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Black Sea
Anno: 2014
Paese: Regno Unito, Russia, Stati Uniti d’America
Casa di produzione: Cowboy Films, Film4 Productions, Etalon Film
Prodotto da: Kevin Macdonald
Durata: 1 hr 55 min (115 min)
Regia: Kevin Macdonald
Sceneggiatura: Dennis Kelly
Montaggio: Justine Wright
Dop: Christopher Ross
Musiche: Ilan Eshkeri
Attori: Jude Law, Ben Mendelsohn, Grigorij Dobrygin, Scoot McNairy, David Threlfall, Tobias Menzies, Jodie Whittaker, Kostantin Khabenskiy, Sergey Puskepalis, Michael Smiley, Sergey Veksler, Sergey Kolesnikov, Bobby Schofield
TRAMA DI BLACK SEA
Il capitano Robinson (Jude Law) ha dedicato la sua intera esistenza ai sottomarini e al mare, e per questa ragione, il suo matrimonio è stato un disastro. Il conseguente licenziamento dell’uomo andrà solo ad aggiungersi alle beffe di una vita che ormai pare ormai prendersi solo gioco di lui.
L’occasione di riscatto giungerà quando Robinson scoprirà che sul fondale del Mar Nero giace la carcassa di un sottomarino nazista traboccante d’oro, così il capitano decide di organizzare un’illegale missione di recupero, circondandosi di un equipaggio di altrettanti uomini disposti a giocarsi il tutto per tutto pur di mettere le mani sul tesoro.
Attento a non farsi scovare dalla flotta russa stanziata sul Mar Nero, Robinson dovrà tenere costantemente a bada anche la crescente e folle avidità della sua ciurma…


RECENSIONE DI BLACK SEA
Black Sea è un thriller del 2014 di produzione anglo-russa diretto con estrema professionalità dal Kevin Macdonald, regista formatosi nel mondo del documentario divenuto celebre per il dramma indie L’ultimo re di Scozia, e scritto da Dennis Kelly su un soggetto dello stesso Macdonald.
Ambientata interamente tra gli oscuri e umidi corridoi di un sottomarino, l’opera sfrutta tutto il potenziale claustrofobico della ristretta location come efficace sfondo per un racconto di conflitti sociali e intimisti che permettono a regia e recitazione di sopperire alla mancanza di originalità della scrittura, concedendosi insieme alcune profonde frecciate al sistema capitalista che passa sopra vite e diritti umani.
Perfettamente aderente alle regole intransigenti del thriller claustrofobico di gran classe, Black Sea manipola alla grande pure i dettami del dramma d’impostazione teatrale contaminato di suggestioni letterarie nobilitanti (evidente il richiamo a Herman Melville, più subliminale quello a Daniel Dafoe). Dennis Kelly, infatti, è uno scrittore proveniente dal teatro, e ciò è evidente dalla scrupolosa perizia psicologica con cui i rapporti tra le azioni dei personaggi e le conseguenze delle stesse influiscono sugli sviluppi narrativi.
Non originalissima nella struttura, la vicenda assesta comunque alcuni buoni colpi di scena e offre un realistico e avvincente ritratto di conflitti relazionali motivati esclusivamente dalla prospettiva della ricchezza, dimostrando una volta di più quanto sia facile per l’essere umano far emergere il peggio di sé nelle situazioni più estreme. Macdonald si conferma il narratore perfetto per questo tipo di storia, e la sua regia è estremamente sapiente nel mescolare spettacolarità, introspezione e tensione senza che tutte queste anime si fagocitino l’un l’altra. Il tutto viene supportato da un’impeccabile fotografia dell’oscuro fascino dei fondali marini e da un montaggio che non conosce cali di tensione e i momenti morti.
Protagonista assoluto di questo thriller intimista, il malinconico e ruvido Jude Law trasforma un personaggio tutto sommato archetipico in un individuo che si presta a numerosi livelli di lettura, guidando un cast di supporto affiatato e funzionale seppur composto (con la sola eccezione di Ben Mendelsohn) da volti del cinema anglo-russo non particolarmente noti ma lungi dal non essere talentuosi.
NOTE POSITIVE
- Il polso registico di ferro di Kevin Macdonald.
- La scrittura teatrale di Dennis Kelly.
- L’interpretazione di Jude Law e del cast di supporto.
- Montaggio e fotografia.
NOTE NEGATIVE
- Soggetto poco originale, figlio di una classicità aderente agli stilemi del genere.