Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore (2022): Sconosciuti in casa, il problema della fiducia

Coinquillini impossibili

Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore

Titolo originale: Worst Roommate Ever

Anno: 2022

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: documentario

Casa di Produzione: Blumhouse Television

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Domini Hofmann

Stagione: 1

Puntate: 5

Regia: Domini Hofmann

Fotografia: Rebecca Roberts, Anne Etheridge

Trailer della serie Coinquilini impossibili – prima stagione

Bluemhouse Television, la casa di produzione che ha fatto dell’orrore il suo genere tanto da sfornare pellicole come Paranormal Activity, Insidious, e i vari reboot d Halloween, dà vita alla sua prima docuserie Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore (Worst Roommate Ever), disponibile su Netflix dal primo marzo 2022 per cinque puntate che ha l’obiettivo, attraverso la narrazione di quattro storie, di mostrare come persone innocue all’apparenza si dimostrano, nel corso di una convivenza nella medesima abitazioni, dei veri e propri criminali. Inizialmente in Italia la serie era stata denominata, nei primi giorni in cui è stata distribuita, con il titolo Coinquilini impossibili

Trama di Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore

Truffatori violenti. Spietati serial killer. Quattro terrificanti storie che svelano alcune delle peggiori esperienze di coabitazioni che ci si possa immaginare.

EP.1. Chiamatemi pure Nonna: La storia parla dell’assassina Dorothea Puente, una donna che gestiva una pensione per i meno fortunati, che ospitava per poi uccidere al fine d’incassare i loro assegni che ricevevano dallo stato.

EP.2. Diffidate dei più calmi: L’episodio tratta l’omicidio dell’universitaria Maribel Ramos, avvenuto per mano del suo coinquilino K.C. Joy

EP.3. Il Maratonete: La vicenda tratta la figura del carismatico truffatore Youssef Khater definito “Il maratoneta”, un uomo in grado di farsi voler bene dalle persone fino a quando non riesce a fregarle economicamente, da quel momento diventa una persona altamente pericolosa.

EP.4 e EP. 5. Cercasi coinquilino: Le ex coinquiline di Bachman ricordano le azioni intraprese per cercare di costringerlo ad andare via di casa, il tutto condurrà a una tragica fine sanguinolenta.

Coinquilini impossibili Cr. Netflix © 2022
Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore Cr. Netflix © 2022

Recensione di Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore

Hai tutta la vita davanti a te. Sei carina, hai questa casa, beh, non hai più questa casa. Questa casa è la mia casa.

Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore

Fidarsi o meglio non fidarsi, questo è il concetto alla base della docuserie crime Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore, che pone al centro della storia il concetto di convivenza con l’altro, analizzato nelle varie sfumature, storie che dimostrano come quando si ha a che fare con l’altro, lo sconosciuto, il luogo che noi possiamo chiamare casa (simbolo di sicurezza, felicità e protezione) può trasformarsi in un incubo, un posto infernale perdendo quella concezione di benessere e di sicurezza che fa parte nel lemma “Casa”, un luogo in cui chi vive all’interno si sente parte di una medesima comunità. Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore ci parla dell’incubo che vivono delle persone che pongono la loro fiducia su individui falsi che indossano maschere per farsi piacere all’altro e nascondere la loro perversione interiore, maschere però che prima o poi cadranno all’interno delle quattro mura mandando le relazioni create fino ad allora nel caos e nel sangue. Per narrare ciò vengono scelte quattro storie narrate attraverso un mix interessante tra l’uso d’interviste dei sopravvissuti e dei truffati alternato a immagini d’archivio ad altre animate,  proprio attraverso la tecnica dell’animazione i registi e showrunner decidono di mostrare gli eventi tragici, il sangue, gli omicidi o la malvagità nei volti dei personaggi, che traspare limpida negli sguardi di questi serial killer – truffatori.

Fotogramma de Coinquillini impossibili Cr. Netflix © 2022
Fotogramma di Worst Roommate Ever – Convivere nel terrore. Cr. Netflix © 2022

La prima storia ci porta nel mondo macabro della serial killer americana di Sacramento, una falsa anziana che aveva trovate un modo per uccidere, guadagnare e passare inosservata. Questa apparente vecchietta innocente ospitava nella propria casa dei pensionati o dei disabili, gente ai margini della società e senza veri amici che sentissero la loro mancanza. Siamo negli anni ’80 e Dorothea Helen Puente per uccidere i suoi paziente elaborò un macabro piano, avvelenandoli lentamente attraverso i suoi dolceti e sformati o le bevande a cui lei aggiungeva una leggera porzione di codeina e paracetamolo, sostanze che alla lunga andavano a uccidere i suoi pazienti. La sua storia è macabra, tanto che la Puente venne accusata all’età di 59 anni di aver ucciso dalle 9 alle 15 persone venendo classificata come una delle più cruenti serial killer femminili. Questa storie è l’unica che vede una donna nel ruolo di assassina all’interno della serie, poiché dal secondo episodio la narrazione si sposta sul caso Maribel in cui seguiamo le vicende che hanno condotto il 55enne Kwang Chol Joy ad ucciderla, un uomo che però non va inteso come un serial killer ma una persone che ha perso il lume della ragione per amore e che per questo sentimento irrazionale ha deciso di uccidere colei che amava.  Interessante risulta anche il caso Youssef Khater, il pericoloso fuggitivo che potrebbe ancor oggi uccidere essendo a piede libero e che è stato graziato dalla giustizia dopo aver quasi ucciso in maniera premeditata la sua coinquilina al fine di truffarla. Questo terzo episodio mette in luce i problemi della giustizia come anche il 4 e il 5 che trattano del caso Bachman, uno spietato truffatore che si impossessava delle abitazioni altrui mettendo in luce tutte le pecche del sistema giuridico americano in materia, poiché lui, pur comportandosi come un criminale era nel rispetto della legge.

Cosa manca però a queste narrazioni? L’approfondimento dei personaggi, specialmente dei serial killer che non vengono realmente indagati, difatti le sceneggiature non ricercano di comprendere il motivo che conduce queste persone a compiere tali atti, a eccezione dell’omicida Bachman che viene lievemente narrato anche in maniera psicologica e noi possiamo in parte comprendere da dove provengono le sue pulsioni errate. L’idea alla base è evidentemente quella di raccontare le tragedia dal punto di vista delle vittime o dei parenti di queste che descrivono tutti il disagio che hanno provato ad affrontare queste situazioni rimarcando il concetto che è difficile riuscire a notare i segnali d’allarme e soprattutto comprendere la natura di una persona prima di viverci insieme.

Note positive

  • Regia
  • Montaggio
  • Interviste
  • Animazione
  • Storie interessanti

Note negative

  • Manca l’approccio psicologico riguardo ai criminali

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