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Tender
Titolo originale: Tendre
Anno: 2020
Paese: Francia
Genere: Documentario
Produzione: 5A7 Films
Distribuzione: Manifest
Durata: 43 minuti
Regia: Isabel Pagliai
Sceneggiatura: Mathias Bouffier, Isabel Pagliai
Fotografia: Isabel Pagliai
Montaggio: Mathias Bouffier
Musiche: Jérôme Petit, Martin Delzescaux, Simon Apostolou
Attori: Chaïnes Bizot, Hugo Mercier, Mia Desmoulin, Tony Desmoulin, Teddy Desmoulin, Léa Desmoulin, Kylian Desmoulin
Trama di Tender
Mia chiede al restio Hugo di raccontarle la sua storia d’amore (ormai terminata) con Chaïnes. I ricordi iniziano a riaffiorare nella mente del ragazzo.
Frame di Tender
Recensione di Tender
Un racconto a quadri fissi quello che ci presenta Isabel Pagliai, qui al suo terzo cortometraggio da regista dopo Isabella Morra (2015) e Orfeo (2017), in Tender. Durante una giornata estiva Mia chiede a Hugo di raccontarle la sua relazione (ormai finita) con Chaïnes, i ricordi riaffiorano nella mente del ragazzo.
Le scene iniziali del film sono caratterizzate dalla costante presenza del fuori campo; Hugo parla ma non si vede; e ciò avviene anche nei suoi primi ricordi, egli (con l’amata Chaïnes) c’è ma non si mostra. Qui la storia (e i suoni) e le immagini avanzano come se fossero due rette parallele distanti, estranee. I dialoghi non visibili, frenetici e crudi, si sovrappongono su inquadrature fisse che catturano immagini campestri immobili.
Frame di Tender
L’ambientazione del racconto, che qui gioca un ruolo fondamentale, è una Francia bucolica, selvaggia; come selvaggi sono anche i protagonisti: un piccolo branco di ragazzini che danno l’impressione di vivere al di fuori delle leggi sociali (non esistono città, case o adulti) e delle leggi naturali (essi sembrano destinati a un’eterna giovinezza vissuta in una permanente estate). Ciò che intacca questa realtà primordiale sono proprio i sentimenti. Un amore è terminato e noi spettatori siamo portati a indagare sulle cause della rottura e sulle conseguenze che essa ha determinato, attraverso una serie di flashbacks che finiscono per fondersi con il presente.
La realtà (come descritta prima) primordiale di Tender è inevitabilmente riconducibile alla realtà degradata di Gummo (1997), opera prima di Harmony Korine; e queste due realtà, a loro volta, sono entrambe inevitabilmente riconducibili alla realtà selvaggia descritta da William Golding nel suo romanzo del 1954 Il Signore delle Mosche (opera trasportata sul grande schermo nel 1963 da Peter Brook). Per completare l’analisi drammaturgica di Tender, cortometraggio disponibile su Mubi, è necessario dire che primordiale, qui, è anche il rapporto quasi fraterno che i personaggi hanno con la natura e il rapporto violento che essi hanno gli uni con gli altri.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico dell’opera, la regista francese è autrice di una prova pulita e interessante; le immagini e le luci (curate dalla stessa Pagliai) scherzano con le opere surrealiste di Magritte; infatti assistiamo, in modo particolare nella sezione finale del cortometraggio, a una continua citazione ai dipinti del pittore belga, soprattutto per quanto riguarda il tema de L’Impero delle Luci.
Frame di Tender
In breve è inevitabile promuovere a pieni voti il lavoro svolto dietro la macchina da presa e l’opera nella sua completezza.
Note positive
- Regia
- Fotografia
Note negative
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