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Your Name Engraved Herein
Titolo originale: 刻在你心底的名字 (Kè zài nǐ xīndǐ de míngzì) – Your Name Engraved Herein
Anno: 2020
Nazione: Taiwan
Genere: Drammatico, Sentimentale
Casa di produzione: Oxygen Film Corporation
Distribuzione italiana: Netflix
Durata: 118 minuti
Regia: Liu Kuang-hui
Sceneggiatura: Chu Yu-ming
Fotografia: Yao Hongyi
Montaggio: Su Peiyi
Musiche: Chris Hou, Jason Huang
Attori: Edward Chen, Jing-Hua Tseng, Fabio Grangeon, Mimi Shao, Leon Dai, Jason Wang
Trailer di “Your Name Engraved Herein”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Ci sono film che raccontano più di singole storie, raccontano epoche, sensazioni, esperienze universali, lasciando un’amarezza e una malinconia capaci di consumarsi nei tramonti sul mare. Il film taiwanese, diretto da Patrick Kuang-Hui Liu, incarna perfettamente questo sentire.
Il film, tratto dalla storia vera dello stesso regista, è ambientato tra Taiwan e il Canada, per sottolineare al meglio le differenze culturali, in modo particolare relativamente alle tematiche LGBTQI+, tra queste due aree opposte nel mondo. Anche grazie a una delle tracce facenti parte della soundtrack particolarmente d’impatto emotivo e all’innegabile complicità fra i due attori protagonisti, “Your name engraved herein” rappresenta nel 2025, a distanza di cinque anni, il film a tematica LGBTQI+ più di spicco e con incasso maggiore di tutto il cinema taiwanese, nel quale il mondo LGBTQI+ trova sempre più spazio sia come film che come serie, anno dopo anno.
Trama di “Your Name Engraved Herein”
In una Taiwan di fine anni 80′ libera dalla legge marziale, ma non dai divieti e dal regime autoritario che la aveva contraddistinta anche prima del 1987, Chang Jia Han (Edward Chen), ragazzo appassionato e romantico, e Wang Pote (Jing Hua Tseng), per gli amici Birdy in onore de” Le Ali della libertà”, giovane bizzarro e dal mondo interiore complesso, coltivano un’amicizia fuori dal comune in un collegio cattolico maschile. Il loro rapporto complice, soffuso e fatto più di sguardi che di parole, cresce di intensità, si evolve, diventando fisico, ma sempre di nascosto, travolto dalla paura della violenza dei tempi e del luogo nel quale i due vivono. E’ proprio a causa di quel clima violento sempre latente che i due, amanti e amici, diventano rivali e ostili, attaccati l’uno all’altro, ma anche volutamente e aggressivamente a distanza, iniziano a vivere in modo diverso l’attrazione l’uno per l’altro: da un lato Jia Han, consapevole del suo amore e voglioso di urlarlo e raccontarlo, o meglio di confessarlo persino al prete che più lo aveva ispirato a “vivere il momento”, dall’altro Birdy, solo apparentemente più ribelle, ma ben più spaventato dalla brutalità del regime prima di tutto omofobo, sono due anime che cantano all’unisono in un mondo che li spinge in direzioni opposte. Così il loro amore sembra splendere solo sulle rive del mare, riflessi di un’altra dimensione, o nella sala di un cinema chiuso, riflesso di un racconto epico, ma irreale, mentre il loro racconto nella realtà taiwanese si scioglie, si sgretola amaramente, come un sogno, un sogno iniziato e concluso negli anni più belli.
Recensione di “Your Name Engraved Herein”
Ci sono film che raccontano storie e magari, anche con le regie più raffinate, restano lontani. Ci sono poi film, che, anche senza strafare, anche con le più semplici delle storie, trasportano, coinvolgono, smuovono qualcosa nello spettatore e “Your name engraved herein” fa parte di questa seconda categoria. Definirlo un film LGBTQI+ sarebbe riduttivo, nonostante sia stato e sia tuttora simbolo del cinema di questo genere in Taiwan: non si può infatti rimanere al sicuro lontani dal punto di vista, dai pensieri, dalle sofferenze del protagonista, Chang Jia Han. E’ proprio fra i due, quest’ultimo il fulcro della storia, il punto di vista interno che lo spettatore si trova a vivere in prima persona.
Chang jia han: agire secondo l’attimo
Jia Han, impersonato da un intenso Edward Chen, è l’interprete primo di questo amore, un personaggio tragico, che esprime ogni stato d’animo, ogni emozione fino in fondo. Si potrebbe quasi dire che lo stesso amore tra i due esiste ed è così potente agli occhi dello spettatore, proprio perché è lui a tratteggiarlo così nei suoi racconti, nei suoi ricordi, nonostante non si tratti di un amore idealizzato. Inoltre la sua figura si intreccia con quella di Padre Oliver, sacerdote responsabile delle lezioni di religione e della banda all’interno della storia: il loro rapporto richiama sicuramente quello tra il professor Keating e il Neil Perry de “L’attimo fuggente” e non è un caso che infatti Padre Oliver citi più volte l’espressione “profiter du moment”. Il loro rapporto mette in luce tuttavia anche un altro aspetto, la dicotomia tra desiderio e credo religioso. Come molti dei giovani del collegio, Jia Han è cresciuto secondo ideali religiosi cattolici e incisivo nella narrazione del film è proprio l’incontro-scontro tra il suo amore per Birdy, giustamente sconfinato, e le regole ferree della religione con cui è cresciuto, regole che infrange non comprendendone più il significato di fronte alla purezza e alla totalità del suo sentimento.
Wrong place, wrong time
Ruolo significativo all’interno della narrazione sono gli spazi e i tempi, capaci letteralmente di tagliare il film in due, sia al livello di fotografia, calda, retrò, sfaccettata nei contrasti (omaggio forse al cinema asiatico degli anni novanta) nella Taiwan della gioventù dei due protagonisti e più standard, a tratti banale, perché priva di quel tocco poetico visto nella prima parte, nel Canada dei giorni nostri e della maturità dei due giovani. Luoghi e tempi sono il perno dell’intero film, fattori che smuovono i se e i ma di una storia che convenzionalmente non aveva il diritto di esistere in un Paese ancora militaresco e omofobo. I due protagonisti nella loro gioventù dipingono una nicchia di realtà, nella quale solo loro sono ammessi, una dimensione che richiama il sogno, che si esprime nello scrosciare libero dell’acqua, simbolo della purezza del loro rapporto in un mondo costellato ancora di violenza: quella familiare, quella scolastica, ma anche quella di Stato, nei confronti della diversità. Il loro amore si inoltra in un mondo difficile, quasi a tentoni, talmente di nascosto da essere in una realtà parallela, epico, filmico, ma anche mai completamente espresso. Il contesto esterno in questo caso vince e corrompe ciò che sembrava essere destinato al per sempre delle grandi storie d’amore e questa è la più grande forma di sofferenza che il film esercita anche nello spettatore: non vi è assenza di complicità fra i due, non vi è assenza di passione, non vi sono barriere, se non un mondo che non li vuole insieme e la loro incapacità di resistere ad esso.
Ma veniamo al tempo presente, ovvero all’ultima parte del film, quella in cui Birdy e Jia Han si rincontrano a ormai carriere avviate e un’età che non è più quella della spensieratezza. I due, a trent’anni di distanza, in un mondo finalmente aperto e in un Paese, il Canada, che è baluardo dei diritti civili, potrebbero finalmente vivere quello che entrambi avrebbero più desiderato anni prima, eppure non sembra succedere. Ancora una volta, il tempo della loro vita, la fase matura nella quale si trovano, il luogo, lontano dal loro vivere, per certi versi estraneo a entrambi, riportano anche la loro storia passata alla realtà e il sogno sembra non potersi più replicare, lasciando entrambi a un profondo WANAN di chiusura, chiusura di un capitolo meraviglioso, ma irripetibile, come i sogni più belli.
Una canzone che avvolge
A volte i film non sono fatti soltanto di scene dirette magistralmente o di interpretazioni che lasciano il segno, a volte i film diventano iconici anche per le canzoni che li attraversano. La canzone che prende il suo titolo dal titolo stesso del film, non viene presentata ripetutamente come un tema ricorrente, bensì viene quasi presentata a sorpresa in una scena chiave, forse la più triste e difficile da sopportare per entrambi i protagonisti.
Il tuo nome è inciso qui
Facendo passare il tempo senza lasciare traccia
Ho deciso di amare, solo una persona per il resto della mia vita
Spero che il tempo si fermi
Così da avere più tempo per sentire la tua mancanzaSe avessi un’altra possibilità, sicuramente ti amerei di nuovo
Queste le parole del ritornello che stringono lo spettatore alla storia, permettendogli di affezionarsi, anche grazie a una melodia romantica, una vera e propria ballata struggente per un amore impossibile.
In conclusione
“Your name engraved herein” può essere considerato macroscopicamente un piccolo film nella vastità del panorama cinematografico internazionale, eppure in una prospettiva microscopica è uno di quei film capaci di far innamorare di quei sentimenti impalpabili, di quelle storie sofferte e spesso dimenticate.
Più di ogni altra cosa tuttavia, in una prospettiva cinematografica tutta asiatica, che si sta aprendo sì, ma ancora lentamente alla narrazione del mondo LGBTQI+, questo film può essere considerato una piccola grande perla da godersi in una sera di fine estate.
Note positive
- Interpretazione intensa di Edward Chen
- Narrazione emotiva e coinvolgente
- Fotografia poetica e contrastata
Note negative
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Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazione |
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Emozione |
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4.0
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