Kill Bill: Un’epopea violenta in due volumi

Kill Bill

Anno: 2003 / 2004

Paese: Stati Uniti d’America, Hong Kong

Genere: Azione

Durata: 106 min (Volume 1), 140 min (Volume 2), 215 min (versione integrale)

Casa di produzione: A Band Apart

Prodotto da: Lawrence Bender

Regia: Quentin Tarantino

Sceneggiatura: Quentin Tarantino

Montaggio: Sally Menke

Dop: Robert Richardson

Musiche: RZA, Robert Rodriguez, Ennio Morricone, Luis Bacalov

Attori: Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Lucy Liu, Michael Madsen, Vivica A. Fox, Julie Dreyfus, Chiaki Kuriyama, Sonny Shiba, Gordon Liu, Michael Parks

Trailer di Kill Bill

RECENSIONE DI KILL BILL

Mi trovi sadico? Sai, scommetto che adesso potrei friggerti un uovo in testa, se solo volessi. Sai bimba, mi piace pensare che tu sia abbastanza lucida persino ora da sapere che non c’è nulla di sadico nelle mie azioni. Forse nei confronti di tutti quegli altri, quei buffoni, ma non con te. No, bimba, in questo momento sono proprio io, all’apice del mio masochismo.

CIT. BILL (DAVID CARRADINE)

Basterebbe la sequenza iniziale in bianco e nero, un primo piano dirompente del volto sciupato di Uma Thurman a consacrare Kill Bill come uno dei tanti apici della carriera di Quentin Tarantino, un’epopea di violenza e vendetta lunga tre ore e mezza in due parti con cui il regista di Knoxville è tornato in sala in pompa magna nel 2003, dopo la poco esaltante ricezione del sottovalutato Jackie Brown.

In Kill Bill, la storia di vendetta (scritta con piglio e il giusto pathos) è un pretesto per un magnifico esercizio di stile che trabocca di feticci tarantiniani e ripropone il palleggio temporale tra passato e presente che aveva fatto la fortuna di Le iene o Pulp Fiction. Kill Bill è una montagna russa sensoriale che mira a stordire lo spettatore, invadendo lo schermo di mille dettagli che conquistano lo sguardo tra fiotti di sangue e momenti di strepitoso umorismo nero.

Come sempre accade in un film di Tarantino, la colonna sonora è di livello (blues, motivi giapponesi, Ennio Morricone) e il cast ampio e ricco di grandi talenti internazionali dai quattro angoli del mondo. La novità è che se fino a quel momento i lungometraggi del regista spiccavano per clamorosa attenzione per la coralità, in Kill Bill tutto gira attorno alla protagonista Uma Thurman, sempre presente anche quando non lo è, alla sua miglior prova da attrice.

Per via della sua durata fluviale, il film è stato diviso in due “volumi” che si differenziano per stili e toni.

TRAMA DI KILL BILL

Mentre, stesa nel furgone di Buck, cercavo di costringere le mie membra a uscire dall’entropia, rivedevo le facce delle troie e dello stronzo che mi avevano ridotta così. Tutti i membri del parto mentale di Bill, la Squadra Assassina Vipere Mortali. Quando la fortuna sorride a una cosa violenta e turpe come la vendetta, sembra essere la prova assoluta non solo che Dio esiste, ma che stai facendo la sua volontà.

CIT. LA SPOSA (UMA THURMAN)

“La vendetta è un piatto che va servito freddo” e la Sposa (Uma Thurman) lo sa bene. Risvegliatasi da un coma lungo quattro anni, la donna non desidera altro che vendicarsi di Bill (David Carradine) e della sua infallibile squadra di killer che hanno provato a ucciderla non prima di aver versato il sangue del marito e del figlio che aveva in grembo…

Una scena di Kill Bill Volume 1
Uma Thurman e Gordon Liu in Kill Bill Volume 2

ANALISI DI KILL BILL

La vendetta non è mai una strada dritta. È una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei, né da dove sei partito.

CIT. HATTORI HANZO (SONNY SHIBA)

Kill Bill globalmente stupisce per la maturità raggiunta da Quentin Tarantino nell’uso del mezzo filmico, il quale gli consente di scrutare l’azione sempre dal punto di vista giusto, di baloccarsi con piani-sequenza tutti da gustare o con zoom a schiaffo degni degli spaghetti western di Sergio Leone. Questa maturità poi si è tradotta pure nell’acuta contaminazione tecnica del corto animato sull’ascesa del personaggio interpretato da Lucy Liu tra i ranghi della yakuza, vero e proprio film nel film.

La scrittura di Tarantino di eventi e personaggi è come sempre fresca, originalissima e mai ripetitiva malgrado l’elevato numero di combattimenti. I tempi sono occupati in maniera intelligente, la verbosità dei dialoghi non stanca neppure per un secondo, persino i personaggi destinati ad apparire pochi secondi non sfuggono a un lavoro di caratterizzazione maniacale. Ciò che però colpisce nella gestione della sceneggiatura è la modalità con cui Tarantino è stato capace di non far stonare la diversità stilistica tra i due volumi della storia, così come i cambi camaleontici tra un genere e l’altro.

Il primo atto si caratterizza per ritmo più caotici e deliranti, in cui la frenesia dell’azione coreografica sfocia spesso e volentieri nello splatter più puro. L’anima di Kill Bill – Volume 1 è perfettamente riassunta dallo smisurato e feroce impatto scenico del combattimento a colpi di katana contro gli “88 folli”, uno splendido omaggio alla struttura da videogame di L’ultimo combattimento di Chen con Bruce Lee.

In Volume 2, alla furia sanguinaria si preferisce ritmi più cadenzati e lenti, da western classico (l’apertura che rimanda a Sentieri selvaggi di John Ford) o da noir. La violenza è più contenuta, l’alternanza tra l’ironia dell’allenamento con il maestro di arti marziali Pai Mei (Gordon Liu) e momenti più drammatici ravviva un range emotivo multicolore e radioso. E poi c’è l’agognato confronto con Bill, quasi invisibile nel primo atto e impersonato da un monumentale David Carradine al massimo della forma, sorprendentemente anticlimatico e proprio per questo degno di un abile giocoliere della macchina da presa quale è Quentin Tarantino.

NOTE POSITIVE

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Attori
  • Colonna sonora

NOTE NEGATIVE

  • Nessuna di rilevante

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