Whiplash: L’armonia della cacofonia

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Whiplash

Anno: 2014

Paese: Gran Bretagna

Genere: Drammatico / Musicale

Durata: 1 hr 45 min (105 min)

Casa di produzione: Blumhouse Productions

Prodotto da: Jason Blum

Regia: Damien Chazelle

Sceneggiatura: Damien Chazelle

Montaggio: Tom Cross

Dop: Sharone Meir

Musiche: Justin Hurwitz

Attori: Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Paul Raiser, Austin Stowell, Nate Lang, Chris Mulkey, Jayson Blair

Trailer italiano del film Whiplash

RECENSIONE DI WHIPLASH

Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”.

CIT. FLETCHER (J.K. SIMMONS) – Whiplash

Esordio registico del “bambino prodigio” Damien Chazelle (che, a 21 anni, aveva all’attivo solo la sceneggiatura del pessimo Il ricatto  Grand Piano), Whiplash, pur girando attorno al mondo della musica jazz come il successivo La La Land, non è una classica e magica fusione tra musica e cinema, ma una crescente sinfonia di sudore, escoriazioni e sangue che colpisce efficacia viscerale.

Forte di uno straordinario successo di critica e pubblico, Whiplash è un film brillante e innovativo che mette al centro della storia un protagonista che fa della musica la sua unica ragione di vita. L’ossessione lo porta a rifiutare con strabordante arroganza ogni cosa, dalla parvenza di vita normale ai rapporti con la famiglia, dagli svaghi all’amore.

Il protagonista interpretato benissimo da Miles Teller è di quel tipo che alla fine della fiera normalmente fallirebbe, ma Chazelle è stato geniale a farci empatizzare con lui anche se ci prudono le mani per l’antipatia, avvalendosi di una nemesi memorabile a cui dà vita un divino J.K. Simmons che, a suon di sguardi fulminanti, grancasse lanciate sulle gengive degli allievi e urla degne del Sergente Hartman di Full Metal Jacket, ha messo le mani su un meritatissimo Oscar come miglior non protagonista.

TRAMA DI WHIPLASH

La verità è che non ho mai avuto un Charlie Parker, ma ci ho provato, io so di averci provato più di quanto facciano in molti… E non ho intenzione di scusarmi per averlo fatto.

CIT. FLETCHER (J.K SIMMONS) – Whiplash

Il diciannovenne Andrew Neyman (Miles Teller) è un aspirante batterista jazz che studia presso la più prestigiosa scuola di musica di New York. La musica è tutto ciò che ha dalla vita, e i parenti lo considerano una sorta di nerd outsider pieno di sé.

Un giorno, Terence Fletcher (J.K. Simmons), il più temuto insegnante del conservatorio, lo sceglie come batterista di riserva; ma il livello richiesto è elevatissimo e il sogno si tramuta ben presto in un incubo sanguinoso…

Miles Teller e J.K. Simmons in Whiplash
Una scena di Whiplash

ANALISI DI WHIPLASH

Il segreto è rilassarsi. Non preoccuparti dei numeri, non pensare all’opinione degli altri. Sei qui per una ragione, divertiti.

CIT. FLETCHER (J.K. SIMMONS) – Whiplash

Il vero cuore di Whiplash, difatti, non è tanto la musica jazz quanto l’accesissimo conflitto verbale e fisico tra allievo e maestro. L’inquisitoria ferocia di Fletcher prevale su tutto e tutti mentre sottopone i discepoli a crudeli angherie indifferenti al cedimento umano; la volontà di Andrew di arrivare, dopo l’iniziale accettazione delle umiliazioni, tende sempre più verso la perfezione e muta in sfida.

Musica e montaggio incalzanti scandiscono l’escalation di superbia e provocazioni che sviliscono qualsiasi rapporto costruttivo, sfrondando il discorso di accenni di retorica. Sangue e la tensione oltrepassano lo schermo e disturbano in profondità la visione; lo stesso, memorabile epilogo, un’esibizione di sovrumana resistenza, accentua la brutalità di un film in cui ognuno è ciecamente determinato ad arrivare per primo. E alla fine il vero vincitore di questo confronto è proprio lo spettatore, a cui rimarrà la sensazione di aver assistito a uno spettacolo unico e irripetibile.

Attento sia alla costruzione dell’immagine espressiva che all’amalgama di suoni cacofonici che, proprio in virtù di questa prepotenza estetica risultano armoniche, Chazelle non si scorda di interrogarci sul prezzo da pagare per realizzare i nostri sogni, su quanto sia labile il confine tra competizione e gioco al massacro.

NOTE POSITIVE

  • Assenza di retorica nel rapporto tra allievo e maestro.
  • Gli interpreti.
  • L’amalgama di immagine espressiva, musica e montaggio.

NOTE NEGATIVE

  • Nessuna di rilevante
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