
The Haunted Swordsman
Titolo originale: The Haunted Swordsman
Anno: 2019
Genere: fantastico, animazione, horror
Paese: Stati Uniti d’America
Produzione: Sultan Saeed Al Darmaki, Heather Henson, Lisa Henson, Elias Savada, Jason Speer
Durata: 16 min
Regia: Kevin McTurk
Sceneggiatura: Tab Murphy
Fotografia: Bennett Cerf
Montaggio: Michael Fallavollita
Musiche: Will Thomas
Attori: Jason Scott Lee, Christopher Lloyd, James Hong, Franka Potente
Recensione di The Haunted Swordsman
“Un solitario pupazzo samurai cerca vendetta”: questa la descrizione del film, che già desta perplessità dal momento che tutti i personaggi del film sono pupazzi – nello specifico marionette ispirate al teatro Bunraku – e quindi appare fuorviante sottolineare il fatto che il protagonista sia appunto un pupazzo. La trama e l’ambientazione del film, inoltre, sono decisamente fantasy e non hanno niente a che vedere con il genere sci-fi cui il festival di Trieste è dedicato.
Il film lascia in generale perplessi, dal momento che si tratta evidentemente del primo capitolo di una saga non ancora realizzata e non di un’opera compiuta: presentato come cortometraggio autonomo, il film lascia un senso di incompiutezza e quasi di sconcerto, poiché finisce proprio quando la trama vera e propria sembra iniziare. Il fatto che la saga vera e propria debba ancora essere realizzata impedisce di analizzare la trama con cognizione di causa, ma già dal primo episodio si può apprezzare la commistione di diversi elementi mitologici. Il folklore più evidentemente ripreso è quello giapponese, che non traspare solo dall’ambientazione ma anche dall’etica che guida il samurai e dall’uso stesso delle marionette Bunraku. Si possono tuttavia trovare riferimenti anche alla mitologia greca: l’antro del Monaco Nero ricorda la grotta della Sibilla, la strega guardiana un misto tra Cerbero e una Gorgone e il viaggio che intraprende il protagonista si configura come un’Odissea. A proposito di Odissea, un’altra mitologia presente nell’opera è quella prettamente cinematografica del “viaggio dell’eroe”, teorizzata da Jospeh Campbell ma già riscontrabile in gran parte delle narrazioni popolari: l’entrata nel “mondo straordinario” dell’eroe, episodio che dovrebbe innescare la trama vera è propria, è tuttavia il finale del film, anche se il viaggio all’interno della caverna del Monaco Nero e i personaggi incontrati dal samurai sembrano far decisamente parte di un mondo in cui l’eroe ha già iniziato il suo cammino.
Lati positivi
- Interessante ripresa di più mitologie e in particolare del folklore giapponese
Lati negativi
- Episodio totalmente inconcludente senza il seguito della saga
- Animazioni non sempre convincenti