The Suicide Squad – Missione suicida (2021): il cinecomic secondo James Gunn

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Trailer italiano di The Suicide Squad

Trama di The Suicide Squad

Belle Reve è la prigione con il più alto tasso di mortalità degli Stati Uniti: i supercriminali lì rinchiusi sono disposti a tutto per uscirne, persino a unirsi alla famigerata Task Force X, la “Squadra suicida” istituita da Amanda Waller (Viola Davis). Bloodsport (Idris Elba), Peacemaker (John Cena), Ratcatcher 2 (Daniela Melchior), King Shark (Steve Agee), Blackguard (Pete Davidson), Polka-Dot Man (David Dastmalchian) e Harley Quinn (Margot Robbie) si armano quindi pesantemente e si lasciano cadere sulla remota e pericolosa isola di Corto Maltese. Avventurandosi in una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia, la Squadra sarà impegnata in una missione di ricerca e distruzione, sotto la guida sul territorio del colonnello Rick Flag (Joel Kinnaman) e le direttive degli esperti tecnologici del governo di Amanda Waller. E, come sempre, ad ogni mossa falsa rischiano la morte, per mano dei loro avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller.

Rick Flag (Joel Kinnaman) e la Suicide Squad

Recensione di The Suicide Squad

A metà strada tra un sequel e un rilancio del film quasi omonimo del 2016, male accolto sia dalla critica sia dal pubblico, “The Suicide Squad” vede alla regia l’eclettico James Gunn, cresciuto alla Troma e diventato celebre grazie alla saga di “Guardiani della Galassia”, uno dei rari casi in cui all’entusiasmo del grande pubblico si è unito il plauso della critica.

L’applicazione di un’estetica trash a un cinecomic ad alto budget è sicuramente l’aspetto più interessante del franchise di Suicide Squad: questa idea è presente anche nel “Suicide Squad” del 2016, ma purtroppo David Ayer non riesce a realizzare con successo nessuno dei diversi tentativi di innovazione e la sua opera finisce per collocarsi in una zona ibrida tra l’imitazione e la parodia di un prodotto Marvel, un film maldestro e annacquato che neanche la bellissima colonna sonora e la fantastica performance di Margot Robbie riescono a salvare.

Harley Quinn (Margot Robbie)

James Gunn, a cui la Warner Bros. ha concesso una totale libertà creativa e i più imponenti set mai realizzati per un film del DCEU, è riuscito a portare a termine con successo quella sovversione interna al genere che ad Ayer non era riuscita: se con “Guardiani della Galassia” ha introdotto nell’universo Marvel il gusto del pastiche, del pop e dello “scorretto”, con “The Suicide Squad” riesce addirittura a portare nella grande distribuzione la commistione di commedia, violenza, volgarità e follia che hanno caratterizzato il suo lavoro alla Troma, casa di produzione cult di B-movies fuori da ogni regola.

Sono da sempre un appassionato della Squadra Suicida, sono uno dei miei gruppi preferiti di antieroi. Mi interessano le persone che non hanno fatto le scelte giuste, ma che hanno l’opportunità di riscattarsi, una possibilità di redenzione. Alcuni di loro la sfruttano, altri no; rappresentano l’umanità in tutti i suoi vari gradi di moralità, e sono riuscito a mettere il tutto sullo schermo in modo grandioso, con alieni, mostri e uno squalo che cammina.

James Gunn

“The Suicide Squad” mostra l’influenza del background creativo del regista e dei fumetti di John Ostrander (nei quali non compare il personaggio di Joker, assente quindi anche nel film), ma anche della “deriva” pulp resa popolare dalla serie “The Boys” (2019-) e di cult quali “Quella sporca dozzina” (Aldrich, 1967) e “I guerrieri della notte” (Hill, 1979).

Idris Elba e James Gunn sul set

Gunn, autore non solo della regia ma anche della sceneggiatura – brillante nel suo cattivo gusto e molto coinvolgente nonostante una dilatazione eccessiva nella parte centrale, ha comunque deciso di mantenere una linearità con i lati migliori del “Suicide Squad” di Ayer, ovvero una colonna sonora iconica, affine agli Awsome Mix di “Guardiani della Galassia”, e i personaggi di Harley Quinn e Amanda Waller; alle perfette interpretazioni di Robbie e Davis si aggiungono quelle decisamente riuscite di Kinnaman, il cui personaggio vanta una caratterizzazione imparagonabile a quella del film precedente, di Elba e di un sorprendente John Cena.

Dot-Polka Man (Dastmalchian), Peacemaker (Cena), Bloodsport (Elba) e Ratcatcher 2 (Melchior)

Note positive

  • Riuscita contaminazione trash di un prodotto adatto al grande pubblico
  • Colonna sonora
  • Sceneggiatura
  • Interpretazioni di Robbie, Davis, Elba e Cena

Note negative

  • Eccessiva dilatazione nella parte centrale
  • Fotografia non eccezionale
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