Giurato numero 2 (2024). Eastwood lascia ancora il segno

Recensione, trama e cast di Giurato numero 2 (2024), un legal thriller diretto dal regista Clint Eastwood, dal 14 novembre 2024 al cinema

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Trailer di “Giurato numero 2”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Lungometraggio realizzato dal novantaquattrenne Clint Eastwood, Giurato numero 2 è un legal thriller distribuito nelle sale italiane da Warner Bros Pictures, il 14 novembre 2024, dopo essere stato presentato in anteprima mondiale come film di conclusione dell’AFI Fest il 27 ottobre 2024 e dopo essere stato distribuito nei cinema americani dal 1 novembre.

Il premio Oscar® Eastwood, che dirige una sceneggiatura di Jonathan Abrams (“Escape Plan”), si affida a un cast di alto livello composto da: Nicholas Hoult (prossimamente “Superman”, “The Menu“), la candidata all’Oscar® Toni Collette (in arrivo con “Mickey 17”, “Il sesto senso“), il premio Oscar® J.K. Simmons (“Whiplash“), Chris Messina (“Air”, “Based on a True Story”), Gabriel Basso (“The Night Agent”), Zoey Deutch (“The Politician”, “Zombieland: Double Tap”), Cedric Yarbrough (“Unfrosted”), Leslie Bibb (“Palm Royale”, “Tag”) e Kiefer Sutherland (“Designated Survivor”, “24”). Completano il cast Amy Aquino (“Bosch”) e Adrienne C. Moore (“Orange Is the New Black”).

Il quarantacinquesimo film di Eastwood riuscirà nell’intento di far rimanere incollati allo schermo tutti gli amanti dei legal thriller e non solo.

Trama di “Giurato numero 2”

Giurato Numero 2 segue le vicende del padre di famiglia Justin Kemp, il quale, durante il suo compito di giurato in un processo per omicidio di alto livello, si trova combattuto da un serio dilemma morale: influenzare il verdetto della giuria e potenzialmente far condannare o far assolvere l’uomo accusato di omicidio.

Fotogramma di Giurato numero 2
Fotogramma di Giurato numero 2

Recensione di “Giurato numero 2”

Guidando di notte sotto una forte tempesta, il protagonista (interpretato da un Nicholas Hoult in stato di grazia) aveva investito quello che credeva essere un cervo, ma solo dopo si rende conto essere una donna che stava tornando a casa a piedi dopo un furente litigio con il fidanzato che diventerà poi l’accusato. Questa è la situazione che Eastwood e lo sceneggiatore Abrams mettono davanti a noi spettatori che, durante lo scorrere del film, rimaniamo in attesa di una possibile svolta drammaturgica della vicenda, di una pellicola che ci concentra sul personaggio di Justin, uno dei giurati, un uomo la cui priorità è quella di allontanare i suoi colleghi giurati da un verdetto di colpevolezza senza coinvolgere se stesso nel processo.

“Aveva scritto una buona sceneggiatura. È davvero intrigante quando uno scrittore pone un personaggio di fronte a un dilemma morale e questo, ambientato in un’aula di tribunale, è qualcosa in cui tutti possiamo immaginarci o con cui possiamo relazionarci in qualche modo. Ho pensato che fosse una storia forte e che sarebbe stata un buon film.

La suspense del film regala un’esperienza avvolgente, avvolgendo lo spettatore in una rete di tensioni emotive e morali che si sviluppano attraverso un dialogo serrato e magistralmente orchestrato per tutta la durata della pellicola. Le accese discussioni tra i giurati, ognuno portatore di pregiudizi, fragilità e visioni personali, evocano inevitabilmente il capolavoro di Sidney Lumet, La parola ai giurati, con Henry Fonda. In entrambe le opere, la giuria diventa un microcosmo della società, in cui lo scontro tra verità e percezioni soggettive si trasforma in un dibattito sulla natura stessa della giustizia. Tuttavia, questo film aggiunge una dimensione moderna e personale, incarnata nel protagonista, che non solo osserva il processo ma vi partecipa emotivamente, mettendo in discussione le sue stesse convinzioni. Il dialogo finale tra l’avvocato e il protagonista rappresenta il culmine di questa tensione, offrendo una riflessione intensa e stratificata. Lungi dall’essere una semplice risoluzione narrativa, questa scena obbliga lo spettatore a confrontarsi con dilemmi morali universali: cosa significa davvero “giustizia”? Può esistere una verità assoluta in un mondo complesso e pieno di sfumature? Il film, dunque, riesce a sollevare queste domande senza fornire risposte definitive, lasciando il pubblico a riflettere sulla fallibilità del sistema giudiziario e sulla difficoltà di giudicare con imparzialità mettendo lo spettatore di fronte a un dilemma morale: ci ricorda quanto sia difficile raggiungere una vera giustizia.

“Justin Kemp è un alcolista in via di guarigione. Frequenta gli Alcolisti Anonimi. Scrive per una rivista regionale di lifestyle. Ha incontrato la sua compagna, Allison, interpretata da Zoey Deutch, che è fantastica e dà al suo personaggio onestà ed emotività. Allison ha cambiato completamente la sua vita e hanno un bambino in arrivo. Si è assunto la responsabilità del suo passato, in cui commetteva errori, beveva troppo e non si assumeva la responsabilità di sé stesso. Quindi, quando lo incontriamo in questa storia, ha cambiato vita. Poi viene scelto come giurato e, mentre ascolta le argomentazioni della difesa e dell’accusa, si rende conto che avrebbe potuto essere lui. E ci sono momenti in cui pensi: ‘“Oh, questo è quanto successo al 100%, è stato lui”. Ma poi ci sono volte in cui pensi: “Ok, forse c’è una piccola possibilità in cui potrebbe non essere stato così, l’imputato potrebbe averlo fatto o forse lei si è sbagliata, oppure è successo qualcos’altro”. Non voglio dire che questa sia la verità della situazione, ma è una di quelle cose in cui, nel suo cervello, fa sempre ragionamenti, pensando sempre: “Qual è la mia responsabilità in questo? Che cosa ho 7 fatto?”, ma anche: ‘C’è qualche speranza o possibilità che forse lo scenario peggiore non sia quello peggiore?’.

Dichiarazione di Nicholas Hoult – Interprete di Justin Kemp

Interessanti anche le scelte del cast: la figlia del regista interpreta la vittima dell’omicidio, mentre Toni Collette veste i panni dell’avvocato d’accusa, ritrovandosi a lavorare con Nicholas Hoult vent’anni dopo About a Boy. Un dettaglio significativo è il bar ricorrente nei flashback, chiamato Rowdy’s Hideaway, un omaggio a Rowdy Yates, il personaggio che rese celebre Clint Eastwood nella serie televisiva Rawhide. Infine, Giurato numero 2 potrebbe rappresentare il capitolo conclusivo della filmografia del regista, come lui stesso ha lasciato intendere.

Foto dal set di Giurato numero 2
Foto dal set di Giurato numero 2

In conclusione

Giurato numero 2 risulta un film estremamente coinvolgente dall’inizio alla fine, con una sceneggiatura arguta e un soggetto che provoca grandi riflessioni.

Note positive

  • Recitazione
  • Sceneggiatura
  • Soggetto

Note negative

  • /

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Letizia Fracchiolla
Letizia Fracchiolla