The place (2017): Un Locale che mi piace chiamare Inferno

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the place locandina

The Place

Anno2017

Paese di produzioneItalia

GenereDrammatico, Fantasy

Produzione: Medusa Film, Lotus Production, Leone Film Group.

Distribuzione: Medusa Film

Durata: 1h 45m

Regia:  Paolo Genovese

Sceneggiatore: Isabella Aguilar, Paolo Genovese

Montaggio: Consuelo Catucci

Dop: Fabrizio Lucci

Musica: Maurizio Filardo

AttoriValerio MastandreaMarco GialliniAlba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini

Trailer italiano del film The Place

Trama di The Place

Un gruppo di estranei entra in contatto, in maniera apparentemente casuale, con una figura alquanto misteriosa che afferma di possedere il potere di avverare i sogni. In cambio, lo strano essere, vuole che l’individuo compia un compito per lui.

Recensione di The Place

Stavolta è difficile rimanere sorpresi. Passi metà della tua esistenza a vedere film a iosa e diventi sempre più esigente. Se poi sei un amante del cinema che vive in Italia, allora la questione si fa sempre più complicata. Ultimamente le cose sembrano essere leggermente cambiate nel nostro Bel Paese, a partire proprio dalle aspettative nei confronti dei film italiani. Nuovi autori emergono e titoli meritevoli si fanno più frequenti. Lungi da me dire che siamo ritornati ai fasti di un tempo ma perlomeno riesco a trovare qualche film italiano che posso definire persino Bello! L’unica nota discutibile sull’attuale clima cinematografico nostrano è la tendenza a replicare in chiave diversa un prodotto di successo. Dopo un “Lo Chiamavano Jeeg Robot”, ne sono arrivati altri tre più o meno simili e lo stesso si può dire per un “Smetto quando Voglio” o un “La Pazza Gioia”. Impressione che sorgeva anche di fronte alla fatica di Paolo Genovese del 2017, “The Place” dovuta alla sua somiglianza con la struttura drammaturgica di “Perfetti Sconosciuti”. Di fatto sono film molto simili nell’impianto ma diversi nelle atmosfere e le riflessioni. E per questo e altri motivi, “The Place” mi ha convinto.

Gigi: Sei un mostro Uomo: Diciamo che dò da mangiare ai mostri.

cit. The Place

Ispirato alla serie televisiva “The Booth at the End”, “The Place” non evita la facile trappola dell’esercizio di stile perché di fatto un po’ lo è, con il suo ritmo molto vicino al teatro (anche più di “Perfetti Sconosciuti”) e le sue innumerevoli storie. Non posso certo dire che “The Place” sia un film adatto a tutti sia per le sue ambizioni narrative che per il suo clima così cinico e spesso maligno. Eppure sono anche gli elementi che me l’hanno fatto apprezzare.

Raccontare una storia così ricca di sfumature, rappresentate soprattutto dal misterioso Uomo (un luciferino ma non del tutto disumano Valerio Mastandrea), non è un’impresa facile e si può riconoscere che Genovese almeno ci ha provato. Se tale sforzo può essere apprezzato o meno, è una questione puramente soggettiva. Come già accennato prima, sono tra quelli che non solo ha accettato la sua sfida ma che l’ha pure gradita. Credo di aver visto molto cinema nella storia di quest’oscuro intermediario di nefandezze che passa le sue giornate a gestire e ascoltare anime sperdute, rese tali dal dubbio (la candida suora di Alba Rorhwacher [Perché non possiedo il potere di attraversare la quarta parete e poterla abbracciare per quanto è tenera?!]), la disperazione (l’ottimo Vinicio Marchioni o il non vedente interpretato dal sempre più onnipresente Alessandro Borghi), la rabbia (il prezzemolino Marco Giallini), l’insoddisfazione (Vittoria Puccini, davvero sorprendente) o una versione effimera e persino misera di felicità (la splendida Silvia D’Amico [Chiede pure di essere più bella!]) che può sfociare anche nella follia (un misurato Rocco Papaleo). Tutte marionette al servizio dell’uomo all’altro lato del tavolo, armato di una grossa agenda nera e che non sembra provare alcun piacere in quello che fa.

Le domande che possono sorgere durante la visione sono molteplici: chi è davvero questo essere ripugnante (il Diavolo? O forse un semplice malvivente?)? I desideri che promette li può davvero realizzare o è solo frutto del caso? Se qualcuno si aspetta risposte concrete a questi interrogativi, rimarrà deluso ma la verità è che “The Place” è proprio come il suo protagonista: non fornisce soluzioni concrete solo possibilità da valutare ed eventualmente affrontare. Trovare un film (italiano per lo più) capace di stimolarti in questo modo non è facile e ringrazio quindi Genovese e il suo gruppo di sbandati perché hanno capito che al cinema bisogna saper anche osare.

Note positive: 

  • “The Place” risulta un esercizio di stile onesto, senza rinunciare a delle riflessioni tutt’altro che disprezzabili.
  • Il Cast indovinato.
  • Valerio Mastandrea è alle prese con un personaggio ambivalente e complesso.
  • Paolo Genovese conferma la piega positiva intrapresa nella sua attuale filmografia.

Note negative

  • The Place” non possiede la semplicità di “Perfetti Sconosciuti” e quindi risulta meno digeribile a un pubblico poco esigente.
  • Nell’Atto Finale vengono scelte soluzioni coerenti ma che non verranno apprezzate da tutti.
  • La sceneggiatura di “The Place” non possiede la stessa misura di “Perfetti Sconosciuti” e qualche volta emerge dell’enfasi eccessiva, per quanto motivata.

   

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