Victim (2022): la bugia come fonte di salvezza – Venezia ‘79

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Obeť (Victim) locadina

Victim

Titolo originale: OBEŤ

Anno: 2022

Nazione di produzione: Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania

Genere: drammatico

Casa di produzione: nutprodukcia, nutprodukce, Electric Sheep, Czech Television, Radio and Television Slovakia

Distribuzione italiana:

Durata: 91 minuti

Regia: Michal Blaško

Sceneggiatura: Jakub Medvecký

Fotografia: Adam Mach

Montaggio: Petr Hasalík

Musiche:

Attori: Vita Smachelyuk, Gleb Kuchuk, Igor Chmela, Viktor Zavadil, Inna Zhulina, Alena Mihulová, Veronika Weinhold, Gabriela Míčová, Claudia Dudová

Presentato in prima mondiale nella sezione Orizzonti della 79esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia e successivamente al 47esimo Toronto International Film Festival e all’interno della sala Web della piattaforma MyMovies One, Obeť (Victim) è l’opera prima del regista slovacco Michal Blaško, classe 1989 diplomatosi in regia cinematografica e televisiva presso l’Accademia delle Arti e dello Spettacolo di Bratislava e la Famo Pisek. Blaško, in precedenza, ha già portato i suoi cortometraggi nei più prestigiosi festival cinematografici mondiali, come Atlantis del 2003 presentato in anteprima alla Cinéfondation di Cannes, e Il Camion (2017) rilasciato al 33° Festival di Varsavia. Il cineasta ha realizzato, inoltre, alcune serie tv come il Professore T., candidato al Leone Ceco, e Podezření, la cui anteprima si è tenuta al 72° Festival internazionale del Cinema di Berlino.

Trama di Victim

Irina è una madre single immigrata dall’Ucraina che vive in una piccola città della Repubblica Ceca. Un giorno suo figlio viene aggredito e gravemente ferito. Mentre la polizia indaga sul crimine, l’intera città si schiera in solidarietà con la madre e il figlio e condanna i vicini rom, presunti responsabili dell’aggressione. Dopo il risveglio del figlio di Irina in ospedale, inizia a emergere la verità sull’incidente. Allo stesso tempo, una campagna politica sta prendendo piede in città e diversi attori dei media, della politica e della società civile manipolano strategicamente la realtà per i propri fini. La verità e la menzogna diventano difficili da distinguere. Come madre premurosa che cerca di costruirsi una nuova vita in un Paese straniero, Irina deve fare i conti con la xenofobia, la discriminazione e i pregiudizi che la circondano. Divisa tra la protezione della sua famiglia e la ricerca della verità, alla fine è costretta a prendere una decisione fatale.

OBEŤ (VICTIM) - Actress Vita Smachelyuk (Credits Adam Mach) (3)
OBEŤ (VICTIM) – Attrice Vita Smachelyuk (Credits Adam Mach)

Recensione di Victim

Chi è la vittima? Chi è il colpevole? Michal Blaško ce lo domanda con il suo Obet, andando a tessere un complesso gioco di specchi e d’identità dove il senso di realtà connessa alla verità giuridica e cruda dei fatti svanisce a favore di una manipolazione egoistica e personale degli eventi, dimostrando come un singolo istante, una singola decisione possa creare una lunga sequenza di eventi impossibili da fermare, come quando tiriamo un sasso nel lago, un’azione che causa un movimento d’onde nell’acqua, dove prima tutto era stantio si crea un flusso di eventi. Il regista si concentra sulla forza di una bugia, su come possa, una singola affermazione, modificare il corso degli eventi e portare luce dove prima c’era solo il buio.

Nella drammaturgia di Victim tutto ha origine da una menzogna. Un ragazzino ucraino, residente in Repubblica Ceca, viene ricoverato in ospedale, dopo essere stato trovato disteso sul suolo dinanzi al proprio appartamento, situato in un quartiere disagiato e povero di una cittadina ceca, presentando sul corpo numerose (e gravi) lesioni al volto, alla testa e nel corpo. La polizia e la madre Irina, un’immigrata Ucraina che sogna di ottenere la cittadinanza ceca e di aprire un centro di benessere dove svolgere l’attività di parrucchiere, credono che le ferite riportate da Igor siano state causate da un pestaggio, confermato dallo stesso sedicenne, il quale ribadisce che i suoi aggressori erano in tre. Tutto ciò però non è vero, Igor mente, mosso da una paura irrazionale verso la madre (una paura assolutamente non spiegata all’interno della narrazione). Il giovane mente a tutti e la sua menzogna aumenta sempre più d’intensità coinvolgendo altri individui, i quali non sono mossi da istinti umanitari ma che colgono la situazione d’Irina e del figlio Igor per i propri scopi egoistici. Il primo personaggio che sfrutta l’occasione è il ventenne Selský, ex ginnasta e amico di Igor (anche lui ginnasta professionista). L’uomo sfrutta il pestaggio per imbastire un forte impianto mediatico di propagando posto a mettere in luce il cattivo fare della politica della sindaca in carica e delle forze dell’ordine che non fanno niente per diminuire la criminalità all’interno dei quartieri più poveri, che sono ormai del tutto abbandonati dallo stato. Così convince la donna a parlare dinanzi alle telecamere del tg per criticare l’aggressione e mostrare tutto il suo dolore, ponendola a fare un annuncio quasi pubblicitario verso la Marcia per Igor, un evento finanziato interamente da Selský, il quale chiama le telecamere esclusivamente per aumentare i suoi numeri di seguaci.

Tale visibilità che Irina ottiene grazie a Selský non passa inosservata, soprattutto alla sindaca della città, la quale sfrutta l’evento per crearsi un’immagine positiva e benevola di sé dinanzi al popolo, fornendo aiuto a Irina solo per fini elettorali e non per bontà d’animo. Questo personaggio risulta l’emblema della politica mondiale, di quei personaggi che si muovono per slogan e frasi fatte mostrando al pubblico un lato estremamente falso (e bugiardo) di ciò che sono. La sindaca usa Irina e dona bugie al suo popolo solo per mantenere la sua poltrona. Lei non ha nessuna volontà di modificare la situazione nei quartieri poveri, soprattutto a quei cittadini che non hanno la visibilità mediatica che ha ottenuto Irina grazie alla storia (falsa) di Igor.

Il comportamento di Irina

Irina invece? Che tipo di personaggio è? Lei è la vittima ma anche il carnefice. Tutto prende piega dalla bugia del figlio ma nel momento in cui Igor gli dice la verità, lei non interrompe la catena di falsità per timore che il suo bambino possa andare in carcere per aver mentito spudoratamente alle forze dell’ordine. Irina, seppur con molti dubbi morali e nutrendo la paura di essere scoperta, continua la sua menzogna dandogli nuova linfa. Se prima era il figlio a mentire poi è lei che lo costringe a continuare il racconto che ormai tutti hanno impostato per loro. Irina, da un punto di vista, coglie l’occasione per migliorare la propria condizione, sceglie di stare dinanzi ai riflettori e di giocare le sue carte che gli sono capitate per mano, soprattutto quella della vicinanza con la sindaca. La politica aiuta per suo scopo egoistico irina ma Irina la sfrutta a sua volta a livello egoistico: per farsi dare una nuova casa, per ottenere dei soldi e per ottenere un aiuto (quasi mafioso) per raggiungere il suo obiettivo: la cittadinanza delle Repubblica Ceca, che non avrebbe mai ottenuto senza l’aiuto della sindaca.

Irina dunque non è un personaggio buono all’interno della pellicola, ma anche lei, come gli altri, coglie l’occasione per ottenere dei vantaggi personali, nonostante ciò possiede una maggiore umanità e in lei rintracciamo un forte senso di colpa, che nel finale andrà a distruggerla interiormente. Irina è un personaggio totalmente umano, ben rappresentato dalla sceneggiatura e dall’attrice Vita Smachelyuk.

OBEŤ (VICTIM) - Actress Vita Smachelyuk (Credits Adam Mach)
OBEŤ (VICTIM) – Actress Vita Smachelyuk (Credits Adam Mach)

In conclusione

Un film che a livello di regia e di fotografia appare abbastanza didascalico e privo di nota, nonostante la regia si metta bene al servizio della storia che appare chiara allo spettatore. Il punto forte della vicenda è indubbiamente la sceneggiatura di ottima fattura con dialoghi che non cadono mai nel banale e una tematica mostrata in maniera piuttosto originale.

Note positive

  • Interpretazione di Vita Smachelyuk
  • Sceneggiatura

Note negative

  • Si poteva approfondire meglio il rapporto tra Igor e Irina
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