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The Summer with Carmen
Titolo originale: To kalokairi tis Karmen
Anno: 2023
Nazione: Grecia
Genere: Commedia
Casa di produzione: Argonauts Productions S.A., Atalante Productions S.A., Ekome
Distribuzione internazionale: Be For Films
Durata: 106’
Regia: Zacharias Mavroeidis
Sceneggiatura: Zacharias Mavroeidis, Fondas Chalatsis
Fotografia: Theodoros Mihopoulos
Montaggio: Livia Neroutsopoulou
Musiche: Ted Regklis
Costumi: Katerina Zoura
Scenografia: Aliki Kouvaka
Attori: Yorgos Tsiantoulas, Andreas Labropoulos, Nikolaos Mihas, Roubini Vasilakopoulou, Vasilis Tsigristaris
Trailer del film To kalokairi tis Karmen
Informazioni sul film e dove vederlo
Il film To kalokairi tis Karmen, del regista greco Zacharias Mavroeidis, è stato presentato il 6 settembre alla Giornate degli Autori 2023, all’interno di Venezia 80. The Summer with Carmen, questo il titolo in inglese, è uno dei pochi film queer presentati in laguna. Ancora non è resa nota la data di uscita nelle sale o disponibilità in streaming.
Trama di To kalokairi tis Karmen
Demosthenes e Nikitas sono due amici con dei trascorsi nel mondo dello spettacolo. Il primo ha abbandonato ogni velleità artistica, mentre il secondo ha intrapreso la carriera di autore e regista. Durante una giornata al mare, in una spiaggia queer friendly, i due decidono di lavorare a una nuova sceneggiatura. Il soggetto nasce dall’esperienza d’amore di Demosthenes in cui Nikitas si è trovato coinvolto. Il fulcro degli avvenimenti sarà Karmen, la cagnolina di Panos, ex amante di Demosthenes. Navigare nei ricordi porta alla luce anche delle incomprensioni, che è il momento di chiarire. Questo è il cinema nel cinema, miscelato alla vita e alla quotidianità di un giovane greco che vuole innamorarsi.

Recensione di To kalokairi tis Karmen
In una edizione della Mostra del Cinema di Venezia dove la rappresentazione queer ha latitato, To kalokairi tis Karmen ha lasciato decisamente il segno. E lo fa fin dall’inizio, con le immagini di apertura del film sulla spiaggia nudista, con uomini che mostrano la loro fisicità senza remore. Zacharias Mavroeidis e Fondas Chalatsis, autori della sceneggiatura, hanno così voluto mettere in chiaro fin da subito che la storia era basata sull’amore libero, da ogni forma e pregiudizio.
È facile riportare i toni della commedia e i colori sgargianti ai film di Almodóvar, piuttosto che la rappresentazione queer ai lavori di Özpetek. Mavroeidis, invece, come regista e sceneggiatore va oltre e cerca di abbattere quei limiti che troviamo spesso nelle pellicole omonormate.
Zacharias Mavroeidis
To kalokairi tis Karmen è una commedia su quanto sia vano conoscere se stessi. Ha una struttura da film nel film che gioca costantemente sull’autocoscienza della narrazione, alla maniera di Charlie Kaufman.
Lo sviluppo di una trama fuori dalla norma(tività)
Lo spunto è tanto semplice quanto brillante: usare il cinema nel cinema. ciò viene usato per narrare le vicissitudini amorose e di amicizia di Demosthenes, interpretato da Yorgos Tsiantoulas. Questo misenabismo permette di giocare sul filone della commedia brillante, a volte anche con delle esasperazioni divertenti – ma non caricaturali.
La bravura del regista è stata di trovare il modo di proporre eventi melodrammatici, senza trascendere nei toni e non perdendo la verve iniziale. Inoltre, Mavroeidis coglie la possibilità di proporre una critica a quel mondo dello spettacolo, che anche in Grecia è fatto di scelte low budget e dove la meritocrazia non esiste.

Nel cercare di costruire un film, Demosthenes e il suo amico Nikitas ripercorrono il loro recente passato. La rottura di un lungo fidanzamento, la malattia del padre, il rimettersi in gioco e la volontà di mantenere un legame con l’ex sono la biografia del primo che viene presa come base di partenza del loro racconto. Del resto, il secondo mette in evidenza tutte le contraddizioni e porta alla luce le problematiche del loro rapporto di amicizia, cercando di affrontarle senza isterismi eccessivi.
Zacharias Mavroeidis
[…] è un lavoro che osserva le amicizie tra uomini gay, un tipo di relazione complessa e sfaccettata che raramente assume un ruolo di primo piano nelle narrazioni cinematografiche.
L’importanza di ogni elemento è fondamentale
Questa narrazione, per quanto funzionale ai fini testuali, non avrebbe avuto la stessa resa senza la parte tecnica a supporto. La fotografia di Theodoros Mihopoulos è ben eseguita, anche nelle scene di sesso, ove non cerca di giocare sui soliti giochi d’ombra, propinatici dall’omonormatività. Anche i costumi colorati, prettamente estivi, di Katerina Zoura e le scenografie, semplici ma non poco curate, di Aliki Kouvaka danno il loro contributo.
In una narrazione, che Mavroeidis vuole veritiera, tutto assume un senso che va oltre l’esasperazione comica. Personaggi come la madre piuttosto che i palesi riferimenti sessuali riportano ai film di Özpetek – come non ricordare il mondo queer nel film Le fate ignoranti – con quella nota di coraggio che il regista turco non ha mai avuto fino in fondo.

Oltre alla storia, decisamente veritiera anche per l’aspetto fisico-sessuale, l’altra nota interessante è la modalità di rappresentazione. Il regista usa sovrimpressioni di chat e divisioni in capitoli che rendono il suo lavoro decisamente intelligibile anche ai meno giovani, non discostandosi dalla volontà di fare un prodotto prettamente giovanile. In questo caso, il montaggio di Livia Neroutsopoulou è l’unico aspetto un po’ dissonante, spesso brusco, ma non inficia sull’insieme.
Yorgos Tsiantoulas (Demosthenes) e Andreas Labropoulos (Nikitas) riescono alla perfezione nel compito a loro assegnato. Entrambi rendono i loro personaggi senza inibizioni e con equilibrio, senza eccedere in facili macchiettismi di sorta. Lo stesso vale per Nikolaos Mihas e Vasilis Tsigristaris, i due amanti di Demosthenes. La madre, impersonata da Roubini Vasilakopou, risulta così almodovariana da avere una efficacia che prescinde dalle sue sfumature di madre consapevole di avere dei limiti.

In conclusione
To kalokairi tis Karmen è decisamente un lavoro ben riuscito, sotto molti punti di vista. La storia, nonostante non sia melodrammatica, porta alla luce una realtà che è fuori dall’omonormatività dilagante – e imperante in Italia. Viene approfondita la fine di un amore e la crisi di un’amicizia in maniera onesta. Inoltre, il contesto che è stato creato intorno a questa narrazione è efficace e funzionale, incluse le musiche di Ted Regklis.
Mavroeidis ripercorre la strada dell’Almodóvar degli inizi, mantenendo una sua identità di fondo. Vicino anche a Özpetek, soprattutto quando prende le distanze dal mondo queer e cerca di rendere il suo prodotto accessibile a tutti. Mavroeidis dichiara:
Zacharias Mavroeidis
[…] la storia potrebbe essere facilmente “adattata” in un’amicizia tra uomini eterosessuali. Credo che ciò segni una differenza tra The Summer with Carmen e la maggior parte dei film queer in cui la trama è intrinsecamente radicata in questioni di identità. Il mio è un film sull’amore, in tutte le sue espressioni […] Tutte queste storie d’amore sono incorniciate dalla bolla sociale queer in cui si svolgono.
Note positive
- Storia queer veritiera, anche negli eccessi
- Parte tecnica efficace
- Storia non drammatica ma di spessore
- Attori decisamente nel ruolo
Note negative
- Storia esclusivamente queer (a chi può dar fastidio)