
I contenuti dell'articolo:
Honeymoon
Titolo originale: Medovyi Misiats
Anno: 2024
Nazione: Ucraina
Genere: Drammatico
Casa di produzione: Toy Cinema
Distribuzione italiana: (non specificata)
Durata: 1h 24m
Regia: Zhanna Ozirna
Sceneggiatura: Zhanna Ozirna
Fotografia: Volodymyr Usyk
Montaggio: Zhanna Ozirna, Philip Sotnychenko
Musiche: Anton Dehtiarov
Attori: Ira Nirsha, Roman Lutskyi
Trailer di “Honeymoon”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Presentato il 2 settembre in Sala Giardino all’interno dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “Honeymoon” è l’opera prima della cineasta e sceneggiatrice ucraina di Kiev. Il film racconta, a modo suo, i tragici eventi legati al conflitto Ucraina-NATO-Russia, iniziato il 24 febbraio 2022 con l’offensiva militare russa, il cui obiettivo dichiarato era “liberare” la cosiddetta “Repubblica Popolare di Lugansk” e la regione del Donbass dalle “forze nazifasciste ucraine”. Questo atto ha trascinato l’Ucraina, la NATO e la Russia in una guerra psicologica, distruggendo ogni possibilità di dialogo tra il popolo russo e l’alleanza atlantica (America ed Europa), riportando le due potenze a una situazione geopolitica simile alla Guerra Fredda. Tuttavia, la pellicola non affronta direttamente il grande conflitto, ma si concentra sull’umanità e sulla paura vissuta dai civili ucraini, costretti a vivere in un’epoca di assoluta incertezza, con l’esercito russo che bombarda e conquista pezzi di territorio, generando lotte armate e spargimenti di sangue da entrambe le parti, ma soprattutto in Ucraina.
Trama di “Honeymoon”
Il 23 febbraio 2022, in una piccola città vicino a Kiev, Taras (35) e Olia (32) sono felici. Hanno appena acquistato una casa e quella notte sarà la loro prima in quel nuovo appartamento. Per festeggiare, invitano alcuni amici, ma tra un brindisi e l’altro, emerge la paura di una possibile invasione russa, che inizia a farsi strada nei pensieri degli invitati, preoccupati per il loro futuro. Dopo aver salutato gli ospiti, Taras e Olia vanno a letto, fanno l’amore, ma all’alba vengono svegliati di soprassalto dalle esplosioni delle bombe. La situazione precipita rapidamente: la coppia non sa se scappare o restare, e l’indecisione li porta a non fuggire in tempo. Le truppe russe occupano la loro casa, trasformandola nel loro quartier generale. Taras e Olia restano intrappolati senza elettricità, acqua e connessione, costretti a convivere con il pericolo per cinque giorni. Durante questo periodo, esplorano l’abisso della vera intimità e affrontano domande esistenziali cruciali, mentre la minaccia mortale incombe su di loro.

Recensione di “Honeymoon”
Ho sentito questa storia da un amico che vive in una piccola città vicino a Kiev. Anche lui proviene da un ambiente artistico, con un background simile al mio. Io stesso vivo nella periferia di Kiev, quindi avrei potuto essere al loro posto. Solo due villaggi mi separano dalla zona occupata. Per qualche motivo, provo un senso di colpa per non aver vissuto questa terribile esperienza, per non aver condiviso il momento più duro e impegnativo della vita del mio amico. Credo di aver voluto essere più vicino a lui e sentire quello che ha provato, almeno attraverso l’arte. Il cinema è diventato il mio modo di riconnettermi con la nuova realtà e, forse, un punto di partenza per il processo di guarigione. Ho intervistato persone che hanno vissuto l’occupazione russa e ho registrato i loro ricordi. Sentivo la necessità di adattare la storia al mio modo di vivere questa guerra, alle sfide della mia generazione e alle scelte che dobbiamo affrontare, ripensando i valori tradizionali. Per tutta la troupe, era fondamentale liberare l’Ucraina dagli stereotipi giornalistici. Con questa storia d’amore intima e minimalista, avviciniamo lo spettatore occidentale al dramma della nostra guerra, che si sta svolgendo qui e ora. La storia di Taras e Olia mostra due persone sotto la pressione di un pericolo mortale, piene di progetti per il futuro ma intrappolate nell’orrore del presente. Il film esplora il loro legame da diverse angolazioni: l’amore in tutte le sue sfumature, i ruoli di genere, l’intimità, la fiducia, la paura, la tenerezza e, infine, la fiducia reciproca.
Dichiarazione del regista
Realizzata grazie ai fondi ottenuti partecipando al bando della Biennale College del Festival di Venezia, che assegna 200.000 euro a quattro pellicole a microbudget, “Honeymoon” (2024) si dimostra una pellicola prettamente intimistica, che tenta di raccontare le emozioni e i sentimenti vissuti dai civili ucraini nel momento in cui si sono trovati di fronte alle truppe russe, invasori che hanno portato destabilizzazione e guerra nel cuore dell’Ucraina, cambiando per sempre la loro vita. Il film illustra la transizione da una situazione di incertezza a una di conflitto armato, concentrandosi sulle regioni del Donbass, di Lugansk e sui dintorni di Kiev.
“Honeymoon”, probabilmente anche a causa della sua natura di film a basso budget, non si sofferma a mostrare direttamente l’avanzata dell’esercito russo, le uccisioni di civili, gli stupri o altri abusi sessuali, e neppure il volto stesso del nemico (non appare nemmeno un singolo soldato russo). Tuttavia, questi elementi sono presenti attraverso l’uso del sonoro: le urla dei soldati che bussano alla porta, gli spari, la loro avanzata e le violenze sessuali che perpetrano si percepiscono attraverso la finestra che dà sulla strada e attraverso i muri, trasmettendo a Taras e Olia, i protagonisti, un profondo senso di paura per il loro futuro.
La pellicola è interamente ambientata all’interno di un appartamento, eccezion fatta per due brevi scene esterne e alcune inquadrature panoramiche che mostrano l’esterno della città. Questo focus su un’unica location e su una condizione di immobilità permette al regista-sceneggiatore di concentrarsi sui personaggi, facendo emergere il loro tormento, la disperazione, la paura e l’amore patriottico per l’Ucraina. In particolare, il personaggio di Olia, un’artista piena di sogni e progetti futuri, si dimostra fortemente favorevole all’escalation militare, augurando la morte ai russi e sostenendo l’esercito ucraino sia militarmente che economicamente. Colpisce la frase pronunciata da Olia in un momento di forte panico: “Che cosa facciamo se l’Ucraina non esiste più?”. Indubbiamente il personaggio di Olia si dimostra quello più interessante grazie al fatto che sul suo volto entrano in gioco più varietà di emozioni e sensazioni contrastanti.
Nonostante questa attenzione estrema ai personaggi, con l’uso frequente di una macchina da presa a mano (alternata a una macchina da presa su cavalletto) che segue con parsimonia i volti e i movimenti dei protagonisti, il film fatica a suscitare un coinvolgimento emotivo. La situazione narrata è tragica: uomini e donne che non sanno se la loro vita continuerà o finirà, una coppia che si nasconde nel proprio appartamento per cinque giorni in attesa di essere salvata o che le truppe russe se ne vadano. Nonostante il clima di tensione palpabile, lo spettatore rimane emotivamente distaccato da Taras e Olia, non riuscendo a percepire appieno il loro dolore. Questo avviene nonostante le discrete interpretazioni dei due attori protagonisti e la presenza di dialoghi funzionali e realistici, all’interno di una narrazione marcata dal realismo, che evita di scivolare nel teatrale.
Il primo difetto della pellicola è quindi la sua incapacità di generare l’emozione sperata, probabilmente a causa della creazione delle scene stesse. Il secondo riguarda la sceneggiatura: il regista-sceneggiatore non fornisce sufficienti dettagli per far entrare lo spettatore nella vicenda. Manca infatti una chiara indicazione geografica e temporale: non è chiaro in quale città ci troviamo e quanti giorni trascorrono i protagonisti in questa condizione di prigionia (elemento che ho compreso solo leggendo la sinossi nei materiali stampa). Inoltre, mancano informazioni precise sull’evoluzione del conflitto, soprattutto nelle fasi che separano l’inizio dell’invasione russa dall’ingresso delle truppe nella loro città.
“Honeymoon” è un film interessante, ma non riesce a esprimere tutto il potenziale che avrebbe potuto raggiungere con una scrittura diversa in alcune situazioni, che avrebbero potuto portare maggior pathos e intensificare il crescendo di terrore all’interno del condominio.

In conclusione
“Honeymoon” è un’opera che tenta di raccontare la guerra in Ucraina attraverso un’ottica intimistica, concentrandosi più sui sentimenti che sugli eventi bellici in sé. Nonostante una messa in scena che riesce a trasmettere un clima di paura e tensione, la pellicola fatica a coinvolgere emotivamente lo spettatore. Le interpretazioni dei protagonisti sono buone, ma la sceneggiatura avrebbe potuto offrire maggiore profondità per rendere la storia più avvincente e immersiva.
Note positive
- Atmosfera di tensione ben costruita tramite il sonoro
- Approccio intimistico che esplora l’interiorità dei protagonisti
- Realismo nei dialoghi e nelle interpretazioni attoriali
Note negative
- Mancanza di coinvolgimento emotivo nonostante la tragica situazione
- Sceneggiatura che non fornisce dettagli geografici e temporali sufficienti
- Assenza di un vero crescendo narrativo che intensifichi la tensione
| Regia |
|
| Fotografia |
|
| Sceneggiatura |
|
| Colonna sonora e sonoro |
|
| Interpretazione |
|
| Emozioni |
|
|
SUMMARY
|
3.5
|


