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The Mastermind
Titolo originale: The Mastermind
Anno: 2025
Nazione: Stati Uniti d’America
Genere: poliziesco
Casa di produzione: Film Science, MUBI, UTA Independent Film Group
Distribuzione italiana: MUBI
Durata: 110 minuti
Regia: Kelly Reichardt
Sceneggiatura: Kelly Reichardt
Fotografia: Chris Blauvelt
Montaggio: Kelly Reichardt
Musiche: Rob Mazurek
Attori: Josh O’Connor, Alana Haim, Gaby Hoffmann, John Magaro, Hope Davis, Bill Camp, Rhenzy Feliz, Matthew Maher, Cole Doman, D.J. Stroud, Margot Anderson-Song, Ryan Homchick, Jean Zarzour, Alexis Nichole Neuenschwander, Barry Mulholland, Marc Ross
Trailer di “The Mastermind”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“The Mastermind” è un film di rapina scritto e diretto da Kelly Reichardt. Il film è interpretato da Josh O’Connor, Alana Haim, Hope Davis, John Magaro, Gaby Hoffmann e Bill Camp. Il film è stato ispirato da una miscela di eventi della vita reale e film classici, tra cui la rapina del 1972 al Worcester Art Museum, il borseggiatore di Robert Bresson (1959) e i film di Jean-Pierre Melville. L’opera ha avuto la sua prima mondiale al concorso principale del Festival di Cannes 2025 il 23 maggio, dove è stato nominato per la Palma d’Oro, ed è stato distribuito da Mubi il 17 ottobre negli Stati Uniti d’America e il 30 ottobre in Italia.
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Trama di “The Mastermind”
La storia è quella di JB Mooney, un falegname disoccupato e ladro amatoriale negli anni ’70, che pianifica il suo primo grande colpo rubando quattro quadri d’arte da un museo in Massachusetts. Il furto, apparentemente semplice, va storto, e Mooney è costretto a una vita da fuggitivo, braccato dalle autorità mentre il paese è scosso dai cambiamenti sociali e dalla guerra del Vietnam. Il film esplora le crepe all’interno della sua famiglia e le conseguenze delle sue azioni.
Recensione di “The Mastermind”
“The Mastermind” è un film che promette tensione da heist movie ma consegna invece un’esperienza cinematografica svuotata di energia e significato. Ambientato nel 1970, il film segue le disavventure di James Blaine “J.B.” Mooney, un falegname disoccupato che decide di rubare quattro dipinti di Arthur Dove da un museo locale. Purtroppo, ciò che potrebbe essere una satira tagliente sulla mediocrità borghese o un thriller avvincente si rivela invece un esercizio di noia prolungata.
Un protagonista senza carisma
Il problema principale del film risiede nel suo protagonista. J.B. è un personaggio profondamente privo di carisma: irresponsabile e totalmente indifferente al mondo che lo circonda. Mentre le proteste contro la guerra del Vietnam infuriavano nel 1970, lui si preoccupa solo dei suoi debiti e della sua vanità ferita. Il film sembra voler criticare questa apatia privilegiata, ma lo fa in modo così piatto e meccanico che lo spettatore fatica a investire emotivamente nella storia.
Una rapina goffa e frustrante
La rapina stessa è eseguita in modo così goffamente amatoriale che diventa difficile credere al suo successo. J.B. dimentica che i suoi figli sono a casa da scuola e li abbandona in una pista da bowling; uno dei complici spara a tre persone durante il colpo; e l’intera operazione ha successo solo grazie all’incredibile incompetenza del museo. Invece di creare tensione comica o drammatica, queste scene risultano semplicemente frustranti e mal orchestrate.
Il ritmo narrativo è letargico. Dopo la rapina, il film si trascina attraverso una serie di episodi ripetitivi in cui J.B. fugge, viene tradito e continua a fare scelte sempre più meschine. L’atto finale, in cui ruba il portafoglio di un’anziana signora e viene arrestato per caso durante una manifestazione che non lo riguarda, dovrebbe essere ironico ma risulta solo arbitrario e deprimente.
Dal punto di vista tecnico, il film non offre nulla di memorabile. La regia di Kelly Reichardt è funzionale ma priva di personalità, la fotografia è piatta, e la colonna sonora passa inosservata. Anche le interpretazioni sono mediocri: il protagonista Josh O’ Connor manca di profondità e i personaggi secondari sono abbozzati in modo superficiale.
In conclusione
“The Mastermind” fallisce sia come thriller che come commedia nera. È un film che osserva la sua epoca con distacco ma senza offrire intuizioni interessanti, e che racconta una storia di incompetenza senza renderla né divertente né significativa.
Note positive
- Josh O’ Connor ce la mette tutta per essere credibile
 
Note negative
- Scrittura
 - Regia
 - Recitazione
 
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| Sceneggiatura | 
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| Colonna sonora e suono | 
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| Interpretazione | 
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                                SUMMARY
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