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Windtalkers
Anno: 2002
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Guerra / Azione / Drammatico
Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Lion Rock Productions
Prodotto da: John Woo, Terence Chang, Tracie Graham, Alison Rosenzweig
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 2 hr 14 min (134 min); 2 hr 33 min (153 min, director’s cut)
Regia: John Woo
Sceneggiatura: Joe Batteer, John Rice
Montaggio: Stephen Kemper, Jeff Gullo, Tom Rolf
Fotografia: Jeffrey L. Kimball
Musiche: James Horner
Attori: Nicolas Cage, Adam Beach, Christian Slater, Peter Stormare, Mark Ruffalo, Noah Emmerich, Frances O’Connor, Jason Isaacs
Trama di Windtalkers
Gli ordini erano di mantenere la posizione in una lurida palude di merda sbattuta nel buco del culo del mondo…
CIT. JOSEPH ENDERS (NICOLAS CAGE)
Sopravvissuto a una battaglia sulle isole Salomone durante la Seconda Guerra Mondiale, il caporale dei marines Joseph F. “Joe” Enders (Nicolas Cage) torna al fronte con un nuovo incarico: proteggere il soldato navajo Ben Yahzee (Adam Beach), un code walker addestrato a inviare e ricevere messaggi in codice durante le azioni belliche.
Mentre Enders si dimostra fin da subito poco intenzionato a fare da “baby-sitter” a un indiano, Yahzee si ritrova a fronteggiare il forte razzismo che divampa tra i commilitoni; ma durante le missioni, i due uomini iniziano ad avvicinarsi e a rispettarsi, grazie anche al loro comune amore per la musica.

Recensione di Windtalkers
Oggi Whitehorse mi ha salvato lo scalpo; chissà cosa penserebbe George Armstrong Custer di questo… Mi ricordo quando mio nonno, seduto nel portico, mi raccontava della caccia agli Indiani,come se fossero stati scoiattoli o qualche bestia del genere… Cavolo! Pagavano tre dollari per un orecchio di Comanche! E ora mi chiedo se fra cinquant’anni staremo seduti con i giapponesi a bere sakè, a sparare cazzate e a rompere il culo di qualcun’altro…
CIT. CHARLES ROGER (NOAH EMMERICH)
Windtalkers rappresenta una pagina anomala per il cinema d’azione del maestro cinese John Woo: è un war movie ispirato alle reali vicende dei code walker indiani (che durante la guerra nel Pacifico contro l’impero giapponese svolsero un ruolo cardine, spesso dimenticato dai libri di storia) e lontanissimo dalle epopee gangsteristiche sui doppi a cui il regista è solitamente associato. La peculiare ambientazione storica fornisce a Woo la possibilità di asservire i propri sforzi a un racconto di drammi umani, anche se ovviamente è nelle scene d’azione che la sua mano si fa riconoscere. Le sequenze belliche guardano alla sporca visceralità di Black Hawk Down o Salvate il Soldato Ryan, distinguendosi per l’estremo realismo e la tangibilità; la macchina a mano nervosa, le spettacolari panoramiche e la precisione dei dolly permettono a Woo di sperimentare soluzioni tecniche accattivanti, immersive e propedeutiche alla messa in scena del suo vero capolavoro bellico: Red Cliff – La battaglia dei tre regni.
Tuttavia, affrontare un capitolo così interessante della storia americana con una tale perizia tecnica non basta a fare di Windtalkers un grande film; personaggi esili e una trama appesantita dalla zavorra della linearità non fanno spiccare il volo a un titolo non brutto ma modestissimo. Woo sembra capire i limiti del progetto, e giustamente si tiene a debita distanza dal dramma per sforzarsi su ciò che gli interessa di più, cioè la guerra. Il problema è che senza una cura reale per la storia e i suoi temi di amicizia e tragedia, le scene di battaglia non vanno oltre il compitino tecnico svolto ad arte, mentre le stesse qualità attoriali (Cage trattiene saggiamente il suo proverbiale over-acting, dimostrandosi in sintonia con il personaggio) poco aiutano lo spettatore a emozionarsi o rabbrividire per l’orrore della guerra.

Ricorda Marine, il nostro non è chiedersi perché, noi agiamo o moriamo. Sempre Fidelis.
CIT. BEN YAZZIE (ADAM BEACH)
Insomma, un film con ogni probabilità deludente per tutti gli appassionati di war movies, del cinema d’azione e di John Woo, che però trova nello sforzo tecnico il suo maggior motivo d’interesse. A patto di non pretendere troppo, si arriva ai titoli di coda senza eccessivi rimpianti.
NOTE POSITIVE
- L’eccezionale perizia tecnica di John Woo.
- Il ritmo mai assente.
- L’ottima prova del cast.
NOTE NEGATIVE
- Trama e personaggi che potevano esser meglio curati.