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Black Doves
Titolo originale: Black Doves
Anno: 2024
Nazione: Regno Unito
Genere: Drammatico, Thriller
Casa di produzione: Noisy Bear, Sister Pictures
Distribuzione italiana: Netflix
Durata: 6 episodi, ciascuno di 60 minuti
Ideatore: Joe Barton
Regia: Lisa Gunning, Alex Gabassi
Sceneggiatura: Joe Barton
Musiche: Raye
Autori principali: Keira Knightley, Ben Whishaw, Sarah Lancashire, Andrew Koji, Andrew Buchan, Adeel Akhtar, Tracey Ullman, Finn Bennett, Luther Ford, Kathryn Hunter, Sam Troughton, Ella Lily Hyland, Adam Silver, Ken Nwosu, Gabrielle Creevy, Omari Douglas
Trailer di “titolo”
Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming
Serie televisiva britannica in sei puntate, Black Doves si presenta come un prodotto natalizio atipico, che probabilmente nessuno si aspettava e di cui, forse, nessuno pensava di sentirne la mancanza. La serie combina il clima tipicamente natalizio con una narrazione dal sapore thriller e di spionaggio, portando sullo schermo la storia di una spia e di un gruppo di sicari che si ritrovano invischiati in una vicenda più grande di loro. Al centro della trama vi è una misteriosa organizzazione, con legami profondi persino nei meandri del governo britannico, capace di minacciare non solo la vita dei protagonisti, ma anche quella dei loro cari: figli, mariti e compagni.
Questo intreccio tra atmosfere natalizie e spionaggio è frutto della mente creativa di Joe Barton, sceneggiatore e produttore già noto per serie di successo come Giri/Haji – Dovere/Vergogna (2019), The Bastard Son & The Devil Himself (2022) e Progetto Lazarus (2022-23). Nel cast spiccano nomi di primo piano del panorama attoriale britannico, a partire da Keira Knightley, celebre per il ruolo di Elizabeth Swann nella saga di Pirati dei Caraibi (2003-2017). Accanto a lei troviamo Ben Whishaw (No Time to Die, 2021; Women Talking – Il diritto di scegliere, 2022; Fargo, 2020) e Sarah Lancashire (Yesterday, 2019; Happy Valley, 2014-23).
La serie, diretta a quattro mani da Alex Gabassi e Lisa Gunning, ha già ricevuto il rinnovo per una seconda stagione. Dopo la première inglese, avvenuta nell’agosto 2024, Black Doves debutta a livello internazionale su Netflix a partire dal 5 dicembre 2024.
Trama di “Black Doves”
In una Londra illuminata dalle luci natalizie, con il Natale ormai alle porte, Helen Webb (Keira Knightley) si trova ad affrontare una sfida che potrebbe distruggere non solo la sua vita, ma anche quella di chi le sta accanto. Helen non è la donna che tutti credono di conoscere. Non è solo la moglie amorevole del Ministro della Difesa, Wallace Webb (Andrew Buchan), né l’affettuosa e premurosa madre di due gemelli. Prima di tutto, Helen è una spia professionista.
Da oltre dieci anni, Helen lavora per un’organizzazione segreta conosciuta come Black Doves, trasmettendo informazioni riservate sulle attività del governo britannico. Questi dati, ottenuti grazie alla posizione privilegiata del marito Wallace — ignaro della vera identità della moglie —, vengono venduti al miglior offerente. Wallace, nel frattempo, è in ascesa politica e si trova a un passo dalla possibilità di diventare Primo Ministro del Regno Unito. La vita di Helen è dunque un intreccio di facciate, menzogne e segreti oscuri. Ma tutto questo crolla quando nella sua vita entra Jason (Andrew Koji), che la travolge in una storia d’amore passionale e priva di finzioni.
La situazione precipita quando, in una tragica serata, Jason viene ucciso con un colpo di pistola. Il suo omicidio, tuttavia, non è l’unico: la stessa notte si verificano altri due omicidi apparentemente scollegati. Disperata e divorata dalla sete di vendetta, Helen decide di scoprire chi ha tolto la vita all’uomo che amava, intenzionata a fargliela pagare.
A supportarla interviene Reed (Sarah Lancashire), l’enigmatica supervisore e capo dell’organizzazione Black Doves. Reed richiama a Londra Sam (Ben Whishaw), un vecchio amico e collaboratore di Helen, per proteggerla dai molti pericoli che incombono su di lei — compresa la minaccia che rappresenta per sé stessa. Sam, però, porta con sé i fantasmi del passato: anni prima, una missione fallita ha avuto conseguenze devastanti sia per la sua carriera sia per la sua vita personale. Tornare a Londra significa affrontare questi demoni, mentre cerca di trovare un equilibrio tra le proprie vicende personali e l’indagine che lo lega a Helen.
La coppia inizia a indagare sull’omicidio di Jason, scoprendo un intreccio che lo collega all’assassinio dell’ambasciatore cinese e alla misteriosa scomparsa di sua figlia, Kai-Ming. Quale ruolo aveva Jason in questa trama oscura? E quale segreto nasconde Kai-Ming? Per risolvere il mistero, Helen e Sam dovranno rintracciare la ragazza, l’unica che sembra essere in grado di far luce sugli eventi che minacciano non solo loro, ma l’intero equilibrio geopolitico.

Recensione di “Black Doves”
Joe Barton, con Black Doves, realizza una serie capace di catturare l’interesse di un pubblico appassionato di storie di spionaggio che intrecciano dramma personale, azione e intrighi politico-governativi. La narrazione rimane fedele agli stilemi del genere riuscendo a fondere il mondo della criminalità organizzata con quello della politica, svelando figure di potere, più o meno corrotte, con le mani sporche di sangue. In questo contesto, Black Doves sembra inizialmente una classica storia di spionaggio, ma Barton introduce alcune innovazioni che arricchiscono lo sviluppo drammaturgico.
La serie si distacca dai modelli tradizionali come 007 o Mission: Impossible, privilegiando una narrazione più intimistica e umana. Qui i personaggi e i loro conflitti interiori occupano un ruolo centrale, relegando le sequenze d’azione — come sparatorie e inseguimenti — a momenti selezionati e mai predominanti. Questa scelta permette di creare un equilibrio narrativo che dà priorità all’approfondimento psicologico e alle relazioni tra i protagonisti, piuttosto che a un ritmo incalzante e spettacolare.
Black Doves, dunque, non si limita a essere una semplice storia di spionaggio. La serie combina in modo sapiente l’elemento drammatico con quello thriller, costruendo un racconto che trova la sua forza nella caratterizzazione attenta ed equilibrata dei personaggi principali e nella descrizione del mondo complesso e insidioso in cui si muovono. È questa cura dei dettagli, sia interni che esterni alla narrazione, a renderla una proposta originale e coinvolgente per gli amanti del genere.
Questa prima stagione di Black Doves conta solamente sei episodi, un numero piuttosto ridotto che potrebbe far temere, come spesso accade, una narrazione frettolosa o eccessivamente concentrata nel tentativo di concludere la trama principale in poche puntate di circa cinquanta minuti ciascuna. Fortunatamente, non è questo il caso. Black Doves si distingue per una scrittura solida, che bilancia in modo efficace i momenti di spionaggio con quelli più introspettivi, dedicati all’esplorazione dei personaggi. Questi non sono figure bidimensionali pronte a tutto pur di scatenare il caos, ma individui attentamente caratterizzati, la cui complessità li porta ad affrontare sfide difficili per sopravvivere. Ogni loro azione o scelta appare coerente e ben radicata nella loro evoluzione e nella loro essenza, in particolare per quanto riguarda i due protagonisti.
Helen e Sam non incarnano gli eroi tradizionali; sono personaggi oscuri e ambigui, che viaggiano a stretto contatto con il loro lato più tenebroso. Tuttavia, proprio questa loro natura li rende umani e avvicinabili. La scrittura, attenta e curata, riesce a mettere in luce le loro fragilità, i sentimenti e il modo di pensare, creando un forte legame emotivo con il pubblico. Nonostante la drammaturgia non voglia idealizzarli o trasformarli in figure eroiche, Helen e Sam catturano immediatamente l’affetto dello spettatore, che si ritrova coinvolto nel loro mondo interiore e nel contesto in cui si muovono.
Questa prima stagione si concentra soprattutto sulla costruzione tridimensionale dei personaggi e sulla presentazione del loro universo narrativo. I sei episodi non si limitano a sviluppare una trama efficace dal punto di vista dello spionaggio, ma fungono da introduzione a una drammaturgia più complessa e stratificata, che probabilmente sarà approfondita nelle stagioni successive. È lecito aspettarsi un seguito più oscuro e ricco di scene d’azione, elemento che, in questa prima stagione, risulta forse leggermente sottotono, ma non a scapito della qualità complessiva della narrazione.
L’ambientazione Natalizia
Black Doves si distingue per la straordinaria capacità di unire una trama thriller intricata e avvincente a una narrazione profondamente umana, il tutto immerso in un contesto natalizio che va oltre il semplice ruolo di sfondo. Le festività natalizie, con le loro luci scintillanti, i colori caldi e la neve che ricopre Londra, diventano un elemento tematico centrale, amplificando il contrasto tra l’apparente serenità della stagione e l’oscurità morale che permea la vita dei protagonisti. Questo dualismo crea un effetto visivo e narrativo potente, che culmina in un finale simbolico ambientato il 25 dicembre, dove valori come la redenzione, il sacrificio e l’unione familiare emergono con forza, intrecciandosi con i temi del perdono e della rinascita. In questo senso il Natale non è solo un pretesto estetico, ma un simbolo carico di significati che guida l’evoluzione dei protagonisti, di Helen e Sam, entrambi segnati da un passato criminale e da dilemmi morali profondi, che si ritroveranno a cambiare durante questo periodo natalizio. La narrazione di questa prima stagione sfrutta l’iconografia natalizia per approfondire temi universali come il bisogno di affetto, la famiglia e la ricerca di una seconda possibilità, trasformando il contesto festivo in un elemento chiave per il loro percorso di riscoperta personale e morale.
Helen, inizialmente presentata come una donna pragmatica e calcolatrice, profondamente legata ai propri interessi e apparentemente insensibile alle conseguenze delle sue azioni, subisce una trasformazione graduale che ha inizio fin dalla prima puntata. Le sue fragilità emotive emergono progressivamente, rivelando una profondità psicologica inattesa. Questa evoluzione la porta a mettere in discussione non solo le sue scelte, ma anche il sistema spietato dell’organizzazione segreta per cui lavora. Il suo viaggio interiore diventa una lotta contro un mondo che l’ha plasmata, spingendola a cercare una verità più grande, che supera il mero tornaconto personale, riscoprendo dunque una sorta di parvenza di bontà. Sam, al contrario, si presenta fin dalle prime battute come un uomo tormentato, guidato da un codice morale personale che lo ha sempre posto in contrasto con la brutalità del suo lavoro di sicario. Il suo ritorno a Londra, una città che non lo riconosce più e che lo costringe a confrontarsi con il proprio passato, lo spinge a una riflessione profonda sulle sue scelte. La sua relazione con Helen diventa il fulcro emotivo della storia, un legame che esplora il sacrificio, la fiducia e la possibilità di redenzione.
Dunque, il contesto natalizio, con la sua atmosfera di speranza e riflessione, diventa lo specchio del viaggio interiore di entrambi i personaggi. Mentre Helen cerca di sottrarsi alle ombre del suo passato e di scoprire chi sia davvero il burattinaio che muove i fili del gioco, Sam affronta le conseguenze delle sue azioni e cerca di ritrovare il proprio posto in un mondo che sembra averlo dimenticato. Grazie a una scrittura attenta e a una regia capace di intrecciare suspense e introspezione, Black Doves si trasforma in un’opera che trascende il genere thriller. Non si limita all’azione e all’intrigo, ma scava nella psicologia dei suoi personaggi, rendendo ogni loro scelta carica di significati universali. L’ambientazione natalizia, densa di simbolismi, amplifica il significato emotivo della storia, trasformandola in una riflessione sui legami umani, sulla possibilità di redenzione e sull’importanza di non perdere mai la propria umanità, nemmeno nelle situazioni più oscure.
Non tutto è perfetto
Se da un lato la sceneggiatura di Black Doves funziona egregiamente nell’elemento intimistico, con un’attenta e approfondita descrizione sia dei personaggi principali che di quelli secondari, dall’altro mostra delle debolezze nell’aspetto legato allo spionaggio. La trama, pur intricata e interessante, fa ricorso a espedienti narrativi poco credibili che, col passare del tempo, rischiano di compromettere la sospensione dell’incredulità dello spettatore.
Il comportamento di Helen, ad esempio, appare spesso impulsivo e irrazionale, caratteristiche che mal si sposano con il profilo di una spia professionista. La protagonista compie azioni rischiose che mettono continuamente a repentaglio la sua identità segreta, senza però subire reali conseguenze. Durante le sue operazioni di spionaggio, Helen viene vista da molte persone e ferisce diversi individui, ma in maniera inspiegabile non viene mai scoperta né denunciata.
Due esempi emblematici evidenziano queste incongruenze: in una scena, Helen ferisce una guardia in ascensore, che ha chiaramente visto il suo volto, ma il personaggio non la denuncia né sembra fare nulla per smascherarla. Un episodio simile riguarda un gioielliere che, dopo aver visto il suo volto, viene ferito ma non prende alcuna iniziativa per esporla. Questi dettagli non solo appaiono poco realistici, ma rischiano di indebolire la credibilità della narrazione, introducendo falle nella coerenza della storia.
Questa è forse la principale pecca di una serie che, per il resto, si dimostra molto godibile, ben scritta e capace di tenere alta l’attenzione dello spettatore grazie a una regia solida e a interpretazioni di grande livello. Nonostante questi inciampi, Black Doves riesce comunque a offrire un’esperienza coinvolgente e di qualità, soprattutto grazie al lavoro sui personaggi e alla sua ambientazione carica di atmosfera.

In conclusione
“Black Doves” è una serie che intreccia spionaggio, introspezione e ambientazione natalizia in una narrazione originale e coinvolgente. Pur con qualche incongruenza nei dettagli di trama, si distingue per la scrittura solida, la regia curata e l’intenso approfondimento psicologico dei personaggi. Questa prima stagione pone le basi per uno sviluppo ancora più ricco e complesso, confermandosi una proposta intrigante per gli amanti del genere.
Note positive
- Scrittura attenta e profonda, soprattutto nella caratterizzazione dei protagonisti.
- Ambientazione natalizia densa di simbolismi emotivi e narrativi.
- Regia solida e capacità di mantenere alta l’attenzione dello spettatore.
Note negative
- Alcune azioni poco realistiche dei personaggi che rischiano di compromettere la sospensione dell’incredulità.
Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Intepretazioni |
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Emozione |
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SUMMARY
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3.9
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