Sorella di neve (2024). Una fiaba magica natalizia che affronta tematiche intense 

Recensione, trama e cast del film natalizio Sorella di neve (2024). Una pellicola norvegese adatta per tutta la famiglia con un messaggio alquanto intenso

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Locandina di Sorella di Neve

Sorella di neve

Titolo originale: Snøsøsteren

Anno: 2024

Nazione: Norvegia, Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico, Fantastico

Casa di produzione: Anonymous Content

Distribuzione italiana: Netflix

Durata: 96 minuti

Regia: Cecilie Mosli

Sceneggiatura: Siv Rajendram (basato sul libro di Maja Lunde e Lisa Aisato)

Fotografia: John-Erling Holmenes Fredriksen

Attori principali: Celina Meyer Hovland, Mudit Gupta, Jan Sælid, Gunnar Eiriksson

Trailer di “Sorella di neve”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Adattamento cinematografico del libro per bambini Snösystern: En Christmas Story (2019), scritto da Maja Lunde e illustrato da Lisa Aisato, pubblicato in Italia il 4 novembre 2020 da Giunti Editore, Sorella di neve è un film drammatico per famiglie dal sapore natalizio. La pellicola rappresenta la seconda prova alla regia di Cecilie Mosli, già autrice di Tre noci per Cenerentola (2021), con una sceneggiatura firmata da Siv Rajendram Eliassen, storico collaboratore della regista, sia in Tre noci per Cenerentola che in numerose serie televisive norvegesi.

Il lungometraggio vede protagonisti Mudit Gupta nel ruolo del piccolo Julian e Celina Meyer Hovland nei panni di Hedwing, una bambina che ama profondamente la vita e, soprattutto, il Natale. Sorella di neve sarà disponibile su Netflix a partire dal 29 novembre 2024.

Trama di “Sorella di neve”

La vigilia di Natale è alle porte e per Julian coincide con il suo undicesimo compleanno. Tuttavia, quest’anno l’atmosfera natalizia sembra essere svanita dalla sua casa e dal cuore della sua famiglia. In passato, il Natale portava con sé l’incanto degli addobbi, il profumo dei biscotti allo zenzero, il crepitio del fuoco nel caminetto, le luci soffuse delle candele e un albero scintillante. Ora, però, tutto è diverso: la casa di Julian è l’unica nella cittadina norvegese a non essere decorata per le festività, riflettendo il profondo lutto che ha colpito la famiglia. Pochi mesi prima, la sorella maggiore di Julian, una sedicenne, è tragicamente scomparsa, vittima di una depressione devastante. Questo evento ha spazzato via ogni traccia di felicità e di spirito natalizio dalla loro vita. I genitori, travolti da un dolore opprimente, non sono più le persone di un tempo, lasciando Julian e la sorellina Augusta in una casa priva di calore e gioia.

La monotonia di questo Natale triste si spezza, però, con l’arrivo di Hedwig, una bambina dai capelli rossi, piena di energia e di amore per le festività. Hedwig conduce Julian nella sua enorme villa, “Villa Vischio”, un luogo magico, straripante di luci e addobbi natalizi, dove l’atmosfera del Natale è più viva che mai. Grazie alla sua amicizia e al suo contagioso entusiasmo, Julian comincia a credere che forse il Natale non sia del tutto perduto. Determinato, spera di riportare un po’ di felicità nel cuore dei suoi genitori, che sembrano aver dimenticato cosa significhi celebrare il Natale.

Tuttavia, Villa Vischio nasconde un mistero. Intorno alla casa si aggira un anziano dall’aspetto enigmatico e dai modi inquietanti, che sembra rimanere sempre all’esterno senza mai varcare la soglia. Chi è quest’uomo? E perché non entra mai nella villa? Inoltre, Julian non può fare a meno di chiedersi: perché Hedwig è sempre sola? Dove sono la sua famiglia e le altre persone che dovrebbero vivere in una casa così grande e luminosa?

Fotogramma di Sorella di Neve
Fotogramma di Sorella di Neve

Recensione di “Sorella di neve”

Un film dai buoni sentimenti, Sorella di neve è una pellicola natalizia per famiglia che sa arrivare dritta al cuore dello spettatore, emozionandolo e spingendolo a riflettere su temi fondamentali dell’esistenza umana. Attraverso una narrazione dai toni fiabeschi e magici, il film esplora l’essenza più profonda del Natale, spogliandolo degli eccessi consumistici e concentrandosi sui suoi valori autentici. È interessante notare come, ad esempio, la figura di Babbo Natale non venga mai menzionata, lasciando spazio a una riflessione più intima e spirituale sul significato di questa festività, costruendo una drammaturgia che riesce a unire in modo armonioso gli aspetti magici e spirituali di questa festività. Difatti Sorella di Neve intreccia con maestria due dimensioni fondamentali: la magia del Natale e il suo spirito autentico.

L’elemento magico si manifesta attraverso dettagli evocativi come lo scambio di doni, le luci scintillanti, i profumi dei dolci natalizi e momenti di connessione profonda. È un ritorno alla semplicità dell’infanzia, ai ricordi che scaldano il cuore e alle tradizioni familiari che rievocano un senso di meraviglia. Hedwig, la bambina dai capelli rossi, e la maestosa Villa Vischio, ricca di addobbi e luci, rappresentano perfettamente questa dimensione: luoghi e persone che portano con sé un’aura di mistero e incanto, dove tutto sembra possibile e ogni cosa avvolta da un senso d’inaspettato.

Lo spirito del Natale, invece, si radica nei valori più profondi della generosità, della solidarietà, del perdono e della speranza. È un invito a vivere questa festività con il cuore aperto, condividendo affetto e tempo con i propri cari. Questo aspetto emerge soprattutto nella storia di Julian e del dramma che avvolge la sua famiglia. Il film affronta con sensibilità e delicatezza temi complessi come la morte e il dolore che questa lascia nei nostri cuori, mostrando come il Natale possa rappresentare una via per ritrovare un senso di unità, amore e riconciliazione.

Sorella di neve riesce a intrecciare in modo efficace questi due livelli narrativi. Da un lato, l’elemento magico coinvolge e incanta lo spettatore, grazie alla gioia contagiosa di Hedwig e alla bellezza scenografica di Villa Vischio. Dall’altro, la dimensione spirituale ed emotiva del Natale si traduce in una drammaturgia profonda e toccante. Julian, il protagonista, ci guida in un viaggio carico di speranza e di emozioni, dove l’amicizia e l’amore diventano strumenti per superare il dolore e il senso di perdita. Anche la storia di Hedwig, che si intreccia con quella di Julian, affronta le stesse tematiche con intensità, dimostrando come il film sappia bilanciare perfettamente la magia e lo spirito del Natale. Il risultato è una narrazione capace di parlare sia ai più piccoli, attraverso il suo aspetto fiabesco, sia agli adulti, grazie alla profondità dei suoi messaggi.

Il lungometraggio possiede un’ambientazione tipicamente natalizia, caratterizzata dai paesaggi innevati della Norvegia e dalle stradine che evocano profondamente l’atmosfera del Natale. La scenografia riesce a ricreare con cura questo elemento magico, immergendo lo spettatore in una dimensione festosa e incantata. Tuttavia, se l’ambientazione trasporta in un mondo di gioia e meraviglia, la scrittura dei personaggi ci conduce in una realtà ben più oscura e malinconica, dove si affronta un profondo vuoto interiore. La trama si snoda attorno al dramma di una famiglia segnata dalla morte della primogenita, una ragazza di sedici anni, un evento che ha spazzato via ogni felicità e gioia di vivere.

Come si può continuare a vivere e a festeggiare il Natale come se nulla fosse accaduto? Julian, il protagonista, dichiara di odiare il Natale, mentre i suoi genitori, sopraffatti dal dolore, appaiono incapaci di prendersi cura dei figli che sono ancora con loro. La tragedia li ha allontanati non solo dalla gioia delle festività, ma anche dai loro doveri familiari, al punto da dimenticarsi perfino che il 25 dicembre è ormai alle porte e che la loro casa rimane l’unica del quartiere priva di addobbi. In mezzo a questo vuoto emotivo si trova Augusta, la sorellina minore di Julian, che conserva una fragile speranza: il ritorno a casa della sorella maggiore. La bambina crede fermamente nella magia del Natale, sognando che un miracolo possa riportare tutto alla normalità.

La pellicola, oltre a trattare temi come la solidarietà e l’amicizia più autentica e priva di superficialità, affronta il tema delicato della morte e di come relazionarsi a essa. Il film offre un insegnamento profondo: la morte definitiva avviene solo quando chi resta in vita dimentica completamente chi non c’è più. Finché i ricordi vivono nei cuori di chi resta, coloro che sono scomparsi continuano a esistere, almeno simbolicamente. Questo è il messaggio che Julian comprenderà e che, con il tempo, insegnerà anche ai suoi genitori. Questi ultimi, nel loro dolore, cercano di cancellare ogni traccia della loro primogenita, rifiutandosi di parlarne o di mantenere vivo il suo ricordo, come se non fosse mai esistita. Un atteggiamento che ferisce profondamente sia Julian che Augusta, i quali invece desiderano ricordare e parlare della loro “sorellona”, mantenendo vivo il suo spirito nella loro vita quotidiana.

Sorella di neve è indubiamente una fiaba cinematografica che riesce a toccare corde profonde, commuovendo sia i più piccoli che gli adulti. La struttura narrativa, semplice ma efficace, si intreccia con momenti emozionanti che non possono non lasciare il segno. Ci sono scene in cui è inevitabile che qualche lacrima faccia capolino, merito soprattutto di una sceneggiatura ben costruita, in grado di alternare leggerezza e profondità. Le battute di Augusta, in particolare, sono il cuore emotivo del film: la sua dolcezza e sincerità infantile riescono a far breccia nei cuori degli spettatori, regalando momenti di autentica magia.

Uno dei maggiori pregi della pellicola è proprio il suo essere una fiaba solida, capace di catturare l’attenzione delle famiglie grazie a una regia attenta e a una scrittura che sa coinvolgere. Sorella di neve si dimostra un film natalizio che celebra i valori di amore, speranza e riconciliazione, temi universali che trovano spazio in una narrazione piacevolmente accessibile. Nonostante le sue qualità, la pellicola non è priva di difetti. Alcuni elementi eccessivamente fiabeschi e una certa linearità narrativa, talvolta troppo didascalica e prevedibile, potrebbero apparire un po’ limitanti per chi cerca qualcosa di più sofisticato. Tuttavia, queste debolezze non oscurano il risultato complessivo: un racconto natalizio che, pur con le sue imperfezioni, riesce a essere sincero e a trasmettere calore, rendendolo una visione pregevole per il periodo delle feste.

Sorella di neve - Immagine dal film
Sorella di neve – Immagine dal film

In conclusione

Sorella di neve è una fiaba cinematografica che abbraccia il cuore dello spettatore, unendo magia e introspezione. La pellicola celebra i valori autentici del Natale, mescolando il fascino delle tradizioni con riflessioni profonde sul dolore e la speranza. Nonostante alcune ingenuità narrative, riesce a toccare corde universali, offrendo una visione che coinvolge tutta la famiglia. Un film che invita a ricordare e a custodire ciò che conta davvero, rendendolo un’ottima scelta per le festività.

Note positive

  • Atmosfera natalizia evocativa e immersiva
  • Trattazione delicata di temi profondi come la morte e il dolore
  • Messaggi universali di amore, speranza e riconciliazione
  • Scenografia e ambientazioni che amplificano il senso magico del Natale
  • Scrittura emozionante che sa alternare leggerezza e intensità

Note negative

  • Film talvolta prevedibile
  • Alcuni elementi fiabeschi possono risultare troppo semplicistici
  • Regia e sceneggiatura a tratti eccessivamente didascaliche
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozioni
SUMMARY
3.9
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.