Agnus Dei (2025). La purezza dell’agnello – Venezia 82

Recensione, trama e cast di Agnus Dei (2025), documentario di Massimiliano Camaiti presentato alla Biennale College Cinema

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AGNUS DEI (LAMB OF GOD) - Official Still (Credits RICCARDO GHILARDI) - Biennale Cinema 2025
AGNUS DEI (LAMB OF GOD) – Official Still (Credits RICCARDO GHILARDI) – Biennale Cinema 2025

Agnus Dei

Titolo originale: Agnus Dei

Anno: 2025

Nazione: Italia

Genere: documentario

Casa di produzione: Cinemaundici, The Gotham Film & Media Institute, Torino Film Lab, Rai Cinema

Distribuzione italiana:

Durata: 73 minuti

Regia: Massimiliano Camaiti

Sceneggiatura: Massimiliano Camaiti

Fotografia: Ilya Sapeha

Montaggio: Benni Atria

Musiche: Husk Husk

Attori:

Trailer di “Agnus Dei”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Agnus Dei è il nuovo film di Massimiliano Camaiti, il quale si cimenta per la prima volta con la ripresa di un documentario dopo aver diretto alcuni cortometraggi e un film di finzione quale Sulla stessa onda (2021). Agnus Dei è stato girato principalmente nel monastero di Santa Cecilia in Trastevere, nel centro di Roma. Con l’ausilio delle suore benedettine del monastero il regista mostra le fasi della preparazione dei palli papali che verranno indossati dal Pontefice il 29 giugno in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo.

Il film è stato presentato in anteprima alla ottantaduesima Mostra del cinema di Venezia nell’ambito della Biennale College Cinema.

Trama di “Agnus Dei”

Tra le mura del monastero di Santa Cecilia in Trastevere, nel cuore di Roma, si rinnova ogni anno una tradizione secolare: a gennaio, due agnelli appena nati, dopo essere stati ornati e benedetti, sono affidati alle cure di una delle monache di clausura. La donna se ne occupa con la tenerezza di una madre, accudendoli e nutrendoli. La presenza degli animali ha uno scopo preciso: con la loro lana le suore del Monastero tessono il pallio che il Pontefice indosserà il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. Nell’Anno Santo 2025, mentre il rito si compie, il Papa si ammala improvvisamente.

Recensione di “Agnus Dei”

L’Anno Santo è un periodo di grande importanza per i cristiani, i quali seguono determinate procedure per rispettare la dottrina e portare avanti al meglio la loro fede. In Agnus Dei, oltre a questa ricorrenza, ne troviamo anche un’altra che è di notevole importanza per le suore benedettine del Monastero di Santa Cecilia a Roma: la preparazione dei palli papali. Essi sono realizzati grazie alla lana di due agnelli che vengono seguiti da una madre superiora con amorevole cura. Il regista, Massimiliano Camaiti, introduce lo spettatore nel monastero con sensibile riservatezza, proprio come si addice a un luogo del genere. Anche il percorso degli agnelli, dalla nascita alla crescita nelle mura di Santa Cecilia, viene seguito con meticolosa attenzione. Le inquadrature fisse fanno sì che il racconto sia ben delineato e iscritto a un modo di riprendere semplice ma deciso, senza alcun tipo di dinamismo forzato. La suora incaricata di nutrire e seguire con le migliori intenzioni gli agnelli si mostra molto umana nei loro confronti, trattando le creature con rispetto. La lana degli agnelli è una preziosa risorsa per mantenere viva una tradizione secolare a cui le suore benedettine sono molto devote.

Oltre a ciò, il film segue anche le vicende di cronaca correnti con la malattia di Papa Francesco che ha scosso il mondo cattolico e non solo. Prosegue poi con la morte inaspettata del Pontefice e l’elezione del nuovo che si appresta a ricevere i palli papali realizzati dalle suore benedettine. I palli in questione sono un argomento molto peculiare, essendo realizzati da tanti secoli dalle suore di Santa Cecilia, un compito riservato a loro che seguono con grande dedizione. Purtroppo nel film non troviamo esaurienti spiegazioni sul tema, con il regista che preferisce concentrarsi sulla vita semplice ma piena di spirito delle suore, le quali eseguono compiti ridondanti ma validi. Il tempo delle spiegazioni è poco, infatti le inquadrature sono per la maggior parte silenziose per lasciare spazio alle immagini piuttosto che alle parole.

Agnus Dei non ci regala molte emozioni dal punto di vista narrativo, nonostante ciò il film ha una regia squisitamente ipnotica che mantiene vivo l’interesse dello spettatore. Anche perché la camera si addentra in luoghi che generalmente sono riservati alle suore e le inquadrature ci restituiscono ameni spazi di preghiera uniti a meravigliosi scorci.

La pecca del film è probabilmente la mancanza di profondità e maggiore spiegazione di ciò che vediamo sullo schermo, ma è forse proprio questa la volontà del regista, regalare momenti di silenzio e meditazione oltre che a una storia di due agnelli. L’agnello che è un simbolo di purezza e innocenza, lo vediamo qui inerme e totalmente dipendente dall’umano che lo accudisce. La suora, sapendo che non sarà un affidamento lungo, decide di non dare un nome agli animali, chiamandoli semplicemente “piccoli”. Il film infatti non ci fa affezionare totalmente agli agnelli che, dopo la tosatura, non avranno altro da aggiungere alla tradizione cristiana. Il compito della camera è semplicemente quello di riportare il processo per cui sono chiamati questi docili animali nel rispetto della loro vita.

In conclusione

Agnus Dei è un documentario molto legato all’aspetto visivo anziché all’aspetto parlato. La regia riesce con maestria a far entrare lo spettatore nella storia spiegando in parte la tradizione della realizzazione del pallo papale.

Note positive

  • Regia
  • Fotografia
  • Temi trattati con precisione

Note negative

  • Mancanza di profondità in certe scene

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.1
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Tommaso Lesti
Tommaso Lesti

Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Appassionato della settima arte e di serie TV, non disdegno qualsiasi genere esistente. Quindi, se avete raccomandazioni, fatevi pure avanti.