Vera (2022): la figlia di Giuliano Gemma protagonista unica – Venezia ’79

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Vera (2022) locandina film

Vera

Titolo originale: Vera

Anno: 2022

Nazione: Austria

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Vento Film

Distribuzione: –

Durata: 1h55m

Regia: Tizza Covi, Rainer Frimmel

Sceneggiatura: Tizza Covi

Montaggio: Tizza Covi

Musiche: Florian Benzer, Michael Pogo Kreiner

Attori: Vera Gemma, Gennaro Lillio, Sebastian Dascalu, Daniel De Palma, Annamaria Ciancamerla, Alessandra Di Sanzo, Giuliana Gemma, Asia Argento, Walter Saabel

Presentato alla 79. Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, ha vinto due premi prestigiosi quali alla miglior interprete femminile e alla regia. Una produzione d’oltralpe, nonostante sia ambientato a Roma, con una forte connotazione fra il documentario e la fiction.

Trama di Vera

Parte del percorso di vita di una donna: i problemi familiari, gli amori, gli incontri fortuiti che portano a nuove sorprese. Fra questi, quello con un bambino, a cui la protagonista si affeziona e a cui si dedicherà, fra generosità e ingenuità.

Scena dal film "Vera"
Scena dal film “Vera”

Recensione di Vera

Ecco come entrare nel mondo della figlia di Giuliano Gemma, in maniera diretta, senza l’uso del classico stratagemma del buco della serratura. Un mondo in cui troviamo anche l’altra figlia dell’attore, Giuliana, decisamente lontana dal mondo dello showbiz, nonché gli amici di Vera, come Asia Argento. Un film di cui non si sentiva la necessità ma che, allo stesso tempo, risulta sorprendente.

Vera, titolo del film nonché nome proprio dell’interprete principale, ha avuto un successo inaspettato alla Mostra del Cinema di Venezia – sezione Orizzonti. Al premio come miglior attrice protagonista è seguito quello alla regia: Tizza Covi e Rainer Frimmel, coppia che si è formata, artisticamente, nel 1996 e che ha dato vita alla casa di produzione cinematografica indipendente Vento Film.

Vera Gemma l’abbiamo conosciuta più per le cronache rosa e la televisione che per il cinema. La sua amicizia inossidabile con Asia Argento è stata molte volte pubblicizzata, anche legata al fatto che sono figlie di due padri ingombranti che, a loro dire, le ha più penalizzate che agevolate. Vera ha lavorato in alcuni film del regista horror Dario Argento, oltre che in opere che avevano la collega-amica protagonista o regista. È un po’ una sorpresa vedere come la Vera Gemma de “L’isola dei famosi”, programma generalista, sia quella presente nel film. Un’opera, quest’ultima, che gioca sul filo della doppiezza, fra docufiction e narrazione, ma che ha un fulcro ben solido, ovvero il personaggio della protagonista.

Eroina che si presta a una commistione non solo con il carattere dell’attrice ma anche a molti aspetti biografici: oltre ad alcuni elementi di misenabismo – il provino o la produzione della pellicola dell’amante (interpretato da un Gennaro Lillio che mostra tutta la sua immaturità come attore) – troviamo anche la sorella, il fidanzato e la migliore amica che riconducono la storia a un forte elemento biografico. In tutto questo, Gemma si muove abilmente fra le pieghe dell’essere e dell’interpretare, risultando perfettamente credibile in quello che racconta. Una rappresentazione sicuramente che spicca anche per un cast che, in generale, non si è dimostrato all’altezza: fra tutti, il solo Walter Saabel pare avere un minimo di mestiere alle spalle.

Il premio alla regia è ancor più sorprendente visto che l’opera non ha alcun accenno di scelta se non quello di non scegliere: una specie di nuova versione di neorealismo pasoliniano dove però i principi sono confusi e riportati in maniera non efficace. Gli attori non sono stati ben guidati, tanto che si indirizzano tutti verso la macchietta; le scene non hanno nulla di significativo, girate come potrebbe fare un qualunque videomaker amatoriale, e anche quando dovrebbe prevalere un aspetto drammatico il risultato che se ne ottiene è una sorta di versione ridicola e per nulla attendibile (ad esempio, la scena dove si parla della morte della madre del bambino che Gemma prende sotto la sua cura).Il montaggio è spesso netto e brusco e la sceneggiatura ha dei limiti: è pur comprensibile la difficoltà di trovare un accordo fra la storia reale della protagonista e la parte fiction ma il risultato ottenuto è stato quello di scadere nel prevedibile oltre che nel poco verosimile. Alcuni esempi sono l’incontro-scontro con il bambino e la sua famiglia e il finale. Un susseguirsi di molte microstorie di cui la maggior parte non indispensabili.

La veridicità dovrebbe essere l’emblema di questa pellicola, visto che pare avere come obiettivo più una “operazione simpatia” nei confronti di Vera: un personaggio che, sicuramente, divide il pubblico – vuoi anche per gli eccessi a cui si presta. Del resto, i registi Covi e Frimmel si sono spesso confrontati con i documentari e, conseguentemente, hanno portato tutti i limiti di quel tipo di rappresentazione in un film che vuole – o forse no – essere narrazione. Non per niente

… al termine delle riprese, persino noi non sappiamo più che cosa è vero e che cosa è stato inventato.

Tizza Covi e Rainer Frimmel
Vera Gemma e Asia Argento in una scena del film
Vera Gemma e Asia Argento in una scena del film

In conclusione

Gemma, che ha portato abilmente il peso di tutta la confusione che regna nella pellicola, con la sua interpretazione ha superato un’attrice d’esperienza come Isabelle Huppert – in La syndacaliste – e due attrici neofite come Elodie – per Ti mangio il cuore – e Glory Kevin – per Princess – le quali si sono confrontate credibilmente con un personaggio lontano da loro. Se non fosse per l’incomprensibile premio vinto anche per la regia, si potrebbe pensare a un riconoscimento per il maggior impegno che la stessa ha dovuto metterci per compensare gli evidenti limiti del film.

Note positive

  • (Ri)Scoperta di Vera Gemma come attrice
  • Storia, tutto sommato, che incuriosisce

Note negative

  • Troppo incentrato su Gemma
  • Cast non adeguato
  • Regia poco avvincente
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