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El Practicante
Titolo originale: El practicante
Anno: 2020
Paese: Spagna
Genere: Thriller, drammatico
Produzione: Babieka, Zabriskie Films, Netflix, Generalitat de Catalunya – Departament de Cultura
Distribuzione: Netflix
Durata: 1h 34m
Regia: Carles Torras
Sceneggiatura: Rebeca Arnal, David Desola, Hèctor Hernández Vicens, Carles Torras
Fotografia: Juan Sebastián Vasquez
Montaggio: Elena Ruiz
Musiche: Santos Martínez
Attori: Mario Casas, Déborah François, Guillermo Pfening, Maria Rodríguez Soto, Celso Bugallo
Trama di El practicante
Angel ha trent’anni e presta servizio all’interno delle ambulanze come paramedico. L’uomo, un poco di buono andando a rubare direttamente sulle scene in cui presta servizio medico, vive in un piccolo appartamento con una giovane e attraente aspirante veterinaria, Vane, da cui sta cercando di ottenere un figlio da tempo senza successo. La coppia però deve fare i conti con alcuni problemi economici che creano delle piccole tensioni interne ai due.
Una sera mentre sta prestando servizio all’interno di un ambulanza, guidata dal suo amico e collega Riccardo, rimane coinvolto in un brutale incidente dove perde l’uso e la sensibilità delle gambe rimanendo paralizzato dalla vita in giù contrariamente al guidatore che rimane quasi del tutto illeso. Tale situazione aggrava la psiche dell’uomo che diventa sempre più ossessionato e geloso complicando oltremodo la vita di coppia e quella della fidanzata Vale. La situazione diventerà sempre più preoccupante e brutale portando l’uomo a compiere un gesto impensabile e terrificante.

Recensione di El practicante
Il cielo su di noi potrebbe crollare
E la terra potrebbe sprofondare
Non mi importa, se mi ami
Me ne frego del mondo intero
Finché l’amore inonderà le mie mattine
Finché il mio corpo fremerà al tuo tocco
Non mi importano i problemi
Amore mio
Poiché tu mi ami
Edith Piaf – L’hymne à l’amour
La musica del giradischi procede avvolgendo l’ambiente con le sonorità musicali e vocali di Edith Piaf de L’hymne à l’amour. Vane cerca di scappare dalla morsa dell’uomo strisciando per terra con le gambe paralizzate mentre lui impassibile, sulla sua sedie a rotelle canticchiando sottovoce, la guarda con uno sguardo folle d’amore e di strana serenità che trasmette un senso grottesco di felicità e d’inquietudine estrema. La giovane ragazza in mezza figura, mostrata con un leggero movimento del carrello in avanti, lo guarda intensamente con una sorta di espressione tra la disperazione e il terrore. Il tutto è contrastato dalla voce serena di Edith Piaf che amplifica l’emozione del momento divenendo elemento di contrasto sonoro, alquanto dolce e malinconico, con ciò che viene mostrato in scena, ovvero il maltrattamento psicofisico di un uomo sulla donna, costretta contro la sua volontà a stare con lui. Il testo della canzone però come per magia si attacca e si incolla benissimo all’interno della storia trattata da El practicante mostrando con il suo testo il senso ultimo del film, che altro non è che una storia d’amore e di follia che riconduce alla mente dello spettatore il capolavoro Légami! (¡Átame!) del 1990 del maestro spagnolo Pedro Almodóvar.

Con El practicante si resta nel panorama cinematografico spagnolo e vede alla regia Carles Torras che realizza per Netflix un film d’indubbio valore che gioca sulla psiche malata del suo protagonista per tessere una storia disturbante e inquietante toccando solo a tratti le venature thriller e grottesche, che sopraggiungono sopratutto negli ultimi minuti narrativi della pellicola. La storia è un melodramma romantico, che porta sullo schermo Angel, magnificamente interpretato da Mario Casas, presentato immediatamente al pubblico come un uomo prepotente e possessivo che tende a schiacciare e a voler possedere la propria fidanzata, Vane, impersonificata da una splendida Déborah François, che si dimostra come una donna a tratti debole e passiva. Il trauma causato dall’incidente in cui Angel rimarrà invalido e costretto a vivere su una carrozzina per il resto della vita risulta un ottimo espediente narrativo per far fuoriuscire la tematica dell’ossessione dell’uomo nei confronti della propria ragazza, tanto che Angel sempre più geloso inizierà a pedinarla e a controllare ogni suo spostamento attraverso l’uso di un app al cellulare che è solo l’inizio per una lenta discesa nella follia d’amore per il protagonista che diverrà in El practicante, per ogni secondo che passa dall’inizio del film, un essere sempre più pericoloso e meschino mosso solo da una sete di possesso e di amore. Nonostante ciò il pubblico non proverà mai un senso di reale disgusto per l’uomo ma gli resterà sempre al suo fianco pur non approvandolo creando una sorta di collaborazione e unione tra noi e il vendicativo protagonista.
Il tutto, senza svelare tropo la trama, risulta un film di eccezionale costrutto visivo che possiede una fotografia alquanto satura con tonalità che giocano su timbri cupi e gialli che trasmettono allo spettatore la sensazione di un film di altri tempi, ampliato anche dalle melodie retro del lungometraggio. Ovviamente El practicante non è una pellicola perfetta e priva di difetti evidenti anzi cade in piccole assurdità che potevano essere facilmente evitabili sopratutto nella parte finale in cui la scena della lotta finale e alcune morti che risultano veramente surreali, stesso discorso con il finale che cade in un climax eccessivamente grottesco e ironico che stona in parte con lo stile narrativo visto fino ad allora. Il tutto però lo trasforma in un film ampiamente godibile e d’intrattenimento per il pubblico riuscendo in varie situazione a trasmettere tutto il disago psicologico di Angel e di Vane.
Note positive
- Sfumature thriller e sentimentali ben mixate insieme
- Interpretazioni del duo attoriale
- Fotografia
- Scrittura dei dialoghi
- Regia
Note negative
- Personaggi secondari poco caratterizzati
- Parte finale ( gli ultimi dodici minuti) poco realistici
- Alcuni omicidi sono irrealistici