Viale del tramonto (1950): morte e rinascita del cinema hollywoodiano

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Viale del tramonto

Titolo originale: Sunset Boulevard

Anno: 1950

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: noir, drammatico

Produzione: Paramount Pictures

Distribuzione: Paramount

Durata: 110 min

Regia: Billy Wilder

Sceneggiatura: Billy Wilder, Charles Brackett

Fotografia: John F. Seitz

Montaggio: Arthur P. Schmidt

Musiche: Franz Waxman

Attori: William Holden, Gloria Swanson, Erich Von Stroheim, Nancy Olson, Fred Clark, Buster Keaton

Trama di Viale del tramonto

Joe Gillis, un giovane sceneggiatore di Hollywood, non riesce a pagare i propri debiti e per evitare la requisizione della sua automobile fugge, imbattendosi nella villa appartenente a Norma Desmond, una ricca attrice del passato. Joe viene ingaggiato dall’attrice per revisionare il film che ha scritto lei stessa, e viene ospitato nella villa. Col passare del tempo finisce col restare nella villa, facendosi mantenere da Norma Desmond.

Un panorama del nuovo cinema trattato con tetra ironia, raccontando del divismo e delle vite dei personaggi che già si incamminano verso il tramonto.

Joe Gillis, Norma Desmond e il maggiordomo Max Von Mayerling

Recensione di Viale del tramonto

Nel 1951, Billy Wilder, riesce ad ottenere ben 11 nomination agli oscar grazie al suo capolavoro “Viale del tramonto”. Di queste 11, ne riesce a vincere 3, e ancora oggi è uno dei film più apprezzati.

Sunset Boulevard è una pellicola del metacinema: una lunga riflessione sulla grande Hollywood che in quegli anni si era già sviluppata dando vita al “nuovo” cinema. Il film inizia subito con l’immagine di un uomo morto che galleggia in una piscina. In sottofondo, una voce narrante ci racconta dell’omicidio avvenuto, attraverso un lungo flashback. Joe Gillis, è uno sceneggiatore, e fin da subito notiamo che si trova nel bel mezzo di una crisi finanziaria: i suoi scritti non hanno successo, e non avendo i soldi per pagare la macchina, due emissari finanziari cercano di requisirgli l’auto. Joe Gillis, come anche gli altri personaggi, sta andando in rovina, sta tramontando.

Anche Norma Desmond, ricca attrice, che vive ormai sola (oltre al suo maggiordomo) circondata dalla sua enorme ricchezza, dormendo nel lusso della sua villa. Una grande stella del passato, ormai dimenticata da tutti; vive nell’illusione di essere ancora una celebrità, attorniata dalle sue fotografie. Passa le giornate a ricordare i suoi successi, riguardando uno dopo l’altro i suoi film, rimanendo estasiata dalla sua grandezza. In tutta la sua vita ha avuto tre mariti (uno dei quali lo stesso maggiordomo) e ora obbliga egoisticamente il giovane sceneggiatore a restarle accanto. Non cerca qualcuno da amare, ma qualcuno che la ami e la guardi negli occhi come la grande diva che ora non è più.

Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo.

– Norma Desmond

Joe Gillis , accetta di rimanere a vivere nella villa con Norma Desmond, ma non lo fa controvoglia nonostante la noia e il desiderio di fuggire a volte prende il sopravvento. Sarebbe potuto andarsene ma non l’ha fatto: ha scelto di rimanere nella villa, a suo discapito. Un uomo che finisce col annegare nel suo patetico cinismo, ucciso dalla stessa donna che lo ha accolto.

“mi guardai bene attorno. Sembrava che in quel luogo il tempo fosse stato colpito da paralisi. La casa era tagliata fuori dal resto del mondo e si disfaceva in solitudine, lentamente”.

– Joe Gillis

Norma Desmond invece, dopo l’omicidio commesso, si trova ancora sotto la convinzione di essere una grande stella, e nel momento in cui la polizia giunge alla sua villa, scende le scale come fosse nella scena di un film e guarda la cinepresa senza distogliere lo sguardo. Una scena girata magistralmente da Billy Wilder, che evidenzia il personaggio di Norma Desmond, una stella che proprio mentre scende quelle scale, tramonta inesorabilmente nell’abisso dell’oblio.

Norma Desmond è una donna che rifiuta il cinema moderno, e resta attaccata al cinema muto di un tempo, che l’ha resa una diva (un esempio appunto del fenomeno del divismo). Nei suoi dialoghi scaturisce il lato oscuro di Hollywood, un’industria che non nasconde la sua frivolezza, la sua sfarzosità, e la sua abitudine di far esaltare grandi star per poi distruggerle. Ma il cinema “nuovo” è anche un cinema che sta crescendo, e che viene apprezzato dal personaggio di Betty, come afferma in un dialogo con Joe.

“guarda questa strada, tutto finto, tutto posticcio, cartapesta e gesso. Eppure non c’è strada al mondo che io adori come questa”

– Betty

Billy Wilder padroneggia maestosamente questa pellicola, attraverso un’ottima regia, un’altrettanto buona fotografia dal retrogusto espressionista, una grande trovata narrativa della sequenza iniziale, e un indimenticabile finale.

Note positive

  • Sceneggiatura: in particolare la sequenza iniziale e la scena finale.
  • I personaggi e gli attori
  • L’utilizzo del narratore

Note negative

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