The Story of Film: An Odyssey – Uno sguardo socio politico sul cinema

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The Story of film An Odyssey locandina

The Story of film: An Odyssey

Titolo originale: The Story of film: An Odyssey

Anno: 2011

Paese: Regno Unito

Genere: Documentario

Produzione Hopscotch Films

Distribuzione: BIM Distribuzione

Regia: Mark Cousins

Stagione: 1

Puntate:  15

Attori: Mark Cousins ( voce narrante del documentario originale)

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Trailer di The Story of Film: An Odyssey

Recensione di The Story of Film: An Odyssey

Alla fine della guerra di Troia, narrata da Omero nell’Illiade, Ulisse inizierà un viaggio per ritornare nel suo paese nativo Itaca ma niente è facile e scontato come sembra. L’uomo con i suoi compagni di guerra dovrà divenire un vero e proprio viaggiatore intraprendendo una lunga e instancabile odissea, piena di peripezie che lo costringono a cambiare totalmente rotta venendo contaminato da altri individui (spesso divinità) durante il suo percorso. Il cinema in The Story of Film: An Odyssey viene esaminato nel suo lungo e mutevole arco di trasformazione, in una lunga e complessa odissea che lo ha modificato nel tempo attraverso il contagio di varie culture che si sono mischiate insieme per far evolvere nel tempo tecnicamente e concettualmente il prodotto filmico.

The Story of Film: An Odyssey è il primo progetto documentaristico a cura di Mark Cousin, basto sul suo omonimo libro accademico del 2004, che vuole tentare di narrare il mondo del cinema nella sua totalità storica, dal pre-cinema stesso fino agli anni 2000, utilizzando lo stile seriale creando quindici episodi di un ora circa che vanno ad analizzare un determinato periodo storico o un momento di un cinema all’interno di una nazione geografica. Il progetto è indubbiamente molto complesso da svolgere, risultando un idea ardua nella sua realizzazione ma il documentario a tinte storiche nonostante le sue visibili pecche riesce a parlare della settima arte con amore e rispetto ponendo all’occhio degli appassionati titoli filmici da recuperare e che, spesso e volentieri, vengono poco descritti nei testi di storia del cinema.

Lo stile registico usato per narrare la storia del cinema sfrutta maggiormente spezzoni dei film che vengono spesso e volentieri descritti (a tratti in maniera superficiale e imprecisa) dalla voce narrante, a loro sono alternate immagini dalle città o interviste degli attori e registi di quel dato periodo storico, ma se l’uso delle pellicole all’interno del montaggio sono funzionanti per supportare il testo narrato la stessa cosa non possiamo asserire delle immagini sulle città che se da un lato vanno a mostrare alcuni edifici e luoghi storici che risultano divergenti dal tempo degli eventi mostrati nella puntante, spesso appaiono inquadrature quasi a caso e messe lì senza un reale motivo ma solo come riempitivo, a ciò possiamo fornire alcuni esempi ma il più efficace è l’inquadratura di un gabinetto di un bagno sporco e brutto nella puntata dedicata al neorealismo italiano oppure i vicoli sudici di Roma, che all’interno del contesto non aggiungono niente alla storia. Onestamente avrei preferito una maggior ricerca e uso del materiale d’archivio piuttosto che immagini del reale utilizzate e proposte senza uno scopo autoriale. Stesso discorso vale per gli spezzoni d’intervista sui registi, se avvolte appaiono interessanti e utili altre volte risulta no difficili da comprendere causando la noia generale dello spettatore che non riesce a seguire il discorso dell’intervistato.

Interessante risulta l’approccio tematico rivolto alla storia del cinema, poiché The Story of Film: An Odyssey non vuole parlare del cinema “famoso” anzi sembra disprezzarlo per certi versi relegandogli solo un accenno all’interno del suo excursus cinematografico ma predilige un approccio socio politico economico andando a descrivere l’evoluzione tecnologica del cinema e l’uso dell’occhio del cineasta all’interno di una data nazione, per compiere ciò si reca spesso e volentieri in Giappone e in Cina, senza dimenticare il cinema di Hong Kong, parlando di Teinosuke Kinugasa, Yasujirō Ozu o Kenji Mizoguchi oppure si perde nei meandri del cinema sud americano parlando dei film brasiliani o del cinema africano, inoltre si concentra sul cinema indiano e sul cinema iraniano specialmente con Abbas Kiarostami andando a trattare dei problemi economici e politici di questi luoghi e dell’evoluzione del modo di raccontare le storie e del linguaggio cinematografico.

Nonostante sia molto interessante questo apporto tematico, le intere puntate dedicate a questi aspetti cinematografici hanno tolto molto tempo ed energia al documentario che non riesce a parlare in maniera adeguata di molti elementi di grande importanza della storia del cinema come quello europeo e francese con La nouvelle Vague o il neorealismo italiano che risultano appena accennati, oppure si va a trascurare le importanti avanguardie cinematografiche e i grandi registi americani sembrano non aver un ruolo d’importanza nel tessuto cinematografico.

The Story of Film: An Odyssey è un documentario interessante e da vedere se si ama il cinema ma è fin troppo breve per poter narrare tutto come vorrebbe e ciò comporta un eccessiva velocità nel parlare di determinati film rischiando di fare più che altro un enorme mescolone dei lungometraggi e delle correnti di pensieri che non una tranquilla passeggiata dentro la storia del cinema. Si poteva optare per una serie con più stagioni, magari la prima trattava solo dei primi anni del cinema e così si poteva parlare realmente della settima arte, mentre nel modo attuato dal documentario scopriamo alcuni film e curiosità ma dobbiamo poi andare ad approfondire da noi l’argomento che viene mostrato con superficialità.

Note positive

  • L’approccio socio – culturare – politico
  • Parlare anche del cinema meno conosciuto come quello iraniano o brasiliano
  • L’utilizzo delle pellicole all’interno del documentario

Note negative

  • Troppa fretta
  • Troppa superficialità
  • L’uso delle riprese del reale
  • Le interviste messe in maniera confusionale
  • Mancanza di alcune parti importanti del cinema mondiale con film fondamentali nemmeno accentuati.

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