Darkling (2022): lettera al padre

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Darkling (2022) locandina film

Darkling

Titolo originale: Mrak

Anno: 2022

Paese: Serbia, Danimarca, Bulgaria, Italia, Grecia

Genere: drammatico, mistero

Casa di produzione: Film Deluxe International, This and That Productions, Firefly Productions

Distribuzione:

Durata: 104 minuti

Regia: Dušan Milić

Sceneggiatura:  Dušan Milić

Fotografia: Kiril Prodanov

Montaggio: Yannis Chalkiadakis

Musiche: Kristian Eidnes Andersen

Attori: Slavko Štimac, Danica Ćurčić, Miona Ilov, Flavio Parenti, Ivan Zerbinati, Riccardo Maranzana

Trailer di Darkling

Da Dušan Milić, cineasta classe ’69 di Belgrado, conosciuta per Jagoda u supermarketu (2003), Gucha! (2006) e la serie Travelator (2014), prende forma una storia oscura e misteriosa come quella presentata in anteprima assoluta al Trieste Film Festival 2022 dove ha vinto il premio del pubblico come miglior lungometraggio.

Trama di Darkling

Nel Kosowo, al termine della guerra dei Balcani, una famiglia si trova a vivere sotto la protezione dell’unità militare KFOR, ma questi difendono la popolazione solo di giorno mentre la notte tutto sembra poter accadere. Proprio al calar del sole la dodicenne Milica, che vive con il Nonno e la madre, viene avvolta dal terrore e dal buio. I suoi cercano di proteggerla, bloccando con i mobili e delle travi di legno tutte le possibili entrare nella loro piccola casa, ma ogni mattina, quando escono dalla loro abitazione, si trovano a dover affrontare il mistero, dato che i loro animali scompaiono o periscono, giorno dopo giorno, come se qualcosa di sinistro venisse con la notte.

Milica -  DARKLING
Milica – DARKLING

Recensione di Darkling

I misteri che ci insegnano qualcosa della vita mi hanno sempre affascinato. Ho voluto raccontarne uno in Mrak. Gli eventi che ci capitano nella vita sono reali, o sono un sogno? Sono convinto che questa sia una delle questioni cruciali nella ricerca del senso dell’esistenza, quella linea sottile tra gioco mentale e realtà. Ho cercato di esplorare questo tema nel mondo reale, in Kosovo, dove queste situazioni si verificano ogni giorno. Cosa resta a una piccola famiglia qualunque, che vuole condurre una vita appartata nonostante il clamore delle recenti guerre?

D. Milić

Il terrore, il senso di smarrimento, il mistero che avvolge tutto e tutti, dai personaggi fino allo spettatore, individui e animali che scompaiono da un giorno all’altro, lasciando i protagonisti sempre più soli e confusi difronte a un destino che sembra già scritto per loro. Il cineasta crea una dinamica familiare interessante immessa in un’ambientazione suggestiva che viene ripresa più volta dall’alto, con un occhio distante che intende mostrarci come quell’abitazione in cui vive Milica sia distante da tutto e da tutti. Lì c’è solo il bosco e la natura di notte, con i loro rumori inquietanti che non possono che spaventare ogni singolo ragazzino. Il giorno la famiglia ha solo un contatto con i militari, da prima italiani e poi americani, che cercano (in malo modo) di aiutarli a vivere in quel luogo abbandonato da Dio, svolgendo anche il ruolo di autisti per la bambina che accompagnano sempre a scuola, l’unico luogo di socializzazione per la giovane, in cui il timore e l’angoscia può svanire per un istante.

Il mistero è l’anima della pellicola, poiché i movimenti di macchina e la sceneggiatura riescono bene a creare un contesto di dramma familiare interno ed esterno ben congeniato e che donano un senso di spaesamento al pubblico. Noi siamo con i personaggi e con loro vogliamo scoprire cosa stia succedendo realmente e soprattutto vogliamo vedere il pericolo con i nostri occhi, pericolo che rimane nascosto nell’ombra come uno spirito nefasto e, indubbiamente, che cosa può inquietare di più se non la presenza di un qualcosa d’indefinito? 

La storia dal punto di vista narrativo racconta ben poco e non possiede una sua vera evoluzione drammaturgica ma ha la capacità di emozionare e di trascinarci entro il suo climax che aumenterà sempre di più fino a sfociare in un finale forte e “spaventoso”, un epilogo che non mostrerà visibilmente il nemico ma solo grazie all’uso delle didascalie ci permetterà di comprendere a pieno il dramma di un mondo crudele che non guarda nessuno in faccia e denunciando come la discriminazione razziale sia ancora viva e vegeta nell’attualità storica.

Il Padre di famiglia - Darkling
Il Padre di famiglia – Darkling

Darkling (non poteva esserci nome più giusto) è prima di tutto una storia di famiglia, di tre individuo legati dal sangue e dall’affetto, che si trovano dinanzi alla disperazione. Loro non intendono andarsene, sia la madre che il nonno di Milica attende con speranza il ritorno del padre della bambina e suo figlio, partiti per andare a lavorare dei campi (per lo stato militare?) e mai più tornati. Il regista non ci dà speranze effettive che i due possano ritornare e probabilmente anche i protagonisti lo sanno, ma nonostante ciò, il “capo famiglia” non intende abbandonare il luogo, preferendo rischiare la morte e patire le pene della fame e della tristezza piuttosto che decidere di andarsene da un posto ormai privo di futuro per loro e soprattutto per Milica. Lei, la bambina, è la vera protagonista della narrazione, lei ci parla delle sue emozioni attraverso la cosiddetta lettera al padre, che la scuola gli fa scrivere per le future Nazioni Unite. In questo elaborato la piccola dichiara il suo affetto verso colui che gli ha donato la vita (suo babbo) ma riflette anche sulle difficoltà dei Serbi all’interno del Kosovo, tematica che diverrà fondamentale per comprendere l’intera pellicola. La madre della dodicenne, Vukica (Danica Curcic), è probabilmente il personaggio più interessante della pellicola, in lei vive la disperazione ma anche la speranza di ritornare a vivere e la consapevolezza che il marito è morto e che la sua vita non potrà continuare qui, contrariamente al padre che non intende andarsene, nemmeno dinanzi alla morte.

In conclusione Mrak (il titolo originale) è un film d’atmosfera che possiede dei personaggi alquanto interessanti e una regia ben congeniata, anche se in alcuni momenti ci rendiamo fin troppo conto che il caro armato dei militari è un modellino e proprio quella inquadratura era evitabile. Per il resto è indubbiamente un film che fa riflettere e che vale la visione.

Note positive

  • Interpretazioni
  • Regia
  • Sceneggiatura

Note negative

  • L’aver usato le didascalie al fine del film per far comprendere l’intento narrativo del film.
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