha avuto la sua prima mondiale a novembre 2020 sempre qui in Italia, ma al Trieste Science+Fiction Festival. Il cortometraggioè stato presentato nel nostro paese il 6 novembre 2021 sulla piattaforma streaming di MYmovies.

“Jean-Paul: come si scrive in inglese ‘sopravvissuto’? ‘Surviver’ o ‘Survivor’?

Sóphie: Non importa. Possiamo inventarci una lingua.”

Cit. Survivers

Trama di Survivers

La selezione naturale dice che solo chi si adatta può sopravvivere. E se gli esseri umani fossero diventati stupidi?

Survivers
Fotogramma del cortometraggio Survivers

Recensione di Survivers

La teoria dell’evoluzione e la selezione naturale proposta dal biologo Charles Darwin attribuisce che la sopravvivenza di ogni essere vivente riguarda più che altro a come egli si adatta ai cambiamenti intorno a lui e alle sue capacità di procurarsi da mangiare e di proteggersi da qualsiasi minaccia. In Survivers, secondo cortometraggio del regista spagnolo Carlos Gómez-Trigo, la sopravvivenza della specie umana dipende, invece, dall’evoluzione intellettuale vista dall’agire delle persone dinanzi a una crisi mondiale e anche dalla responsabilità che ha l’uomo in quanto ai cambiamenti climatici.

In questa storia di Gómez-Trigo, girata in francese a Valdeluz (Spagna), Jean-Paul (Alex Moreu), Sóphie (Stéphanie Magnin) e Marc (Marteen Dannenberg) sembra di stare con gli unici umani rimasti vivi di quella che sarebbe la “fine del mondo”, originata da una collisione di nubi elettriche, l’emanazione di gas tossici e l’abbassamento delle temperature in tutto il pianeta.

“Questo è un avviso di emergenza. Non uscite di casa. Gli aiuti stanno arrivando…”, ripete una voce automatizzata che si sente in tutta la città e, nonostante questo avviso, loro tre si trovano dentro una macchina per strada, sembra più per volontà propria che per infortunio. Non si sa dove pretendono di andare, non si sa minimamente chi sono loro. L’unica cosa certa è che vogliono agire di testa loro e non seguire le indicazioni generali stabilite (forse) dallo Stato o dalle istituzioni specializzate nella catastrofe. Ma non solo: tutti e tre agiscono con ignoranza, uno più dell’altro. Basta solo il primo dialogo per capire questo: “-Come si scrive in inglese ‘sopravvissuto’? ‘Surviver’ o ‘Survivor’?”, “-Non importa. Possiamo inventarci una lingua.”

Da un lato, c’è Jean-Paul che vuole togliersi la maschera di protezione perché pensa che ormai le regole non servono a niente; dall’altro lato, c’è Marc che si fida dalle “capacità” di Sóphie, e poi c’è lei che dubita di se stessa e dei calcoli di tempo che aveva fatto per togliersi le maschere senza correre dei rischi.

Nonostante siano evidenti le tematiche che emergono dal sottotesto di Survivers, tra cui l’alto prezzo della mancanza di buon senso e la presunzione e l’ignoranza come “autocondanna” dell’umanità, il conflitto narrativo del corto è debole e da un primo approccio non risulta del tutto chiaro. È vero che il tempo narrativo di un cortometraggio è abbastanza limitato, ma il conflitto centrale e i personaggi devono essere comunque ben delimitati. In Survivers, tutto risiede praticamente nella premessa e nelle tematiche coinvolte e non in una storia vera e propria che le porti avanti. Come conseguenza di queste mancanze, i pochi snodi narrativi presenti sono poco rilevanti e accattivanti, rendendo lento il ritmo e piatto lo sviluppo di una trama quasi inesistente. I personaggi sono sulla stessa linea di scarsa elaborazione, essendo anonimi, senza una caratterizzazione né un’anima e personalità approfondite.

In tutto questo, il regista e anche sceneggiatore del cortometraggio scommette sul mix tra fantascienza e mistero, con un tocco di comicità attraverso delle battute non ben riuscite, per poi arrivare a un finale aperto che potrebbe far pensare a delle ipotesi che neanche danno una soddisfazione, proprio per i problemi che riguardano la costruzione della storia.

Non si può discutere, però, che il cortometraggio ha un’atmosfera dark molto ben creata grazie a una stupenda fotografia e a un accurato lavoro di color grading e di effetti visivi che lo rendono visivamente attraente e che generano alte aspettative che, purtroppo, la sceneggiatura si incarica di distruggere.

Survivers è, pertanto, più forma che sostanza, un’occasione probabilmente sprecata visto che la sua premessa e sottotesto sono il pane quotidiano e forse un riflesso del futuro che ci aspetta come umanità.

“(Jean-Paul) Brutto presuntuoso del cazzo, anche col mondo che sta per finire.”

Cit. Survivers

NOTE POSITIVE

● Premessa del cortometraggio.

● Fotografia.

● Effetti visivi.

NOTE NEGATIVE

● Il conflitto tra i personaggi è debole e non è molto chiaro.

● I personaggi sembrano solo sbozzati, poco elaborati, essendo quasi stereotipati.

● Scarso sviluppo della trama, con snodi narrativi deboli e poco accattivanti che rendono piatto il cortometraggio.

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