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West Side Story
Titolo originale: West Side Story
Anno: 2021
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico, sentimentale, musical
Casa di produzione: Amblin Entertainment, 20th Century Studios
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Durata: 156 minuti
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Tony Kushner
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn, Sarah Broshar
Musiche: Leonard Bernstein, David Newman
Attori: Ansel Elgort, Rachel Zegler, Ariana DeBose, David Alvarez, Rita Moreno, Brian d’Arcy James, Corey Stoll, Josh Andrés Rivera, Maddie Ziegler, Kyle Allen, Ana Isabelle, Jamie Harris, Curtiss Cook
Arriva nelle sale italiane, il 16 dicembre 2021, West Side Story per la regia di Steven Spielberg, un film dal ritmo coinvolgente, capace di regalare un intrattenimento a 360°: è frizzante, emotivo, passionale e narra una storia senza età né confini, ispirata alla tragedia di William Shakespeare, “Romeo e Giulietta“. Il lungometraggio ha ottenuto ai Golden Globe 2022 il premio per il Miglior film commedia o musicale e Ariana DeBose ha ottenuto, per la sua performance, il premio come Migliore attrice non protagonista
La pellicola non si basa su una sceneggiatura originale ma risulta essere il secondo adattamento cinematografico dell’omonimo e celebre musical diretto e coreografato da Jerome Robbins (che debuttò a teatro nel 1957). Il primo film tratto dallo spettacolo è del 1961 per la regia di Robert Wise e Jerome Robbins, che affidarono i ruoli di protagonisti a Natalie Wood e Richard Beymer.
Trama di West Side Story
La storia è ambientata negli anni ’60 a New York e più precisamente nell’Upper West Side, zona metropolitana in forte cambiamento all’epoca e che, da lì a poco, avrebbe visto sorgere il Lincoln Centre. In questo quartiere in tumulto e in rinnovamento, si palesano gap culturali che generano contrapposizioni sociali tra bande di giovani americani e immigrati.
West Side Story, tratta quindi di un ennesimo “ritorno storico” che vede scontrarsi, nello specifico, due gang di teppisti: i bianchi (e americani) Jets e i portoricani Sharks.

Tony (Ansel Elgort, attore protagonista anche in altri film conosciuti come “Colpa delle Stelle”), dopo un anno di carcere non ne vuole più sapere di scontri e violenze e cerca, quindi, di limitare i rapporti con i Jets. Il ragazzo lavora in un negozio gestito dalla portoricana Valentina (Rita Moreno); per lui non è semplice distaccarsi e voltare pagina in quanto sente un legame profondo con la banda con cui è cresciuto. Una sera, infatti, si lascia convincere di partecipare a un ballo durante il quale Tony incontra Maria, la sorella del capo degli Sharks (il pugile Bernardo). Tra Tony e Maria (Rachel Zegler) nasce una passione tanto travolgente quanto impossibile.

Recensione di West Side Story
West Side Story, la versione spielberghiana di uno dei più grandi musical di sempre, sicuramente è un film, come accade spesso in questi casi, che divide il pubblico. Perché si verifica questa “scissione”? Il dibattito si sviluppa intorno al quesito che cerca di comprendere il senso di portare al cinema un “progetto artistico” che è destinato originariamente a un altro canale/ambientazione, ossia il teatro. Prima ancora di West Side Story, sono stati oggetto delle medesima diatriba, film come “Mamma mia”, “Les Miserables” e “La La Land”.
A tal proposito, infatti, una consistente parte di spettatori è capace di apprezzare a gran voce i medesimi progetti a teatro (in quanto il “luogo” giustifica la loro resa) invece che al cinema, perché pretendono di essere catturati da un’opera che sia realmente capace di essere efficace sul grande schermo. Il problema non è solo sostanziale ma anche tecnico. Un musical al cinema non è efficace come dovrebbe. Il montaggio può essere percepito come poco fluido, i cambi d’ambientazione sono troppo repentini, i dialoghi troppo semplici e lineari. Con tali premesse proprie dei musical cinematografici, è ancora più semplice ma anche d’impatto vedere come Spielberg sia riuscito a dare un’interpretazione registica personale, autentica e innovativa al suo film. Spielberg decide, infatti, di non nascondere o camuffare la teatralità propria dell’opera bensì la dichiara e la enfatizza solo dove necessario ma, rispetto ai suoi predecessori, ha la capacità e abilità artistica di far “evaporare” tali confini da palcoscenico consentendo allo spettatore di cogliere l’autenticità cinematografica della storia.

L’intuizione migliore del regista americano è quella di lasciare parlare le immagini mediante lo spessore visivo e l’uso della luce. Spielberg, supportato dal meticoloso studio della fotografia di Janusz Kaminski, riesce a trovare il giusto escamotage per fare in modo che lo spettatore si dimentichi dei vicoli e dei palazzi appositamente posticci per abbandonarsi e sentirsi parte degli accadimenti come se fosse direttamente lui a viverli.

I primi piani ed i mezzi busti prevalgono sulle inquadrature totali di contesto, i suoni propri delle ambientazioni sono un perfetto sottofondo che enfatizzano il processo di “immedesimazione nella storia”, i silenzi creano il giusto livello di tensione e tolgono spazio alla musica e l’uso della lingua delle due bande abbatte del tutto la distanza tra finzione e realtà.

Anche i colori sono “alleati” della narrazione: la palette utilizzata è sicuramente fedele agli anni ’60 ma, in sordina, gioca anch’essa un ruolo importante nella scansione della storia. I colori più accesi e brillanti fanno da sfondo alle situazioni “frizzanti” e preparatorie al “ciò che sta per accadere” mentre, i bianchi e i neri (insieme ai silenzi e alle ombre marcate che vanno a segnare anche i volti dei protagonisti) enfatizzano e seguono il flusso tragico degli accadimenti. A questo punto, sarebbe così inappropriato definire West Side Story come un film che segna un passo in avanti in termini di engagement del musical al cinema?

Note positive
- Il film risulta essere un’interpretazione autentica e contemporanea di un’opera teatrale
- La colonna sonora regala coinvolgimento e vivacità senza trascurare quello emotivo della storia
Note negative
- Alcune tematiche sociali ed emotive introdotte meriterebbero maggiore approfondimento, purtroppo vengono semplicemente accennate e lasciate sullo sfondo