Happy Holidays (2024). La libertà di essere

Recensione, trama e cast di Happy Holidays (2024). Il nuovo film di Scandar Copti che ha incantato la Mostra del cinema di Venezia nel 2024.

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Happy Holidays (2024) – Regia di Scandar Copti – © Fresco Films, Red Balloon Film, Tessalit Productions, Intramovies – Ufficio stampa: MariannaGiorgi – Immagine concessa per uso editoriale.
Happy Holidays (2024) – Regia di Scandar Copti – © Fresco Films, Red Balloon Film, Tessalit Productions, Intramovies – Ufficio stampa: MariannaGiorgi – Immagine concessa per uso editoriale.

Happy Holidays

Titolo originale: Yinad Aleykou

Anno: 2024

Nazione: Palestina, Germania, Francia, Italia, Qatar

Genere: drammatico

Casa di produzione: Fresco Films, Red Balloon Film, Tessalit Production, Intramovies

Distribuzione italiana: Fandango

Durata: 123 minuti

Regia: Scandar Copti

Sceneggiatura: Scandar Copti

Fotografia: Tim Kuhn

Montaggio: Scandar Copti

Attori: Manar Shehab, Wafaa Aoun, Meirav Memoresky, Toufic Danial

Trailer di “Happy Holidays”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Scandar Copti torna a dirigere un lungometraggio dopo aver co-diretto Ajami nel 2009. Anche in questa occasione, mostra nuovamente al grande pubblico una storia riguardante personaggi palestinesi ed israeliani, andando così a confrontare le diverse mentalità esistenti all’interno delle due realtà. Copti cura anche il montaggio e la sceneggiatura. Le vicende ruotano attorno ai diversi punti di vista dei personaggi coinvolti, interpretati da attori non professionisti, i quali recitano senza seguire un copione.

Il film è stato presentato al Festival del cinema di Toronto, ma la premiere si è svolta alla Mostra del cinema di Venezia, dove Copti ha ricevuto il premio orizzonti per la sceneggiatura.

Happy Holidays è distribuito nelle sale italiane dal 3 luglio 2025 grazie a Fandango

Trama di “Happy Holidays”

Rami è in apprensione per Shirley, la sua fidanzata ebrea che non vuole abortire, mentre lui invece non vorrebbe diventare padre. Nello stesso nucleo familiare, sono in corso dei preparativi per il matrimonio di Leila, sorella di Rami, ma a causa dei pochi soldi a disposizione, la madre cerca qualsiasi modo per racimolarne altri, cerca persino di prenderli dall’assicurazione sanitaria dopo un incidente in automobile dell’altra figlia, Fifi, la quale non desidera inviare il referto a causa di un segreto.

Recensione di “Happy Holidays”

Parlare di Israele e Palestina sul grande schermo non è facile, soprattutto dopo i fatti del 7 ottobre 2023, quando dopo l’attacco di Hamas si sono riaccesi i dibattiti da parte dei media di tutto il mondo. Ma Scandar Copti agisce in modo brillante, andando a raccontare una storia attraverso diverse voci. Non si parla in modo banale dello scontro fra le due realtà, ma del sistema malato e pericoloso che ha portato lo stato di Israele nelle vite di molte persone; oltre a un’analisi dettagliata del sistema patriarcale incarnato dai personaggi palestinesi. In effetti è proprio la dualità a fare il film, perché lo sguardo del regista propone situazioni fittizie ma spesso ispirate a situazioni reali che ha vissuto di persona. Lui che è palestinese con cittadinanza israeliana, quindi conoscitore di certe dinamiche.

Dall’inizio del film si mette in discussione la modalità con la quale un uomo pensa di arrogarsi il diritto di scelta sulla gravidanza della sua fidanzata. Ma la vita di Rami, ha anche l’obiettivo di mostrare la violenza di alcuni esponenti israeliani, i quali agiscono con minacce e aggressioni nei suoi confronti perché è palestinese. La storia della famiglia di Rami rappresenta il modo in cui è ancora possibile vedere come alcuni comportamenti sono modellati anche secondo una certa impostazione che è stata creata da anni di oppressione da parte dello stato israeliano. Oppressione evidente nella scena in cui Fifi lavora a scuola e i bambini sono già vittime di un indottrinamento da parte dell’insegnante. Oppure è evidente nel comportamento di Miri, la sorella di Shirley, la quale ripudia la gravidanza avvenuta da un’unione fra un palestinese e un’ebrea, ma è anche troppo indottrinata per vedere che sua figlia soffre a causa dell’arruolamento obbligatorio nell’esercito che dovrà affrontare di lì a breve.

Attraverso diversi punti di vista, Happy Holidays parla della libertà in tutte le sue forme, per gli uomini, ma soprattutto per le donne, perché le donne palestinesi e israeliane sono incatenate a degli standard patriarcali che le danneggiano. Analizzando ognuna di loro, si può capire come lo stato le induca ad avere certi atteggiamenti. Il discorso risulta parzialmente diverso per Fifi: giovane donna che non ha paura di vivere la sua sessualità, ma ha paura di condividerla con la madre, la quale sembra incapace di concepire un matrimonio tra un uomo e una donna non più vergine. Quest’ultimo è un discorso che si allarga anche agli uomini, poiché Walid, lo spasimante di Fifi, non ha problemi con lei, ma quando scopre il suo passato, non ne vuole più sapere di proseguire la relazione con lei. Entra nuovamente in gioco la mentalità chiusa che vuole azzerare la donna come tale e portarla a essere una moglie devota e senza macchie. Tutti sono mossi come delle pedine da dei sistemi arretrati che non sopportano tematiche come l’aborto o gli anticoncezionali, proteggendo una struttura sociale ben definita e desiderosa di rimanere tale, senza deviazioni non calcolate. In questo senso, Happy Holidays omaggia le donne, soprattutto coloro che vivono al di fuori degli schemi: il gesto più rivoluzionario che possa fare una donna in certi casi è quello di esercitare i propri diritti dovuti. Penalizza invece quel tipo di uomo che ha un ego troppo fragile per poter considerare una donna come pari.

Ecco dove si trova la dualità, non nel mero discorso di lotta tra le due fazioni, ma nell’analisi approfondita dei processi sociali che portano i personaggi ad agire in un certo modo.

La regia rappresenta un motivo fondamentale per il quale uno spettatore dovrebbe andare a vedere il film: non solo per la cura nei dettagli tecnici, ma anche per l’impostazione creativa che ha dato al set. Girando in maniera cronologica e servendosi di attori non professionisti, Copti crea un ambiente privo di scene troppo elaborate, favorendo l’interazione improvvisata tra gli attori e catturando le emozioni in modo molto naturale. Poca troupe, niente luci disturbanti, niente scenografie pompose, è questo il segreto della riuscita di Happy Holidays: Copti dirige i suoi non attori in modo da creare un ambiente che non richiami in alcun modo un set cinematografico, scaturendo persino reazioni spontanee quando si verificano situazioni non previste. Usando una sorta di metodo Stanislavskij, il risultato è più che positivo. La sceneggiatura è ben scritta, segue uno schema ben preciso che valorizza il molteplice punto di vista, ma proprio questo elemento può risultare una lama a doppio taglio: se da una parte i più punti di vista favoriscono una completezza della storia, dall’altra parte c’è un rallentamento della narrazione a causa dell’aggiunta di alcune scene che risultano dei doppioni di altre. Nel complesso, la trama rimane interessante e ben ideata, ma offrire la stessa versione di alcune situazioni può risultare controproducente e ripetitivo.

Happy Holidays agisce in maniera neutra, ma mai in modo banale. Ogni dinamica affrontata dai personaggi serve a far capire allo spettatore il concetto di interconnessione, rimarcando il fatto che si può essere liberi solo se si combatte insieme, tentando di annullare le contraddizioni che favoriscono determinati soggetti a discapito di altri.

In conclusione

Happy Holidays offre uno sguardo approfondito sulle criticità delle persone palestinesi e israeliane, mettendo al centro dell’attenzione il valore della libertà di scegliere o di essere. Nonostante la decisione un po’ azzardata di usare diversi punti di vista, il film non risulta mai banale, raccontando la storia in modo innovativo e ambizioso grazie a un metodo che favorisce l’improvvisazione e la naturalità delle reazioni dei non attori selezionati.

Note positive

  • Regia
  • Trama attuale trattata in modo fresco
  • Cast

Note negative

  • Il molteplice punto di vista in alcune occasioni

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.7
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Francesco Lesti
Francesco Lesti

Laureato presso il DAMS di Roma Tre. Sono appassionato di cinema da quando ne ho memoria, ma non smetto mai di cercare nuovi film e nuove storie da amare.