Witches (2024). Le streghe buone e le streghe cattive

Recensione, trama e cast di Witches (2024), documentario diretto da Elizabeth Sankey, presentato al Tribeca Film Festival

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Witches

Titolo originale: Witches

Anno: 2024

Nazione: Regno Unito

Genere: Documentario

Casa di produzione: Ardimages UK, Montgomery Avenue

Distribuzione italiana: Mubi

Durata: 90 minuti

Regia: Elizabeth Sankey

Sceneggiatura: Elizabeth Sankey

Fotografia: Chloë Thomson

Montaggio: Elizabeth Sankey

Attori: Elizabeth Sankey, Sophia Di Martino, Catherine Cho, David Emson, Shema Tariq, Milli Richards

Trailer di “Witches”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Al suo secondo lungometraggio, Elizabeth Sankey dirige, scrive e monta un documentario dedicato alle donne e alla persecuzione di alcune di esse. Witches è stato presentato, il 9 giugno 2024, in anteprima al Tribeca Film Festival dove ha ottenuto il premio Viewpoint Award, menzione speciale da parte della giuria. Il lungometraggio, che ha partecipato anche al London Film Festival 2024 viene distribuito in Italia, e in altri svariati paesi, sulla piattaforma streaming MUBI dal 22 novembre 2024.

Trama di “Witches”

Elizabeth Sankey racconta sé stessa parlando della sua gravidanza e sul trauma post-parto che l’ha afflitta per svariati mesi. In un documentario che si avvicina al video-saggio, la regista seleziona diversi spezzoni di film riguardanti le streghe rappresentate nell’immaginario collettivo e relaziona la caccia alle donne alle difficoltà delle neomamme. Oltre alla regista, intervengono amiche ed esperte in materia per analizzare la malattia e aiutare chi è in difficoltà.

Fotogramma di Witches
Fotogramma di Witches

Recensione di “Witches”

Nella cultura occidentale le streghe sono sempre state viste come donne cattive, megere, portatrici di sciagure. Witches collega la figura della strega a quella della donna in difficoltà, ovvero delle donne affette dalla depressione post-partum. Come spiega bene Elizabeth Sankey in prima persona, la madre deve immettere sicurezza e non mostrarsi fragile. Deve far vedere di essere in controllo della situazione e non può permettersi di essere spaventata, perché la nascita di un figlio è la cosa più bella che possa accadere. Se una donna comincia a sentire depressione, ansia o tristezza dopo aver avuto un bambino, allora viene etichettata come problematica, proprio come le streghe di secoli fa. Viene posta sopra un rogo figurativo e descritta come madre degenere, la quale non ama suo figlio, anzi, lo disprezza. Il parallelismo che fa la regista a proposito è azzeccato, portandoci a ragionare su come loro fossero condannate senza neanche riflettere sul motivo di tali atteggiamenti. Con gli studi odierni è comprensibile collegare l’instabilità psicologica delle donne alla depressione post-partum, giustificando in questo modo le cosiddette stranezze delle streghe. Non avevano visioni o non erano capaci di malefici, ma avevano una malattia psicologica che andava curata anziché esasperata.

Ancora oggi c’è molta disinformazione sulla depressione post-partum, considerando le donne che ne soffrono in modo negativo, non capendo che è normale sentirsi perse durante un cambiamento così drastico. Quello che Sankey infatti spiega non è la gioia di avere un figlio la problematica, bensì il cambiamento che avviene nella vita di una donna. Sapere che deve badare a un’altra persona e che deve trasmettergli tutto l’amore di cui necessita. Witches spiega in modo preciso come si percepisce questa malattia e quali sono i metodi per cercare di non farsi inghiottire nel vortice. Elizabeth Sankey è coraggiosa nel parlare apertamente della sua esperienza, coinvolgendo però altre donne che hanno patito il malessere oppure che sono esperte in materia.

Witches si destreggia tra il documentario e il video essay, infatti la regista propone (oltre alle interviste e alle testimonianze) spezzoni di film che trattano delle streghe o che vedono donne affette da turbe mentali. Un’associazione di immagini che aiuta lo spettatore ad assimilare il parallelismo centrale del film, senza però perdersi in un esasperato citazionismo. Tra i tanti spezzoni vediamo classici come Ho sposato una strega, Giovani streghe, la serie Vita da strega e Una strega in paradiso, ma anche, come detto, film sull’instabilità mentale e la difficoltà genitoriale come Tully o Unsane.

Witches è senz’altro un film femminista, in grado di prendere la parte delle donne, ma senza condannare il maschilismo dilagante nella società, dove in questo caso la discussione potrebbe essere fuori luogo. Le voci infatti sono in maggiore percentuale femminili, ma è interessante anche ascoltare un uomo, sposato con una vittima della depressione post-partum, il quale con emozione racconta la sua storia. Perché i problemi delle donne non riguardano solo loro, ma anche la controparte maschile che deve essere in grado di comprendere e non condannare con superficialità. Generalmente si crea quella solidarietà femminile che fa bene al movimento, infatti la regista sceglie amiche fidate, le quali la hanno aiutata a superare il suo stato di malessere. Persone che non l’hanno mai giudicata e non l’hanno mai fatta sentire sbagliata, comprendendo il suo stato.

Le donne non finiscono per annullarsi diventano mogli o madri, ma continuano a mantenere una propria individualità accompagnando la vita del proprio bambino. Elizabeth Sankey ne è una prova e questo documentario aiuta a capire, infatti è proprio lei a occuparsi di regia, sceneggiatura e montaggio, dando prova di abilità eccellenti per un risultato all’altezza del messaggio.

In conclusione

Witches tratta due argomenti delicati quali la caccia alle streghe e la depressione post-partum, due temi che toccano la sfera femminile e che non vengono talvolta trattati con le giuste misure. La regista Elizabeth Sankey riesce tramite un video essay a trattarli entrambi con estrema cura, colpendo per la personalità che immette nel film.

Note positive

  • Temi delicati trattati con cura
  • Ottimi riferimenti culturali
  • Interventi adatti di testimoni
  • Montaggio

Note negative

  • /
Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Emozione
Interpretazione
SUMMARY
3.8
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Tommaso Lesti
Tommaso Lesti

Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Appassionato della settima arte e di serie TV, non disdegno qualsiasi genere esistente. Quindi, se avete raccomandazioni, fatevi pure avanti.