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Big Little Lies – Piccole grandi bugie
Titolo originale: Big Little Lies
Anno: 2017
Paese: Stati Uniti D’America
Lingua: Inglese
Genere: drammatico, thriller
Network: HBO
Rete televisiva italiana: Sky Atlantic
Stagione: 1
Episodi: 7
Ideata: David E. Kelley
Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura: David E. Kelley
Attori: Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley, Alexander Skarsgård, Laura Dern, Adam Scott, Zoë Kravitz, James Tupper, Jeffrey Nordling
Big Little Lies ( Piccole grandi bugie) è (era) una miniserie del 2017 di David E. Kelley per HBO tratta da un romanzo di Liane Moriarty. La prima stagione è stata distribuita negli Stati Uniti dal 19 febbraio al 2 aprile 2017 per sette episodi diretti da Jean-Marc Vallée. Nata come miniserie ha avuto, dopo l’ottimo successo di pubblico, una seconda stagione.
Trama di Big Little Lies – Piccole grandi bugie
Siamo a Monterey, una cittadina della California. E’ il primo giorno di scuola elementare per un gruppo di bambini di sei anni. Le madri li accompagnano. Qui Celeste (Nicole Kidman) e Madeline (Reese Witherspoon) si incontrano con una giovane ragazza – madre Jane Chapman (Shailene Woodley). Al loro ritorno a scuola una bambina accusa – davanti a tutti – il figlio di Jane, Ziggy, di essere stata bullizzata.
Da questo avvenimento le tre donne si uniranno per proteggere dalle accuse il piccolo Ziggy, facendo nascere tra loro una grandissima amicizia, mentre il bambino verrà sempre di più “etichettato” come bullo dalla scuola e della società che ruota intorno a quella istituzione.

Recensione di Big Little Lies – Piccole grandi bugie
Che c’è di più usuale della menzogna, sia che si tratti di mascherare le debolezze quotidiane con una salute che si vuol far credere forte, di dissimulare un vizio, o di ottenere, senza urtare gli altri, la cosa che si preferisce? È lo strumento di conservazione più necessario e più usato. Tuttavia abbiamo la pretesa di bandirla dalla vita di colei che amiamo, è essa che spiamo, che fiutiamo, che detestiamo dappertutto.
Marcel Proust
Le bugie fanno parte dell’essere umano e della nostra società. Tutti, pur in cose futili, nascondiamo qualcosa agli altri e in primis a noi stessi, ed è questo il problema più grave. Oggi l’umanità vive nel mondo delle apparenze, sopratutto entro la classe borghese. Ogni individuo deve mostrarsi agli occhi delle società come un essere forte e determinato, un essere perfetto e, se guardiamo il rovescio della medaglia, si rendiamo conto di non esserlo ma che vogliamo diventarlo. Tutti desiderano la perfezione, essere coraggiosi nell’affrontare le sfide della vita e cosi mentiamo sussurrandoci all’orecchio: “Va tutto bene, ho il pieno controllo del mondo”. Purtroppo non facciamo altro che indossare, in pubblico, maschere per nascondere le nostre fragilità.
La società insegna: Non dire i tuoi segreti oscuri, i tuoi problemi interiori ai tuoi amici, ai tuoi cari; se loro sanno ti giudicheranno. Solo tu puoi riuscire a salvarti, nessuno lo farà per te.
I personaggi mostrati nella serie, dal primo all’ultimo, appaiono come esseri perfetti, duri ed estremamente combattenti ma dietro quel volto ci sono tormenti interiori che le stanno uccidendo lentamente. Tutto ciò viene mostrato in maniera attuale, lo scrittore si è totalmente inspirato a i fatti di cronaca per creare il filo conduttore e l’ambiente in cui i suoi personaggi dovevano muoversi. Entrambe le donne cercano di mostrarsi “normali” dinanzi a tutti quelli che conoscono, anche con le loro stesse amiche. Sembrano vivere, nei loro incontri con il mondo esteriore, in una bolla fatta di perfezione per poi ritornare nelle loro piccole case iniziando a ri-convivere con i loro mostri interiori.
Madeline si mostra dura e forte nascondendo a tutti la sua estrema ansia: la sua figlia maggiore vuole andare a vivere con il padre e la sua compagnia, per cui nutre un grande affetto. Il rapporto sentimentale con suo marito è quasi nulla come il loro rapporto intimo sessuale e incomincia a riprovare dei sentimenti verso il suo ex. Per cacciare la sensazione di vuoto che la opprime fa volontariato per la sponsorizzazione di uno spettacolo teatrale, ma anche qui incontrerà dei problemi. Jane vive un esistenza assolutamente tormentata ed è l’unica che, in parte, cerca di mostrarsi alle sue amiche per ciò che è. La sua stessa vita è condizionata da un trauma che non la fa più dormire serenamente. Ogni giorno a bisogno di andare a correre per sfogare la sua rabbia interiore. In parole povere è stata violentata da un uomo e da questa unione è nato Ziggy. Celeste invece è l’incarnazione delle apparenze e di un amore malato a cui lei stessa non riesce a fuggire, essendo anche lei attratta dalla stessa violenza sessuale del marito. Lui spesso la picchia e poi subito dopo fanno l’amore, probabilmente solo attraverso questo rito riescono a farlo. Terminato il rapporto il marito si scusa sempre e solo così riescono a farlo. Dopo ciò il marito si scusa con lei provando un forte senso di colpa per ciò che le ha fatto e notando i lividi sul corpo della donna che ama, in maniera malata e possessiva. Celeste dovrà sempre usare il trucco e i vestiti per nascondere i lividi e facendo così mostra un apparenza di sé divergente dalla realtà e tutto sembra come in un terribile gioco ripetersi all’infinito. Lo sceneggiatore per raccontare questa storia sfrutta un ottimo espediente narrativo: le indagini per un omicidio commesso in una serata di beneficenza all’interno della scuola elementare. Lo spettatore sarà incuriosito nello scoprire chi è morto, importando una sorta di pathos thriller all’interno del racconto.
Big Little Lies è totalmente ricoperta da figure femminili, rimarcando ancor di più i fatti di cronaca: la prepotenza maschile e la loro brutalità verso le donne, che sempre più spesso sono vittime di stupri o di atti peggiori da parte del sesso maschile.
I bambini, ben presenti nella serie, servono solo come incipit degli eventi e vengono poco resi partecipi nell’evolversi degli eventi. Il tema del bullismo non viene mai preso seriamente in considerazione ma viene solamente utilizzato come scontro tra genitori, a mio avviso poteva essere interessante parlare “realmente” di come il bullo e la vittima stessa affrontano tutto ciò, ma questo agli sceneggiatori non è parso utile. Il messaggio che l’intera serie manda allo spettatore è: fatevi aiutare, non abbiate paura di dire agli altri ciò che state vivendo e solo con l’aiuto di chi ti vuol bene riuscirai a riprenderti in mano la tua vita. Accetta che nulla è perfetto e che tu non sei perfetto e così vivrai felicemente

In conclusione
Note positive
- Buona la prova registica di Jean-Marc Vallée come la decisione di fargli girare tutte le puntate.
- Il cast è di buona qualità, con la Kindman che ha un ottima interpretazione attoriale venendo riconosciuta come miglior attrice per una miniserie del 2017
- Aver dato uno spessore caratteriale a quasi tutti i personaggi
- Buon idea, per intrattenere il pubblico, nell’inserire da subito l’elemento delle indagini
Note negative:
- Madeline, la protagonista vera e propria della serie, risulta troppo debole per essere il punto centrale della serie. I suoi problemi sono troppo piccoli. Tende a risultare antipatica
- L’intera trama è eccessivamente banale. Per sei puntate non accade nulla, non c’è una minima evoluzione caratteriale di nessun personaggio a esclusione di Celeste e del marito. Tutto avviene nella prima puntata e forse poteva finire tutto li.
- Il finale, aspettato dalla prima puntata, è un immensa delusione.
- Probabile idea errata nel creare un’altra stagione, poiché il tema che è stato narrato nella prima stagione non è possibile, a mio avviso, riproporlo nelle prossime puntante. Come mini serie era più interessante.