Una storia d’amore e di desiderio (2021): du désir, du désir et ancore du désir…

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Una storia d’amore e di desiderio

Titolo originale: Une histoire d’amour et de désir

Anno: 2021

Nazione: Francia

Genere: Drammatico, formazione

Casa di produzione: Blue Monday Productions, Arte France Cinéma

Distribuzione: Cineclub Internazionale

Durata: 102 min.

Regia: Leyla Bouzid

Sceneggiatura: Leyla Bouzid

Fotografia: Sébastien Goepfert

Montaggio: Lilian Corbeille

Musiche: Lucas Goudin

Attori: Sami Outbali, Zbeida Belhajmor, Diong-Kéba Tacu, Aurélia Petit

Trailer di Una storia d’amore e di desiderio

Una storia d’amore e di desiderio, l’ultima opera della regista tunisina classe ’84 Leyla Bouzid, sarà presente nelle sale italiane dal 25 marzo.

Trama di Una storia d’amore e di desiderio

Nelle aule dell’Università parigina della Sorbona, durante le lezioni di letteratura araba, si accende l’interesse e il desiderio tra due studenti: Ahmed (Sami Outbali), francese di origine algerina, timido e silenzioso, e la tunisina Farah (Zbeida Belhajmor), vivace ed espansiva. I due cominciano a frequentarsi, ma se una vive a pieno questa nuova “relazione”, l’altro cerca (incoscientemente) di reprimere i suoi sentimenti e di resistere in tutti i modi.

Frame di Una storia d’amore e di desiderio

Recensione di Una storia d’amore e di desiderio

È il poeta-innamorato stesso che si rifiuta di vivere il suo amore in modo carnale

È in queste poche parole, “decantate” dal protagonista durante una ‘presentazione scolastica’, che si racchiude l’essenza del film. Parole che provengono dalla tragedia araba del XVI secolo Layla e Majnun (sì, la stessa Layla strillata da Eric Clapton nel brano dei Derek and the Dominos del 1970) del poeta azero Fużūlī, fonte d’ispirazione per l’intera opera.

Il film è sì una storia “d’amore e di desiderio” tra due giovani studenti universitari discordi tra loro, ma anche un’indagine sociale vera, reale e a tratti problematica, ma soprattutto un’analisi di una identità riservata, dubbiosa, inesplorata, l’ultima fatica di Leyla Bouzid, film di chiusura della Semaine de la Critique di Cannes 2021, è tutto ciò. In poche parole Una storia d’amore e di desiderio è molto più di un film, è un trattato psicologico, sociale e culturale di un preciso personaggio, di una determinata comunità e di una chiara località.

Frame di Una storia d’amore e di desiderio

Il tema della letteratura araba, quella letteratura mai considerata, la letteratura erotica araba qui esplicitata, riesce (in sordina) a mettere in discussione tutti gli stereotipi su una cultura stigmatizzata (da molti) come moralizzatrice e retrograda. A rompere questi falsi credi è la protagonista femminile, ovvero Farah, ben interpretata dalla giovane Zbeida Belhajmor, personaggio vitale, intraprendente e indipendente dalla sua cultura, dalla sua famiglia, dalle altre persone. Soprattutto Farah è e si sente libera, libera nei suoi sentimenti e nelle proprie pulsioni. Tutto il contrario di Ahmed, interpretato da Sami Outbali (Sex Education 2), il vero personaggio cardine della storia; timido, introverso, dubbioso, fragile, “riservato coltiva il suo mondo interiore”. L’incontro con la bella tunisina lo stravolge, il loro (successivo) avvicinamento lo impaurisce, egli fa fatica a vivere a pieno il proprio sentimento d’amore, non comprende come Farah riesca a cristallizzare nello stesso tempo un sentimento amoroso e un desiderio sessuale. Egli è immobile, recluso nelle convinzioni della propria periferia, nelle proprie paure e nell’ideale di amore platonico, puro, disinfettato; e, anche se vorrebbe, non riesce a sbloccarsi, a dar sfogo alle proprie voglie, alle proprie passioni, al proprio desiderio.

Il suo solo ostacolo: sè stesso

Una storia d’amore e di desiderio è un film a tratti ostico per il suo andamento cadenzato, pieno di chiacchiere, di “bavardes” che terminano in confessioni (come quella tra Ahmed e il proprio padre: “è doloroso non trovare il proprio posto“, confida al figlio).

Frame di Una storia d’amore e di desiderio

La regia, semplice e adeguata, trova la sua massima espressione in dei piccoli momenti ricorrenti all’interno dei 102 minuti; momenti nei quali la regista porta alla luce il fulcro dell’intera opera: il desiderio, appunto.

Esso, infatti, si cela nei “non-detti”, negli sguardi che si scambiano i protagonisti, nei leggeri sfioramenti tra i due, e viene svelato dai delicati dettagli della macchina da presa. Il desiderio si palesa ai nostri occhi ogni qualvolta Leyla Bouzid spiffera a noi il sentimento segreto, la passione repressa, la voglia che è nata e che cerca di crescere tra la vispa Farah e il dubbioso Ahmed.

In conclusione

In conclusione, Una storia d’amore e di desiderio è (ovviamente) un film d’amore e di desiderio, un grazioso film d’amore e di desiderio; o come ammette l’autrice:

Il mio film è un inno al desiderio fisico, un elogio e un invito a lasciarsi andare all’amore

Leyla Bouzid

Note positive

  • Regia
  • Trama
  • Sceneggiatura

Note negative

  • Sviluppo lento
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