Bentornato Papà (2021) – L’opera seconda di Fortunato

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Locandina di Bentornato Papà

Bentornato Papà

Titolo originale: Bentornato Papà

Anno: 2021

Paese: Italia

Genere: Drammatico

Produzione: Altrestorie, Rai cinema, Apulia film commision

Distribuzione: Altrestorie

Durata: 1h 33min

Regia: Domenico Fortunato

Sceneggiatura: Cesare Fragnelli, Francesca Schirru, Lorenzo Righi, Michele Santeramo, Domenico Fortunato

Fotografia: Giorgio Giannoccaro

Montaggio: Mauro Ruvolo

Musica: Silvia Nair

Attori: Domenico Fortunato, Donatella Finocchiaro, Riccardo Mandolini, Silvia Mazzieri, Giuliana Simeone, Dino Abbrescia, Giorgio Colangeli

Trailer Bentornato Papà 2021

Il 29 settembre 2021 viene presentato al BIF&ST film festival, Bentornato Papà, film diretto dall’attore pugliese Domenico Fortunato, conosciuto per aver recitato con cineasti quali Mario Monicelli, Damiano Damiani, Francesco Rosi e con Sam Mendes nell’ultimo James Bond: Spectre (2015), ma anche per le interpretazioni su piccolo schermo, dove è divenuto celebre con le serie tv Gente di Mare e Rex (dal 2010)

Trama di Bentornato Papà

Franco (Domenico Fortunato) è un padre di famiglia che ha dedicato la propria vita ai suoi cari ed alla carriera. Una mattina, mentre si prende cura del proprio giardino, viene colpito da un ictus, che lo costringerà all’ospedalizzazione nel momento di massimo successo lavorativo. Una tragedia che sarà però per tutti un momento di crescita interiore: per il figlio Andrea (Riccardo Mandolini) eccessivamente anaffettivo con i propri parenti, per la figlia Alessandra (Giuliana Simeone) intenta a superare un concorso pubblico per divenire maestra d’asilo, ma anche per il fratello Silvano (Giorgio Colangeli) e per la moglie Anna (Donatella Finocchiaro).

Recensione di Bentornato Papà

In questa sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo Wine to Love – i colori dell’amore (2018), Fortunato mette in scena un family drama in cui ogni personaggio è coinvolto a suo modo nella tragedia centrale del protagonista, il cui ricovero diviene un’occasione per tutti di maturare ed acquisire consapevolezze. Il film dunque si articola in 3 atti :

  • un primo in cui ci viene presentata la famiglia di Franco (Domenico Fortunato) ed il rapporto turbolento tra questa ed il figlio Andrea (Riccardo Mandolini), dj e frequentante della facoltà di Lettere e Filosofia.
  • un secondo più consistente in cui viviamo l’ospedalizzazione del protagonista assieme alle varie evoluzioni dei personaggi circostanti
  • ed infine lo scioglimento finale delle varie situazioni createsi durante lo svolgimento dell’opera.

Il cineasta mostra il maggior potenziale del lungometraggio nella resa e nella direzione degli attori, con un cast nel complesso ben assortito grazie anche al notevole contributo portato da Dino Abbrescia e da Giorgio Colangeli, ciò nonostante lascia abbastanza interdetti l’interpretazione del giovane Riccardo Mandolini (nel film Andrea), il quale si mostra al quanto acerbo nell’immedesimarsi nelle situazioni vissute dal suo personaggio, esprimendosi con un unico tono di voce e con una mimica facciale più che discutibile.

Bentornato papà mostra più falle che certezze, dove le prime risiedono maggiormente nella fase di regia e di sceneggiatura, nelle quali s’intravedono difetti lapalissiani. La messa in scena per quanto voglia essere al contempo classica e creativa si perde in un mix che rende lo scorrimento del racconto complicato, si passa infatti dal commettere errori basilari come il raccordo di sguardo al tentativo di dare una pesantezza autoriale fuori contesto, con degli stacchi di montaggio fastidiosi e monotoni. La narrazione invece vive di veri e propri momenti di tedio, rappresentati in particolare:

  1. Dalla relazione che s’instaura tra Andrea e la figlia del compagno di stanza di suo padre (Silvia Mazzieri),
  2. Da dei dialoghi paternalistici e retorici
  3. Da dei risvolti di trama che non riescono a sorprendere, a causa di un’assenza di coinvolgimento dello spettatore più che per un discorso di mancanza d’originalità.

Per concludere Domenico Fortunato se si continua a dimostrare un attore più che valido, allo stesso tempo si rivela troppo acerbo nel dirigere e narrare storie. Peccato perché con un cast così solido ed in parte (eccezioni permettendo) si poteva, anzi si doveva fare di più.

Note Positive

  • Interpretazione complessiva del cast (unica eccezione per un troppo acerbo Riccardo Mandolini)
  • Direzione degli attori
  • Piani sequenza efficaci in determinate scene

Note Negative

  • Storytelling sia poco originale che coinvolgente
  • Regia pomposa ed immotivatamente altezzosa
  • Stacchi di montaggio fastidiosi e monotoni
  • Dialoghi in larga parte paternalistici e retorici
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