Byzantium: Una rivisitazione moderna e femminista del mito del vampiro

Byzantium (2012) locandina film

Byzantium

Titolo originale: Byzantium

Anno: 2012

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Fantasy, Horror 

Casa di produzione: Parallel Film Productions, Lipsync Productions, Number 9 Films, WestEnd Films, Demarest Films

Distribuzione: Koch Media

Durata:  118 min

Regia: Neil Jordan

Sceneggiatura: Moira Buffini

Montaggio: Tony Lawson

Dop:  Sean Bobbitt

Musiche: Javier Navarrete

Attori: Saoirse Ronan, Gemma Arterton, Jonny Lee Miller, Caleb Landry Jones, Warren Brown, Sam Riley

Trama di Byzantium

Eleanor è una ragazzina di sedici anni con oscuro segreto, un segreto che vorrebbe svelare agli altri per ottenere una vita quasi normale, ma le sua pagine scritte con l’inchiostro e con i suoi tormenti in cui soppesa tutta la sua esistenza di duecento anni vengono buttate ogni volta al vento e al destino, per evitare che qualcuno possa leggerle e comprendere appieno la sua storia e quella di sua madre Claire scoprendo così la loro maledizione e salvezza, quella di essere vampiri.

Claire lavora all’interno di un bordello per guadagnare qualche soldo e per permettere alle due di vivere all’interno di quel mondo senza dare troppo nell’occhio, ma il loro passato è dietro l’angolo e per salvarsi la donna è costretta a uccidere un uomo e scappare per sempre da quel luogo ormai non più ospitale per loro. Il loro viaggio li porterà in una piccola cittadina sulla spiaggia dove Eleanor ha la sensazione di essere già stata, qui Claire che vede sempre il suo corpo fa la conoscenza che un uomo disperato che ha appena perso sua madre e che possiede un vecchio albergo in rovina: il Byzantium. Le due donne andranno a vivere insieme all’uomo e Claire trasformerà l’albergo in una casa di tolleranza.

Il loro rapporto di madre e figlia verrà messo a repentaglio quando Eleanor farà conoscenza con un giovane del posto e inizierà a integrarsi appieno all’interno di quella comunità marittima, ove decide di raccontare tutta la sua verità contro il volere di Claire. Ma i segreti della donna sul suo passato stanno per venire a galla.

Recensione di Byzantium

Dal regista d’Intervista col Vampiro e di In compagnia dei lupi nasce un ulteriore storia tra fantasy e horror che va ad ampliare il lungo catalogo dei film dedicati ai mostri del cinema horror come i vampiri mostrandoli in un ottica più pop e slegati dalla mitologia classica, mentendo intatti solo alcuni punti cardinali del concetto di Vampiro. Scordatevi il vampiro draculiano di Bram Stoker o della Hammer, qui non troverete esseri mostruoso con denti affilati che vivono esclusivamente nell’ombra della notte e che hanno necessario bisogno della loro terra e di una barra funebre per poter sopravvivere.

In Byzantium, basato sulla pièce tetrale A Vampire Story di Moira Buffini, che si occuperà anche della sceneggiatura, abbiamo come protagoniste due vampire, una ragazzina di sedici anni e sua madre che ha sempre lavorato come meretrice. Le due non possiedono esteticamente le connotazioni vampiresche, nessun apparenza funebre traspare dalla loro carnagione colorita, sopratutto quella di Clara (Gemma Arterton) o dai loro abiti e modi di fare perfettamente in sintonia con l’epoca storica. Innovativo risulta anche il modus operandi di uccisione dei nuovi vampiri creati da Buffini, dove questi possiedo un unghia che nel momento in cui intendono dissetarsi si allunga e diventa un arma affilata per uccidere, tale idea originale ben funziona all’interno dell’arco narrativo non infastidendo minimamente lo spettatore anche grazie al modo in cui il regista è andato a creare la scena del primo omicidio che ci ha trasportato immediatamente all’interno di questo nuovo universo fantasy.

La sceneggiatura e l’evoluzione dei personaggi

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e uscito direttamente in direrct to video dal 2014 in Italia, Byzantium pur possedendo un cast di eccezione e un regista di dimostrata capacita narrativa nelle storie a tema fantasy – horror, risulta una pellicola che non ha saputo portare a galla il suo spessore narrativo e tematico perdendosi entro una struttura drammaturgico non funzionale alla storia con degli intrecci e colpi di scena che si amalgamano male tra di loro e che alla fin dei conti distolgono l’attenzione dall’elemento centrale su cui tutta la sceneggiatura sarebbe impiantato: un rapporto malato tra madre e figlia, dove questa esprime il desiderio di voler e dover dire la verità al mondo, a causa anche dei suoi insegnamenti cattolici che ha appresso da bambina in un orfanotrofio di suore e che vede nelle bugie il male assoluto.

La mia storia non potrà mai essere raccontata, l’ho scritta e riscritta, ovunque trovassi un rifugio. Scrivo ciò di cui non posso parlare, la verità. Scrivo tutto quello che so e poi affido le pagine al vento, sarà lui a decidere dove portarle.

Eleanor – Incipit di Byzantium

Tale confronto generazionale, basato su mantenere il segreto o meno, viene immesso fin dai primi minuti al centro della storia e sviluppato lentamente nella prima parte narrativa ma se il bisogno di raccontare la verità rimane presente all’interno del percorso evolutivo di Eleanor, il rapporto tra le due non prende mai una piega dialogica e di dibattito intelligente ma rimane semplicemente sul piano superficiale della vicenda, come del resto accade a tutti i personaggi secondari e a quello della co-protagonista interpretata ottimamente da Gemma Arterton. La stessa Eleanor non risulta mai pienamente tridimensionale essendo mostrata al pubblico con alcune caratteristiche ben precise che alla fin dei conti non si evolveranno mai appieno, anche perché la scoperta della sua reale identità non avviene esclusivamente per suo volere ma più come un deux of machina

Piuttosto interessante risulta essere lo stile narrativo della vicenda che con un carattere letterario poetico che mostra un interessantissimo background dei personaggi e sviscera la mitologia stessa dei vampiri lentamente e con un ottimo climax interiore, come se il tutto fossero dei tasselli di un puzzle che conduce all’interno un mistero tutto da scoprire. Peccato che questo mistero non entri mai pienamente in gioco e che questi uomini del passato vengono mal inseriti all’interno del presente narrativo dando vita a un finale fin troppo prevedibile e immettendo tematica eccessivamente femministe all’interno di un opera in cui rischiano di stonare eccessivamente.

Commistione di generi

Byzantium non risulta un brutto film, anzi. E’ un fantasy che mostra al suo interno vari generi cinematografici da quello più preponderante come il drammatico senza dimenticare il teen dramma adolescenziale e quel briciolo di venatura horror, indispensabile per un buon prodotto mitologico, che però rimane sempre in secondo piano, senza incutere mai paura, come è giusto che sia. Tutti questi generi trovano, grazie alla mano regista, un ottimo modo per convivere insieme senza stonare ma rendono la pellicola un ottimo prodotto d’intrattenimento tutto da vedere e scoprire, che difficilmente non potrà piacere. Il tutto inoltre è arricchito da un ottima fotografia che riesce a introdurci all’interno di un mondo dark misterioso adottando una palette di colori chiari e mai oscuri, contrariamente a quanto vorrebbe il genere.

Note positive

  • Prima metà di Byzantium (dal punto di vista di sceneggiatura)
  • Regia
  • Fotografia
  • Interpretazione di Gemma Arterton

Note negative

  • Intrecci narrativi mal congiunti nella seconda metà del film
  • Finale alquanto banale
  • Personaggi secondari bidimensionali

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