Skywalkers: una storia d’amore (2024). La storia di Angela Nikolau e Ivan Beerkus

Recensione, trama e cast del documentario Netflix Skywalkers: una storia d'amore, presentato in concorso al Sudance Film Festival 2024 e incentrato sul mondo del rooftopping

Condividi su

Trailer di “Skywalkers: una storia d’amore”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il rooftopping è una pratica alquanto illegale, simile al buildering o all’arrampicata in solitaria. Chi pratica questa attività effettua una sorta di esplorazione urbana illegale, sconfinando nella proprietà privata e infrangendo svariate leggi. L’obiettivo è compiere azioni di totale libertà, realizzando gesta che per una persona comune sarebbero folli e spericolate. Questi “esploratori” immortalano le loro imprese con video, fotografie panoramiche o selfie, mostrando al mondo scene mozzafiato dai tetti degli edifici più alti. Per ottenere queste immagini, mettono a rischio la loro stessa vita, sfidando le leggi della fisica e della natura. Più lo scatto è impressionante, più follower ottengono sui social e maggiore è la loro notorietà.

Due dei più famosi rooftopppers russi sono Ivan Beerkus, nato a Mosca nel 1994, e Angela Nikolau, nata a Mosca nel 1993. Questa coppia ha ottenuto grande notorietà sui social scattando fotografie e video sui tetti e sui grattacieli più alti del mondo, unendo l’elemento della scalata con la ginnastica artistica, creando immagini affascinanti che fanno il giro del web.

Il regista Jeff Zimbalist, autore della miniserie sportiva “La lotta per il calcio – il caso Super League” (2023), ha realizzato un documentario su di loro intitolato “Skywalkers: A Love Story”, co-diretto da Maria Bukhonina. Il documentario è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2024 nella sezione documentari, dove “Porcelain War” (2024) è stato premiato come miglior documentario americano e “A New Kind of Wilderness” (2024) ha vinto il premio World Cinema Documentary. Dopo la presentazione al Sundance, Netflix ha acquistato i diritti di distribuzione e lo ha rilasciato sulla sua piattaforma il 19 luglio 2024.

Trama di “Skywalkers: una storia d’amore”

Angela Nikolau è figlia di artisti circensi e ha vissuto la sua infanzia nel mondo del circo itinerante, assistendo alle performance dei suoi genitori. Tuttavia, la sua vita cambia drasticamente quando suo padre abbandona lei e sua madre, allontanandola dal mondo circense. Da giovane donna, Angela sviluppa un forte interesse per il rooftopping, iniziando a postare foto di sé sui tetti degli edifici russi mentre compie gesta di ginnastica artistica nei luoghi più assurdi e pericolosi.

Vanya Beerkus, fin dall’adolescenza, ha trovato il suo posto nel mondo sui tetti degli edifici, dove prova un senso di pace interiore e libertà. Dopo anni di rooftopping da solista, Vanya scopre Angela sui social e inizia a seguirla, ammirando le sue gesta. I due, partendo da una scalata di un palazzo in Cina, iniziano una profonda collaborazione, scalando a mani nude e senza protezione alcuni degli edifici più alti del mondo. Questa attività porta loro guadagni grazie agli sponsor che li pagano per ottenere visibilità.

Tra una gesta e l’altra nasce anche l’amore, un amore che vive un periodo di profonda crisi durante la pandemia di COVID-19 e lo scoppio della guerra in Ucraina. Per superare i loro problemi di coppia, decidono di recarsi in Malesia per essere i primi al mondo a scalare il mega grattacielo Merdeka 118, ancora in costruzione. Penetrare in questo luogo non è affatto facile: ci sono molte guardie, telecamere e operai attivi sia di giorno che di notte. I due sanno che, se catturati dalla polizia, dovranno affrontare una dura prigionia in Malesia.

Nonostante le mille difficoltà e i molti imprevisti di natura fisica e sentimentale, Angela e Vanya sanno che solo questa scalata può ricongiungerli e riconnetterli emotivamente. Ma riusciranno nell’impresa nella notte della finale mondiale tra Argentina e Francia?

Frame di Skywalkers una storia d'amore
Frame di Skywalkers una storia d’amore

Recensione di “Skywalkers: una storia d’amore”

Ivan e Angela sono “passeggiatori del cielo”, due anime unite da una passione comune e da un profondo sentimento d’amore che li spinge a compiere imprese rischiose e pericolose. Le loro gesta uniche mettono costantemente a rischio la loro esistenza, facendoli vivere sul filo del rasoio e tessere un rapporto profondo con la Morte, un’entità sempre in agguato nel loro modo di vivere la vita. Come si evince dal titolo del lungometraggio “Skywalkers: una storia d’amore”, la pellicola gioca con due elementi narrativi sapientemente uniti: il rooftopping e la loro storia sentimentale. Il film pone al centro il bisogno di trovare un equilibrio, sia esteriore che interiore, presente sia nell’arrampicata che nella sfera emotiva e sentimentale. Ogni elemento deve incastrarsi perfettamente e trovare un giusto equilibrio per permettere a una coppia di raggiungere il proprio obiettivo, sia quello di “camminare nel cielo” che quello di vivere insieme nell’amore, nella fiducia e nell’ascolto del proprio partner.

“Skywalkers: A Love Story” è un documentario che possiede questa duplice natura, trattando il lavoro dei rooftoppers, con le sue difficoltà economiche e non solo, senza distaccarlo dalla sfera personale e intima di Ivan e Angela. Il film sfrutta le loro esperienze di scalatori di edifici per affrontare la loro crisi sentimentale, una crisi che si ripercuote anche nella loro arte e lavoro. In questo senso, è interessante notare il profondo cambiamento della coppia attraverso i vari materiali d’archivio e le riprese delle loro arrampicate urbane. La sceneggiatura sottolinea marcatamente le divergenze di connessione nei loro rooftopping prima del COVID-19 rispetto alle loro arrampicate post-pandemia e durante il conflitto ucraino-russo. Tutto ciò che univa Ivan e Angela prima del 2021 sembra diventare un punto di rottura, di malessere, di scontro di coppia. Quello che prima era un supporto e una preoccupazione positiva da parte di Ivan, ora diviene insopportabile per Angela, che inizia a odiare il costante aiuto e la protezione di Ivan, mentre lui teme sempre più per la sua incolumità, rendendo l’arrampicata con Angela per lui un tormento, temendo costantemente per la vita di colei che ama, tanto da prendere in considerazione la possibilità di smettere con questa vita ambulante e di trovarsi un lavoro come ogni singola persona, un lavoro dove la vita non è costantemente in pericolo.

Leggendo l’elemento sentimentale, la pellicola racconta la crisi di una coppia di rooftoppers e il loro modo di superarla attraverso separazioni momentanee e arrampicate su edifici complicati e alti, alternando momenti di euforia e dramma, dove la paura della morte prende il sopravvento, causando attacchi di panico. “Skywalkers: una storia d’amore” è dunque la storia d’amore tra due folli rooftoppers, una storia del loro bisogno di scalare per primi un mega edificio non solo per motivi economici, ma per ritrovare una simbiosi e un’unione d’anime, cercando di rintracciare nuovamente un equilibrio perduto e di comprendere se la loro relazione sentimentale può continuare o se è arrivata a un punto di non ritorno. Su questo si basa tutta la seconda parte narrativa della pellicola, che si concentra sulla ricerca di entrare all’interno del Merdeka 118, oltre che sull’indagine dei loro problemi sentimentali, soprattutto connessi alla figura di Angela, colei che è più insicura e dubbiosa sul da farsi.

Lo stile del documentario

Il documentario “Skywalkers: A Love Story” si distingue per la sua regia unica, che evita i tradizionali intervistatori e le classiche scene in cui i protagonisti rispondono a domande seduti di fronte a una telecamera. Invece, la regia segue costantemente i due protagonisti, uniti da una passione condivisa per il rooftopping , durante i loro preparativi per raggiungere il tetto del Merdeka 118, uno degli edifici più alti del mondo. Questa scelta stilistica permette allo spettatore di immergersi completamente nella quotidianità e nelle sfide affrontate dalla coppia. La telecamera diventa una presenza discreta ma costante, catturando ogni momento di tensione, di sforzo e di complicità tra i due, raccontandoci l’intimità della coppia. Vediamo i protagonisti allenarsi, pianificare le loro mosse e superare insieme ogni ostacolo, mentre emergono le loro personalità e il loro legame unico. Il documentario riesce a trasmettere non solo l’adrenalina e la difficoltà fisica del rooftopping, ma anche la profondità emotiva del viaggio. I silenzi, gli sguardi e i gesti affettuosi tra i due alpinisti raccontano una storia d’amore che si sviluppa e si fortifica attraverso la condivisione di una passione comune. La regia cattura con sensibilità i momenti di dubbio e di speranza, costruendo un ritratto realistico e toccante della loro relazione. Inoltre, la scelta di seguire i protagonisti in un percorso così estremo permette di esplorare tematiche universali come la ricerca del limite, il desiderio di superare sé stessi e la necessità di fiducia reciproca. La scalata del Merdeka 118 diventa una metafora del loro rapporto, in cui ogni passo in avanti richiede coraggio, collaborazione e amore. “Skywalkers: A Love Story” non è solo un documentario sull’rooftopping, ma un racconto sulla resilienza umana e sulla forza dei legami che ci uniscono. La regia, attenta e rispettosa, riesce a creare un’opera che emoziona e ispira, offrendo una prospettiva unica su come l’amore e la passione possano spingere le persone a raggiungere vette impensabili, sia letteralmente che metaforicamente.

Nel corso della visione udiamo i loro dialoghi e sentiamo alcuni dei loro pensieri, attraverso l’uso della voice over, ma il problema principale della pellicola riguarda il ritmo, un ritmo a tratti sbilanciato, con un montaggio che non convince pienamente e che non riesce a creare, soprattutto nella seconda parte narrativa, il pathos necessario. Nella prima metà del docufilm ci viene raccontato l’inizio della passione di Angela Nikolau e Ivan Beerkus per il rooftopping, seguita dalla nascita della loro storia d’amore. Questa parte funziona molto bene grazie alla presenza di numerose scene di arrampicate su edifici, nuovi, abbandonati o in costruzione, e su gru, trasmettendo al pubblico un senso di adrenalina e tensione, facendoci provare quasi un senso di paura e di timore per le imprese che compiono, facendoci provare un senso di spavento, soprattutto se noi spettatori soffriamo di vertigini.

Quando però entra in scena la crisi di coppia, il Covid-19 e le scene riferite alla guerra ucraina con la chiusura delle app di Meta sul territorio russo, quei luoghi che donavano lavoro a Ivan e Angela, la pellicola perde ritmo, poiché l’adrenalina svanisce completamente dalla scena. Il montaggio non riesce a donare il giusto ritmo alla vicenda narrata, dimostrando che l’impostazione registica del documentario poteva essere migliore. La struttura di “Skywalkers: una storia d’amore” è abbastanza lineare, se non per qualche scena all’inizio del lungometraggio che li mostra in situazioni di difficoltà per raggiungere il Merdeka 118. Questa linearità forse non funziona così bene; il regista e il montatore avrebbero dovuto creare una narrazione con un montaggio alternato, mostrando presente e passato, per mantenere un ritmo sostenuto per tutta la visione, cosa che invece non accade. Il montaggio risulta valido per raccontare ed evidenziare la crisi d’amore nella coppia, ma allo stesso tempo non riesce a tenere coinvolto lo spettatore, soprattutto nei primi venti minuti della seconda parte post-Covid-19, il che toglie un po’ di forza a una pellicola che a livello tematico e fotografico funziona molto bene, risultando comunque un documentario interessante.

Fotogramma del film Skywalkers una storia d'amore
Fotogramma del film Skywalkers una storia d’amore

In conclusione

Skywalkers: una storia d’amore offre uno sguardo unico e avvincente su una coppia e la loro arte estrema, con una narrazione che, pur con qualche limite, riesce a toccare temi profondi e universali come l’amore, la passione e la ricerca di equilibrio nella vita.

Note positive

  • La prima metà del film è particolarmente efficace nel trasmettere l’adrenalina e la suspense delle arrampicate, mantenendo alto l’interesse.
  • La metafora tra il rooftopping e la relazione amorosa è ben sviluppata, arricchendo il documentario con uno spessore tematico significativo.
  • Il documentario riesce a trasmettere efficacemente la connessione emotiva tra Ivan e Angela, rendendo la loro storia personale e professionale coinvolgente.
  • L’utilizzo di materiale d’archivio contribuisce a creare un ritratto autentico e vibrante della coppia, migliorando la narrazione e l’immedesimazione.
  • Le riprese delle arrampicate e delle sfide del rooftopping sono mozzafiato, offrendo un’abbondanza di adrenalina e tensione che cattura lo spettatore.

Note negative

  • La struttura lineare potrebbe risultare limitante, con una narrazione che potrebbe beneficiare di una maggiore alternanza tra passato e presente per mantenere l’interesse.
  • La seconda metà del documentario soffre di un calo di ritmo, con un montaggio meno efficace che non riesce a mantenere lo stesso livello di coinvolgimento.
  • Il montaggio, sebbene valido nella rappresentazione della crisi amorosa, non riesce a mantenere un ritmo sostenuto durante i momenti chiave, riducendo l’impatto emotivo complessivo.
Condividi su
Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.