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Eterno visionario
Titolo originale: Eterno Visionario
Anno: 2024
Nazione: Italia, Francia, Belgio
Genere: Drammatico, Storico
Casa di produzione: Goldenart Production, Rai Cinema, GapBusters
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Durata: 112 minuti
Regia: Michele Placido
Sceneggiatura: Michele Placido, Matteo Collura, Toni Trupia
Fotografia: Michele D’Attanasio
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Umberto Iervolino, Federica Luna Vincenti
Attori: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Luna Vincenti, Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo, Michelangelo Placido, Mino Manni, Ute Lemper, Michele Placido
Trailer di “Eterno visionario”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Eterno Visionario è un film del 2024 diretto e co-sceneggiato da Michele Placido, che esplora la vita pubblica e privata del celebre scrittore italiano Luigi Pirandello, celebrando il 90º anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura all’autore siciliano. La pellicola, presentata in anteprima mondiale il 19 ottobre 2024, durante la XIX edizione della Festa del Cinema di Roma, sezione Grand Public, e successivamente distribuita nelle sale italiane da 01 Distribution il 7 novembre 2024.
La sceneggiatura, liberamente basata su “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura, edito da Longanesi Editore, è il risultato di una collaborazione tra Placido, il giornalista e scrittore Matteo Collura, esperto della vita di Pirandello, e lo sceneggiatore e regista Toni Trupia. Il film è prodotto da Federica Luna Vincenti per Goldenart Production, con la partecipazione di Rai Cinema e la co-produzione della società belga GapBuster. Il progetto è stato realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, insieme alla Regione Siciliana, in particolare all’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo e alla Sicilia Film Commission. Questo supporto evidenzia l’importanza culturale del film, che vuole rendere omaggio a una delle figure più influenti della letteratura italiana del XX secolo.
Le riprese di Eterno Visionario sono durate complessivamente dieci settimane, svolgendosi tra l’Italia e l’estero. In Italia, Roma ha rappresentato il fulcro delle riprese, mentre alcune scene sono state girate in altre location internazionali, sottolineando l’influenza globale di Pirandello. Le riprese hanno avuto inizio a settembre 2023 e si sono concluse a novembre dello stesso anno. Un altro aspetto di rilievo del film è la partecipazione dell’artista tedesca Ute Lemper, nota cantante e attrice, che debutta per la prima volta in una produzione cinematografica italiana, arricchendo ulteriormente il cast con la sua presenza internazionale.
Con Eterno Visionario, Michele Placido si propone di offrire una nuova prospettiva su Luigi Pirandello, non solo come scrittore e drammaturgo, ma anche come uomo, esaminando le sue lotte personali e i suoi conflitti interiori, in un film che si preannuncia un omaggio sentito e raffinato a una delle menti più brillanti della cultura mondiale.
Trama di “Eterno visionario”
“L’unico vero realista è il visionario” Federico Fellini
Nel 1934, mentre Luigi Pirandello viaggia in treno verso Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la letteratura, ripercorre i momenti chiave della sua vita e rivive i personaggi che hanno influenzato la sua esistenza e la sua arte. Davanti ai suoi occhi scorrono i ricordi dei tormenti personali: la follia della moglie Antonietta, incapace di accettare le scelte di un marito devoto all’arte; il difficile rapporto con i figli, oppressi dall’ombra del genio paterno, che li ha resi incapaci di esprimere pienamente se stessi; il legame complesso con il fascismo e lo scandalo causato dal suo teatro, troppo provocatorio e moderno per la morale borghese dell’epoca.
Pirandello rivive anche il suo intenso e idealizzato amore per Marta Abba, giovane attrice e musa, in una fusione indissolubile tra arte e vita. Eterno Visionario esplora questi aspetti della vita del drammaturgo per svelarne la profondità emotiva: dalle passioni alle ossessioni, dall’amore impossibile per Marta al dolore per la malattia mentale della moglie. Il film attraversa diversi scenari: dalla Roma intellettuale alla Stoccolma dei Nobel, passando per la Berlino dei cabaret e della musica di Kurt Weill, fino alla Sicilia rurale e arcaica dei minatori di zolfo.
Il racconto restituisce un ritratto autentico e intenso di Pirandello, rivelando il tormento interiore di un artista capace di trasformare la propria infelicità in arte, e mostrandolo come un genio irrequieto e visionario, eternamente sospeso tra la sua umanità e la sua creatività.

Recensione di “Eterno visionario”
Luigi Pirandello si dirige a Stoccolma, dove è atteso per ritirare il Premio Nobel per la letteratura. È il 1934. Marta Abba, la sua musa, la donna che, in modo del tutto incarnale e spontaneo, gli aveva donato una nuova esistenza, quasi una nuova giovinezza, non sarà presente alla premiazione.
“Questo premio è anche suo, lei è stata la mia musa.”
Pirandello l’aveva incontrata per la prima volta durante un provino nel 1925: Marta lo aveva conquistato con la sua classe, il suo talento e la sua bellezza. Da quel momento, lei gli avrebbe regalato anni di straordinaria produzione teatrale e profonde rinascite artistiche, incarnando forse un amore ideale, certamente il suo spirito artistico, tormentato ed etereo, ma senza mai sfociare in un desiderio carnale o fisico. In tutto ciò sua moglie Antonietta Portulano, dopo lunghi tormenti dovuti a una grave malattia mentale, era stata ricoverata in manicomio da diversi anni. La famiglia Pirandello viveva una profonda crisi: la comunicazione con la figlia amata, Lietta, si faceva sempre più difficile, e tutti portavano addosso il peso di una famiglia straordinaria ma complessa. Erano gli anni del fascismo, un periodo in cui Pirandello, come tutti gli autori dell’epoca, doveva fare i conti con il regime, ma erano anche gli anni della produzione dei suoi capolavori più celebri.
In questo contesto si sviluppa la narrazione del lungometraggio italiano Eterno visionario, che ci trasporta a quel fatidico momento del Nobel del 1934, raccontando una storia impregnata di teatro e di relazioni complesse, entro un film che esplora le dinamiche familiari di Pirandello e la sua intensa, ma platonica, relazione artistica con Marta Abba. Tutto questo fa di Eterno visionario un’opera affascinante, visionaria come il suo protagonista, illuminante. È un film totale, ricco di teatro e cinema sperimentale degli anni ’30, popolato da personaggi assurdi, simili a quelli dei drammi del ventennio, e costellato di immagini audaci e, a tratti, violente. Racconta l’età avanzata di uno dei padri del teatro contemporaneo, in un momento in cui la sua arte era ormai universalmente riconosciuta, ma in cui la sua vita prendeva risvolti inattesi, pieni di passione e coraggio.
Michele Placido, con Eterno Visionario, riesce a trasmettere l’essenza profonda dell’arte di Luigi Pirandello attraverso una serie di “quadri perfetti”, evocativi e stilisticamente sofisticati, che rappresentano non solo la complessità dell’artista, ma anche il contesto storico e culturale in cui ha vissuto. Pirandello, figura centrale della cultura italiana del primo Novecento, è qui raffigurato come un uomo in costante lotta con se stesso e con il mondo che lo circonda, attraversando i periodi difficili di un’Italia in transizione, segnata dall’ascesa del fascismo e dai cambiamenti sociali e artistici. Placido si distingue per la capacità di rendere tangibili gli elementi fondativi dell’arte pirandelliana: il teatro dell’assurdo e del grottesco, la poetica del relativismo, e la profonda connessione con la cultura siciliana dell’epoca. Questi temi si riflettono nella composizione visiva del film, che richiama il cinema onirico e surreale di Luis Buñuel. Attraverso un uso sapiente del linguaggio cinematografico, Placido costruisce una dimensione quasi metafisica, in cui personaggi e spettatori sembrano condividere una sorta di attesa esistenziale, richiamando il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett, in particolare l’idea di un’attesa “senza senso” tipica di Aspettando Godot. La regia di Placido si esprime in movimenti di macchina che inseguono idee più che azioni, creando un dinamismo che rompe con la linearità narrativa tradizionale. I primi piani intensi, capaci di catturare l’intensità emotiva dei personaggi, si alternano a composizioni più ampie, dove il paesaggio e l’ambiente circostante diventano parte integrante della narrazione. La scelta di utilizzare continui rimandi e flashback amplifica il senso di frammentazione temporale, riflettendo il relativismo di Pirandello, secondo cui la verità è mutevole e soggettiva.
In tutto ciò il montaggio è sapiente, segue una narrazione non lineare ma dal grande senso drammatico, mentre la colonna sonora risulta ricca e intensa, come la scenografia fatta prevalentemente d’interni ricchi e di teatri di grande fascino. Dal punto di vista attoriale troviamo un cast di grandi attori, con un Fabrizio Bentivoglio e una Valeria Bruni Tedeschi magistrali, mentre i brevi cameo di
Michele Placido risultano di una tenerezza incredibile.
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante
maschere e pochi volti”.

In conclusione
“Eterno visionario” è un omaggio affascinante e complesso alla figura di Luigi Pirandello, che intreccia la sua vita privata, il suo rapporto con Marta Abba e il suo contributo al teatro moderno. Michele Placido riesce a ricreare l’atmosfera dell’epoca con uno stile visivamente audace, enfatizzando il relativismo pirandelliano e la natura frammentaria dell’esistenza. Il risultato è un’opera che colpisce per la profondità dei suoi temi e per le interpretazioni magistrali del cast, regalando uno sguardo intimo e suggestivo sulla mente di un grande maestro.
Note positive
- Interpretazioni magistrali di Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi
- Regia visionaria e audace, con un uso efficace dei flashback
Note negative
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