The Trouble with Being Born: Fantascienza autoriale che lascia perplessi

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The Trouble with Being Born locandina

The Trouble with Being Born

Titolo originale: The Trouble with Being Born

Anno: 2020

Paese: Austria, Germania

Genere: Fantascienza

Produzione: Panama Film

Durata: 1h 34min 

Regia: Sandra Wollner

Sceneggiatura: Sandra Wollner, Roderick Warich

Fotografia: Timm Kröger

Montaggio: Hannes Bruun

Musiche: Peter Kutin, David Schweighart

Attori: Dominik Warta, Lena Watson., Jana McKinnon, Simon Hatzl

Trailer di The Trouble with Being Born

Trama di The Trouble with Being Born

In un epoca futuristica, solo a tratti diversa dalla nostra epoca, in una casa sperduta nel bosco di una Vienna distopica vive Elli (Lena Watson), un robot che possiede le fattezze di una bambina di dieci anni. Lei passa le sue giornate insieme a George (Dominik Warta), l’uomo che chiama “Papà”, ignorando però che lui non è realmente suo padre e nemmeno il suo creatore. George invece è un pervertito che sfrutta il robot per soddisfare tutti i suoi desideri sessuali, mostrandosi come un vero e proprio pedofilo.

Il mondo di George ed Elli è segnato da una costante monotonia che si spezzerà quando l’androide, durante una sera, si allontana da casa perdendosi. Elli così si ritroverà in una nuovo situazione e in un nuovo mondo dove le sue stesse sembianze fisiche e ricordi mentali si vanno a modificare divenendo una nuova persone a seconda del volere del suo proprietario.

Recensione di The Trouble with Being Born

Basata sull’omonimo romanzo scritto dal filosofo Emil Cioran, The Trouble with Being Born è stato presentato in anteprima mondiale al 70 ° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, per poi essere disponibile al pubblico italiano grazie a Trieste Science + Fiction Festival grazie alla piattaforma MyMovies, visto che il festival cinematografico è stato annullato in presenza per questo 2020.

Secondo lungometraggio della regista Sandra Wollner, che ritorna a riproporre una storia a distanza di tre anni dal successo ottenuto con The Impossible Picture (2016), The Trouble with Being Born si dimostra un film interessante nella sua assenza intellettuale e filosofica volendo mostrare al pubblico una narrazione oscura e inquietante che però solo a tratti sopraggiunge, andando inversamente a ricreare una storia fredda e distaccata anche a causa dello stile registico adottato all’interno della pellicola dove la macchina da presa evita qualsiasi contatto esplicito con il personaggio preferendolo mostrare in mezza figura o in campi medi, il tutto assume ancora più senso di freddezza a causa dell’illuminazione piuttosto oscura che solo in alcuni casi va a mostrare il volto completo del personaggio. Le stesse interpretazione degli attori, sicuramente su consiglio della regista, non riescono a trasmettere quel senso di disagio e di malessere che la storia avrebbe bisogno, il tutto a causa di un ritmo eccessivamente lento e a delle sequenze messe in scena ma non sviluppate come la ricomparsa della vera Elli, rendono il film poco angosciante conducendo l’opera a una lenta e agonizzante noia che stanca lo spettatore man mano che il film procede. Indubbiamente la parte più riuscita della storia rimangono i momenti di semplicità quotidiana tra il “padre” e la “figlia” che si dimostrano interessanti.

I personaggi e l’incipit narrativo possiedono una loro forza interiore che però non viene completamente sviscerata e raccontata nel modo migliore possibile. Il robot e la sua storia tratta del tema dell’identità, di un essere che non è in grado di essere ciò che vuole ma che è costretto a divenire ciò che gli altri vogliono da lui, così diventa la bambina desiderata da George per soprusi sessuali e successivamente il fratello deceduto da giovane di una anziana donna. I personaggi “padroni” di Elli non vengono però mostrati in chiave negativa ma come esseri deboli che possiedono dei gravi traumi interiori che non riescono a superare.

Indubbiamente la pellicola può trovare interesse in un pubblico di nicchia interessato alla visione di film di stampo fantascientifico ma è sconsigliato a tutti coloro che amano storie semplici e da un montaggio narrativo scorrevole a causa di un ritmo che in questo caso può mettere in difficoltà la visione della storia.

Note positive

  • Tematiche
  • Presentazione iniziale di Elli e del padre

Note negative

  • Ritmo
  • Sceneggiatura
  • Fotografia (nelle scene di buio)
  • Eccessiva fredda nella storia che si dimostra una scelta errata da parte della regista
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