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Warriors of the Future
Titolo originale: Ming yat zin gei
Anno: 2022
Nazione: Hong kong
Genere: Sci-Fi Action
Casa di produzione: One Cool Film Production, Media Asia Film Production
Distribuzione italiana: Netflix
Durata: 99 minuti
Regia: Ng Yuen Fai
Sceneggiatura: Lau Ho-leung, Mak Tin-shu
Fotografia: Ng Man-ching
Montaggio: Wong Hoi, Luk Chi-ho
Musiche: Chan Kwong-wing
Attori: Louis Koo, Sean Lau, Carina Lau, Tse Kwan Ho, Philip Keung, Nick Cheung
Il debutto di questa pellicola è stato strabiliante: in poco tempo ha superato gli incassi di Cold War 2 (2016) diventando il film in lingua cinese con il maggiore incasso della storia. In Italia è stato proiettato in occasione del Science+Fiction Festival di Trieste e verrà reso disponibile da Netflix nel mese di dicembre.
Trama di Warriors of the Future
Dopo disastri ambientali e tecnologici, la Terra è in condizioni devastanti: malattie, guerre, carestie hanno dimezzato la popolazione e i pochi rimasti cercano di sopravvivere sfruttando le ultime tecnologie rimaste. Tuttavia una sconosciuta entità aliena, chiamata Pandora, si abbatte sul pianeta Terra, ma questa pianta ha sia la forza di distruggere che di salvare mondo. Una piccola squadra di forze militari verrà inviata per sradicare la pianta mantenendone solo le proprietà salvifiche. Ma dietro questa missione si nasconde un complotto più grande.

Recensione di Warriors of the Future
Il film è ambiento in una futura città di Hong-Kong devastata da pandemie, guerre, disastri ambientali, in una situazione post-apocalittica che costringe l’umanità a sopravvivere, non solo fisicamente ma anche emotivamente, cercando di superare il dolore e le perdite che l’uomo stesso si è causato per troppa avidità. Un punto interessante è proprio la colpevolezza che gli uomini nell’aversi creato tale destino: la presunzione di poter sovrastare la natura e di potersi sovrastare a vicenda hanno ottenuto esattamente l’effetto opposto e hanno aumentato il senso di sfiducia nei confronti di tutto ciò che è gestito dagli uomini. Un esempio lampante riguarda i robot, tecnologie di ampio uso della nuova società, che per natura sono precisi e con hanno un margine di errore pressoché inesistente. E’ il protagonista stesso ad affermare di non fidarsi di questi strumenti perché non ci si può fidare della mano umana che li governa. I rapporti stessi tra alcuni personaggi partono da situazioni di delusione e sfiducia, ma bisogna fare un piccolo passo indietro per comprendere le ragioni che spingono i protagonisti a fare determinate scelte, buone o cattive che siano.
I personaggi principali non hanno caratterizzazioni banali anzi: nonostante il film prediliga grandi scene di azione ai dialoghi, non manca l’occasione per mostrare i drammi interiori dei militari in missioni, andando a scavare in situazioni passate che hanno lasciato cicatrici ancora sanguinanti. Ecco che la regia fa uso di vari flashback, posizionati nei momenti più calmi della narrazione, per aprire scorci sui ricordi dei protagonisti, evitando di smorzare il ritmo incalzante del film.

Per una regia… visiva
La regia è curata da Ng Yuen Fai, un pluripremiato visual effect artist, e la mano di un esperto di CGI si vede! La Hong Kong del futuro è interamente riprodotta digitalmente e solo alcuni oggetti sono stati creati appositamente per il set. Tuttavia quel senso di fake che spesso il troppo (o male) utilizzo di CGI porta con sé, è pressoché inesistente. Complice proprio il fatto che la regia è gestita da una figura molto competente negli effetti visivi che è riuscito a far combaciare perfettamente i bisogni del set con i bisogni del reparto dello sviluppo visivo. Non è stata comunque un’impresa semplice, come ha detto Ng Yuen Fai:
We went into shooting knowing that there would be many challenges for us to overcome; it wasn’t easy, but Warriors of Future finally came to fruition.
Abbiamo iniziato le riprese consapevoli che ci sarebbero state varie difficoltà da superare; non è stato facile, ma Warriors of the Future è stato finalmente realizzato.
Proprio per la complessità tecnica, la pellicola è rimasta in pre-produzione per svariati anni, il regista stesso ha affermato che mai si era visto un film così complesso nella storia delle produzioni di Hong Kong. La fotografia usa colori vividi, anche se spesso mantiene come base la scala dei blu e dei grigi, ma li bilancia in modo da non creare situazioni di troppa oscurità sullo schermo. Nel complesso è un film che appaga sicuramente la vista.

Ci sono altri punti che lasciano un po’ dubbiosi, come l’uso un po’ sporadico dello slow motion (si vedono in alcuni momenti di azioni, ma non con continuità da giustificarli come scelta stilistica). Il design delle armature robot ricorda molto quello di Iron Man, sia all’esterno che all’interno (se siete fan Marvel capirete perché!). La trama non abbastanza semplice e senza troppi colpi di scena, ma c’è una scelta molto interessante sul nome della pianta aliena Pandora.
Facendo un passo indietro nella storia del mito, i riferimenti a Pandora sono maggiormente con accezioni negative, in quanto il vaso della donna viene ricordato per contenere tutti i mali del mondo e lei responsabile del loro diffondersi. Tuttavia il vaso contiene anche la speranza, ultimo elemento liberato dalla ragazza, che fa riprendere la vita con più serenità. La pianta aliena è si distruzione e morte, ma è anche l’unico modo per poter ricominciare una vita migliore sulla Terra. È speranza.
Conclusione
Nonostante qualche difetto, il tentativo di dare al genere Sci-Fi cinese una spinta per future produzioni ha buone possibilità di successo. La produzione è stata complessa per vari fattori, tra cui la difficoltà nel coinvolgere gli attori per via della scarsità di prodotto di questo genere. In un’intervista, l’attore e produttore Louis Koo ha raccontato di aver invitato alcuni attori sul set per poterli convincere a partecipare. Nonostante tutto, il film è stato realizzato con enorme successo e la decisione di affidarlo a un vision effect designer ha dato i suoi frutti. D’altronde la parte visiva gioca un ruolo importante nei film fantascientifici.
Note positive
- Visual effects
- Personaggi
Note Negative
- Alcune scelte di montaggio
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