Tolkien (2019): Il biopic sul grande scrittore britannico

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tolkien locandina

Tolkien

Titolo originale: Tolkien

Anno2019

Paese di produzioneUsa

Genere: biografico

ProduzioneFox Searchlight Pictures, Chernin Entertainment

Distribuzione: 20th Century Fox

Durata: 1h 32min

Regia: Dome Karukoski

Sceneggiatore: David Gleeson, Stephen Beresford

Montaggio: Harri Ylönen

Dop: Lasse Frank Johannessen

MusicaThomas Newman

Attori: Nicholas Hoult, Lily Collins, Mimi Keene, Genevieve O’Reilly, Pam Ferris, Craig Roberts, Derek Jacobi, Laura Donnelly, Colm Meaney, Patrick Gibson, Anthony Boyle, Tom Glynn-Carney, Harry Gilby​

Trailer italiano di Tolkien

Trama di Tolkien

La storia narra la vita del grande scrittore del fantasy moderno John Ronald Reuel Tolkien. Dopo una breve infanzia in un paesino della brughiera britannica in cui vive con la madre e il fratello un’esistenza felice e spensierata immerso nella natura, dovrà trasferirsi nell’affollata e industrializzata Birmingham nella quale dovrà entrare in un collegio privato e vivere in una pensione, separato dai propri affetti. Lì conoscerà prima Edith, che vive con lui alla pensione, e poi il trio di ragazzini con cui formerà il club artistico T.C.B.S. stringendo un’amicizia ferrea e una fratellanza profonda. Tutto il film si basa sullo stretto rapporto tra il giovane Tolkien, l’amore che prova nei confronti di Edith e l’amicizia fraterna per gli altri membri del suo piccolo club. Dopo una non poca serie di situazioni, e con lo scoppio della prima guerra mondiale, il giovane scrittore fonderà a poco a poco le basi che lo hanno portato a scrivere i suoi romanzi più celebri.

guerra tolkien
Nicholas Hoult e Craig Roberts in Tolkien (2019)

Recensione di Tolkien

Il Biopic è un particolare genere, cinematografico o televisivo, in cui viene rappresentata la vita di un personaggio realmente esistito. È ormai norma comune che gli sceneggiatori prendono più o meno licenze artistiche e che si vada a romanzare il tutto, rischiando però di stravolgere o inventare di sana pianta determinati eventi o relazioni. Sono tantissimi, troppi, i casi in cui dei film, o il più delle volte le serie tv, appaiano soltanto ispirate a eventi reali.

Tutto ciò avviene molto spesso per dare un tono più drammatico all’opera senza il quale si rischierebbe di non avere progressione narrativa, e questo è un caposaldo sacrosanto di una storia affinché sia appetibile e interessante. Purtroppo la verità degli avvenimenti viene distorta e il grande pubblico verrà a conoscenza di avvenimenti falsati. Per nostra fortuna questi casi non sono la regola e capita in alcune situazioni che i film siano perfettamente rappresentati, e recitati, con soltanto un paio di piccole licenze poetiche. I primi esempi che ci vengono in mente sono Bohemian Rhapsody, The Darkest Hour, The Iron Lady, Ghandi, The Imitation Game, Ray, La Teoria Del Tutto e così via. Sono infatti tanti gli esempi di eccellenza in seno a questo particolare genere.

Qui è  nostra intenzione parlarvi di un Biopic  nel 2019 e che ha avuto, purtroppo, poca visibilità. Stiamo parlando di Tolkien e in questa recensione sarà necessario porsi una domanda: Dove penderà l’ago della bilancia? Troppo poco fedele o perfetto come i grandi sopracitati?

Gli attori in Tolkien sono di  prim’ordine e ormai ben avviati nel mondo del cinema, hanno saputo dare ai loro personaggi una profondità e una cura encomiabile. Tra questi troviamo Nicholas Hoult nel ruolo del protagonista, Lily Collins in quello di Edith, Derek Jacobi interpreta il professore di filologia di Tolkien e i membri del club T.C.B.S. sono Patrick Gibson, Anthony Boyle e Tom Glynn-Carney. Ognuno di loro sa trascinare lo spettatore con emotività e simpatia, riuscendo a strappare un sorriso e una lacrima nei momenti giusti.

La fotografia e la regia, rispettivamente di Lasse Frank Johannessen e Dome Karukoski, sono più che buone e coinvolgenti, con alcune sequenze molto poetiche nella loro messa in atto. La resa degli effetti visivi e degli effetti speciali è decisamente buona, tuttavia alcune sequenze, in particolare nelle trincee della grande guerra, mostrano il fianco a quella che si intuisce non essere una produzione ai livelli di un Blockbuster. Apprezzati anche i simbolismi e i continui ammiccamenti riferiti alle future opere di Tolkien come, tra gli altri, un Sam che lo aiuta nel momento del bisogno e un volto oscuro tra le fiamme durante la guerra.

Ciò che salta all’occhio durante la visione è quanto Tolkien sia un film che punta dritto alle emozioni, alla sensibilità e alla profondità dello spettatore. Vuole far sentire il pubblico parte integrante del club artistico di Tolkien in cui, tra sorrisi brillanti e lacrime, si intuisce che viene data una maggior cura sul versante di film drammatico, che commuove parecchio in alcune scene finali, ma poca su quello biografico. Evitando tutti gli spoiler del caso diremo soltanto che la pellicola si interrompe poco dopo la guerra, nei primi anni 20, facendoci apprezzare un gran bel film, ma lasciandoci l’amaro in bocca per ciò che doveva essere il vero proposito, ovvero raccontare la vita dello scrittore.

Il primo problema risiede nella  lingua. Sebbene non condanniamo il doppiaggio in determinati film, abbiamo avuto modo di vedere questa pellicola sia in italiano che in inglese e pensiamo che, data l’estrema cura nei confronti della creazione della lingua elfica che si basa su un misto d’inglese e finlandese, la cosa migliore sia vederlo con le voci originali senza le quali si perde completamente l’essenza di questo film.

La sceneggiatura di Tolkien

Va detto che i fatti storici raccontanti sono quanto più fedeli possibile, anche se la famiglia Tolkien ha rilasciato un comunicato in cui si distacca dalle situazioni che avvengono nella pellicola, affermando che la trasposizione non è del tutto veritiera. Ciò che, per noi che siamo conoscitori della vita del personaggio, lascia interdetti e amareggiati è la scelta di basare tutto il film più sulla giovinezza dello scrittore e, in minima parte, sulla sua esperienza in guerra rispetto agli anni della maturità.

Il film riesce perfettamente nei punti giusti se fosse un semplice drammatico, ma ha dei difetti nella rappresentazione della biografia di Tolkien.I sentimenti di fratellanza e amicizia con i suoi amici sono il fulcro della pellicola e rendono questa produzione qualcosa di più che sufficiente, ma è assurdo soffermarsi su questi aspetti se, come comunicato dal film stesso sul finale, consideriamo che il protagonista nella realtà ha perso quasi completamente i contatti con i membri del T.C.B.S. nella sua vita adulta. Viene lasciato passare il messaggio, inoltre, che la mitologia dietro la Terra di Mezzo gli sia venuta in mente grazie alla sua amicizia giovanile o semplicemente di punto in bianco, cosa che chiaramente non è così.

Fermando il film agli anni ‘20 ci sarebbero ancora cinquant’anni di vita che rimangono prepotentemente fuori e che ci permetterebbero di scoprire il club degli Inklings, C. S. Lewis e, magari, il figlio Christopher. Se consideriamo che quanto meno il creatore de Le Cronache di Narnia è stato il vero motivo per cui oggi abbiamo tra le mani Il Signore degli Anelli, essendo stato profonda fonte d’ispirazione per Tolkien nella stesura e nella creazione di alcune idee e personaggi, cosa che quest’ultimo ha fatto di rimando per l’amico.

Avremmo voluto vedere, quindi, la vita da professore a Oxford, il club con Lewis (per quanto il T.C.B.S. sia stato fondamentale per la sua formazione, gli Inklings lo sono stati per la creazione delle sue opere), il passaggio di testimone al figlio Christopher, le aspre battaglie con l’editore, le prime critiche professionali e il successo.In questo caso sarebbe stato un film decisamente più completo, un Biopic nel vero senso della parola e non crediamo possibile che non si potesse fare di più. Pur essendo, lo ripetiamo, un gran bel film che sa appassionare e coinvolgere, sembra quasi l’episodio pilota di una miniserie televisiva. Per chi non sa nulla su di lui o chi apprezza i film in cui ci si commuove allora è davvero consigliato. Per noi è stata un’occasione fin troppo sprecata per raccontare la vita del più grande scrittore della letteratura fantasy moderna.

Note positive

  • Attori di prim’ordine
  • Emoziona e appassiona al punto giusto
  • Ottimo film drammatico
  • Apprezzata la cura data alla creazione della lingua elfica
  • I simbolismi e gli ammiccamenti in riferimento alle sue opere

Note negative

  • Doppiaggio italiano bocciato
  • Effetti visivi datati
  • Mancano più di 50 anni di vita, i più interessanti e importanti
  • Biopic di livello medio – basso
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